The Flash3×22 Infantino Street – 3×23 Finish Line

Prendete un buon prodotto, dotato di una forte mitologia e su cui avete costruito un discreto successo, pompatene le componenti teen, spogliate tutti i protagonisti di quella caratterizzazione minima che gli aveva fornito e inseritili in contesti improbabili e dalla logica discutibile: ecco a voi la terza stagione di Flash, la cui cottura è ultimata da una coppia di episodi che vi faranno dubitare delle vostre scelte seriali.

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Avete approntato un maxi-schermo in piazza per godervi il momento della morte di Iris? Avete organizzato una sfilata che al confronto gli orchi sotto le torri di Isengard sembrano la processione di uno sperduto paesino di montagna? Bene, riponete nell’armadio la vostra euforia come noi abbiamo fatto con le aspettative per questa stagione, perché la coppia di episodi finali di Flash corre veloce contro uno spesso muro di inconsistenza (e no, non riuscirà a vibrarci attraverso).

Infantino Street

Mancano 24 ore all’omicidio di Iris, e tutto il Team Flash si prepara ad affrontare il momento, ognuno con il proprio carico di speranza, di scetticismo o disfattismo. Il bazooka della Forza della Velocità è pronto, ma manca l’energia necessaria per attivarlo, a meno che non si riesca a sottrarre un pezzo di tecnologia dei Dominatori custodito gelosamente dall’A.R.G.U.S. Barry decide di fare quello che gli riesce meglio: tornare indietro nel tempo per risolvere il problema. Lo scopo è convincere Captain Cold ad aiutarlo nell’impresa, non solo per le sue capacità di furto, ma anche perché l’unico in grado di appoggiare eventuali metodi poco ortodossi attuati dal velocista scarlatto. Alla fine Barry rivelerà la propria natura buona, convincendo così Lyla a cedergli volontariamente l’artefatto alieno. Che, ovviamente, non avrà alcun esito. All’appuntamento tanto atteso a Infantino Street Savitar esce indenne dal flusso generato dal bazooka, portando a termine il suo piano di uccidere Iris, e lasciando tutti ammutoliti.

Come ben sappiamo dal primo episodio, Barry ha da scontare i suoi errori per tutto ciò che Flashpoint ha causato: in questo caso, le conseguenze si manifestano tutte nell’atteggiamento restio di Lyla, la quale non riesce più a fidarsi dell’alleato, date le modifiche personali che il suo comportamento egoistico hanno comportato. La caratterizzazione della donna bene si allinea a quella vista negli scorsi episodi di Arrow, regalando finalmente una tridimensionalità anche a questo personaggio secondario.

Fa il suo gradito ritorno il Captain Cold di Wentworth Miller, che con la sua ironia riesce a tirare su una puntata altrimenti eccessivamente seriosa, persino per il tono luttuoso che pretendeva di tenere. Leonard Snart è ormai un guest a comando, quasi un deus ex machina che, almeno in questo caso, differentemente dal falso Snart impersonato dalla FdV, ha uno scopo ben preciso: ricordare all’eroe la sua natura.

La battaglia interiore che Caitlin conduce per battere Killer Frost ha il suo corrispettivo nel duello tra Barry e il suo residuo temporale

Si tratta di uno scontro tra luce e oscurità interiore scontato come un divano Poltronesofàtrattato nella maniera non solo più superficiale, ma anche più semplicistica possibile, quasi un bignamino o una mappa concettuale alla lavagna. La battaglia interiore che Caitlin conduce per battere Killer Frost ha il suo corrispettivo nel duello tra Barry e il suo residuo temporale, che gli ricorda costantemente i rischi dell’abbandonare la retta via per sfuggire a una sofferenza difficile ma comunque educativa.

Non basta questo tsunami di retorica a nascondere da una parte i numerosi errori conseguenti all’idea che ciò che conosce Barry sa anche Savitar, e dall’altra la prevedibilità insita nei dialoghi, che rivelano più di quanto tentino di celare. Dialoghi spesso al limite del surreale e dell’assurdo, come quando Iris si sorprende perché sembra che per suo padre (SUO PADRE) sia più dura rispetto agli altri affrontare l’idea della morte della ragazza. A questo si aggiunga l’ennesimo viaggio nel tempo nonostante la promessa di non alterare più la timeline. Pochi sprazzi positivi dunque per questo episodio, il cui scopo sarebbe renderci empatici nei confronti della presunta morte di Iris, con tanto di video strappalacrime abbinato a una dignitosa colonna sonora. Una strizzatina d’occhio al fandom dell’Arrowverse, con i riferimenti ai criminali prigionieri dell’A.R.G.U.S. e all’aiuto richiesto a Felicity, fa il paio con l’omaggio a Ghostbusters nella scena del flusso del bazooka della FdV.

