Dopo una serie di episodi perlopiù monografici, dedicati quasi nella loro interezza a singoli personaggi e/o storyline (l’eccellente “A Blade of Grass” e il successivo, barcollante “This World is Our Hell“), Penny Dreadful è ritornato – già a partire da settimana scorsa – alla consueta dimensione più corale della narrazione, in cui si trova indubbiamente più a proprio agio.
“Ebb Tide” vede i vari subplot di questa terza stagione – finora connessi tra loro in modo solo marginale – finalmente intrecciarsi, regalandoci sensazioni e atmosfere più affini a quelle della seconda, riuscitissima stagione e contribuendo allo stesso tempo a quell’avanzamento definitivo della trama di cui la serie necessitava ormai da diverso tempo.
Sono principalmente due gli elementi che contribuiscono, in questo episodio, a delinare un quadro complessivo più chiaro sulle vicende che finora hanno coinvolto i nostri protagonisti.
A proper woman
Il primo punto di svolta effettivo riguarda Lily, Dorian e Victor. Abbiamo finora assistito alla storyline – sino allo scorso episodio piuttosto inconcludente – relativa alla “svolta femminista” di Lily, con il complice aiuto di Dorian.
Le motivazioni che hanno portato Lily a formare una vera e propria armata di donne disposte a tutto pur di risollevarsi dalla soggiogazione dello strapotere maschilista sono sempre state piuttosto chiare, al netto della relativa marginalità della propria storia personale nell’economia della serie: il personaggio ha indubbiamente un trascorso non facile, retaggio della sua vita precedente fatta di abusi, violenza e sudditanza da parte dell’altro sesso.
In questo episodio si raggiunge, sotto questo aspetto, il climax definitivo: il toccante monologo-confessione ha il sapore amaro dei traumi non ancora superati, delle conseguenze ancora attuali delle proprie decisioni sbagliate, nonostante la possibilità di una nuova vita in cui ricominciare da zero.
Allo stesso tempo Dorian, che fa della ricerca di nuove emozioni il proprio scopo di vita, sembra provare sentimenti contrastanti verso la situazione in cui Lily lo ha indirettamente coinvolto. Le donne che lei ha contribuito a portare in casa sua, quella casa che è sempre stata per lui il simbolo del suo stile di vita fatto di eccessi e disinibizione, hanno completamente stravolto la relazione tra i due, nel nome dell’odio più cieco nei confronti del sesso maschile: Dorian passa da mentore a spettatore impotente, con la spada di Damocle delle minacce di Justine a fare da pericoloso contorno.
Se già era comprensibile che la sopportazione di Dorian fosse giunta al limite, è in questo episodio che diventa palese come l’attaccamento nei confronti di Lily non possa più fare da contraltare allo stato di caos in cui lei lo ha condotto.
Il piano con Victor era probabilmente già stato elaborato a seguito dell’incontro tra i due nell’episodio precedente, considerando il fatto che Dorian avesse già capito di aver perso totalmente il controllo sull'”esercito” di Lily: la stessa Justine, del resto, non mostrava la minima esitazione a disobbedire alle disposizioni dell’uomo – nello specifico, di risparmiare la vita a Victor – dimostrandosi viceversa una fedele esecutrice qualora i medesimi ordini fossero impartiti dalla compagna.
Lily si ritrova, quindi, nuovamente in una situazione di abuso, con l’aggravante data dal fatto che in questo caso gli aguzzini siano proprio Victor e Dorian, due persone di cui – in due momenti diversi della sua vita – lei si fidava ciecamente. Se Dorian è spinto dalla semplice volontà di liberarsi degli effetti collaterali della presenza di Lily, sono le motivazioni di Victor (I’ll make you “a proper woman”, we’re gonna be happy together) a risultare le più agghiaccianti, e ancora una volta emblematiche della rappresentazione del ruolo femminile dell’epoca.
The Bride of Evil
Ad una donna soggiogata e succube nonostante gli sforzi profusi, fa da contraltare un’altra figura femminile che, diversamente, prende in mano le redini della propria vita segnata da cicatrici che sembrano ormai insanabili.
Con l’aiuto di Catriona – nuova figura introdotta nel precedente episodio, a dire il vero in modo un po’ affrettato, quale massima esperta in materia – Vanessa riesce finalmente ad mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, riconoscendo nel Dr. Sweet nientemeno che Dracula in persona, colui che in sordina le dà la caccia fin dalla prima stagione.
Nonostante le raccomandazioni di Catriona sulle abilità seduttive del vampiro, Vanessa sembra apparentemente cedere definitivamente al suo lato oscuro. Dracula colpisce nel segno, e dimostra di comprenderla come nessun altro ha mai fatto; a fronte dell’abbandono di Sir. Malcom, Ethan, Victor e di chiunque lei considerasse parte della propria famiglia, Miss Ives trova in Dracula una figura inquietante ma rassicurante, che non le chiede di cambiare ma anzi di abbracciare il suo lato oscuro, promettendo di camminare al suo fianco per l’eternità.
Di fronte ad una prospettiva di tale portata, è comprensibile come Vanessa si sia fatta abbagliare: la possibilità di essere finalmente libera – dopo una vita fatta di prevaricazione, senso di inadeguatezza e spinta ad uniformarsi alla massa indotti già dai familiari più stretti – è una leva troppo forte per poter essere semplicemente ignorata, e la fine di un mondo che non l’ha mai accettata sembra niente più di un danno collaterale tutto sommato accettabile. Curioso, a questo proposito, come ancora una volta Vanessa e John Clare si ritrovino indissolubilmente uniti dal filo rosso del destino: poco prima di questo salto – apparentemente definitivo – nel baratro, Vanessa consiglia ad un John ormai senza speranza di ritornare dalla propria famiglia, e confidare nella loro comprensione per liberarsi da un isolamento forzato e straziante.
Ad un passo dal season finale, la profezia sembra comunque essersi avverata. L’evoluzione dei personaggi in questo episodio, che rappresenta probabilmente uno dei momenti più alti dell’intera serie, è finalmente presentata in maniera convincente e le varie storyline sono state alternate in modo magistrale, conferendo quel giusto ritmo che troppo spesso era venuto a mancare in alcuni degli episodi precedenti. A soli due episodi dal finale della serie, i dubbi sono ancora tanti, ma confidiamo nel fatto che tutti i pezzi mancanti di quel meraviglioso mosaico che è Penny Dreadful sapranno ritrovare la giusta collocazione.
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