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Finish Line

Ok, adesso posate quello spumante e sedetevi, dobbiamo dirvi una cosa: a morire non è stata Iris ma HR camuffato con il proiettore olografico del Wells di Terra-2. Cercando di dare un senso alla sua vita e sentendosi terribilmente in colpa per aver rivelato a Savitar la posizione della ragazza, l’Harrison Wells alternativo decide di immolarsi per il bene del gruppo e rinunciare al suo futuro con Tracy. Dark Barry ha però un piano alternativo, da attuare in fretta e furia perché la non-morte di Iris ha causato un paradosso temporale che lo rincorre per cancellarlo dall’esistenza. Il piano non va in porto, l’intero gruppo si arma per sconfiggerlo ritrovando anche una rinsavita Caitlin; tuttavia sarà un proiettile nella schiena sparato da Iris a togliere di mezzo il residuo temporale, richiamando la medesima scena vista in Flashpoint ma con Rival come avversario.

Tutto bene quel che finisce bene? Assolutamente no! Come già visto nei finali precedenti, Barry non riesce proprio a rimanere su Terra-1 quando tutto finisce; avendo infatti liberato Jay Garrick dalla FdV, toccherà a un altro velocista sostituirlo nella prigione eterna, e Barry, consapevole che la colpa di tutto quanto sta accadendo è sua, si immola e raggiunge la FdV che lo accoglie con le fattezze di sua madre.

Flash ha un problema con la gestione dei tempi nei finali di stagione: troppo veloci nella prima e nella seconda, troppo squilibrati in quest’ultima. Da una parte abbiamo il rapido scioglimento dell’inghippo sulla morte di Iris, dall’altro il lento confronto tra natura buona e cattiva dell’eroe, infine il (come sempre) affrettato cliffhanger che regala momenti di ansia come quando ti scappa e trovi il bagno occupato. Succede un po’ di tutto: ritorni improvvisi come Jay, Gypsy e lo spettro Zoom (già visto in Legends of Tomorrow, e così temibile da richiedere addirittura una mossa di Killer Frost per essere fermato…); anticipazioni sul futuro villain (il DeVoe già nominato in Abra Kadabra); il presunto addio di Caitlin, il cui percorso ricalca ancora una volta quello di Barry.

Abbiamo più volte ribadito come, con questa stagione, la dottoressa Snow riconfermi il pessimo trattamento che gli autori le avevano riservato nella seconda, spogliandola di qualsiasi personalità e rendendola insipida come personaggio di contorno che nulla riesce a dare ai protagonisti. Nemmeno la svolta con la nuova identità di Killer Frost riesce nell’impresa di una caratterizzazione ormai gettata alle ortiche. Il lutto per HR dura meno di un’idea intelligente nella testa di Wally, presto superato da risate e spensieratezza, con la consapevolezza che il multiverso regalerà l’ennesima versione alternativa del dottor Wells.

Per una serie che gioca (malamente) col tempo, buon senso suggerirebbe che la gestione di quello narrativo sia quantomeno oculata e non così grossolana. Paradossi, viaggi nel passato e nel futuro, memorie condivise ed altri elementi della serie hanno una valida controparte fumettistica che non farebbe male ripassare agli autori, anziché limitarsi a scimmiottare le storie più rilevanti nella speranza (disattesa) di replicarne il successo.

1.5

 

Veniamo infine al tasto dolente, la valutazione della stagione nel suo insiemeFlashpoint doveva essere un evento epocale, una rivoluzione in tutto l’Arrowverse; era stato preventivato uno tsunami e ci siamo ritrovati con una leggera onda incapace finanche di cancellare completamente una scritta sulla sabbia. Pochissime conseguenze (trascurabili) sulle serie affiliate e una trama orizzontale interna che definire confusionaria è fare un torto a Pollock.

Col senno di poi persino la minaccia di Savitar perde di mordente

Flash ha fatto un buco nell’acqua, e col senno di poi persino la minaccia di Savitar perde di mordente, riducendo il pericolo da scala mondiale a semplice scaramuccia per la sopravvivenza della principessa sul pisello. Caratterizzazione dei personaggi infima, incoerente e fastidiosa (qualcuno ha urlato “Wally”?); maggioranza delle trame verticali inutili e al limite del disinteresse.

Una stagione costruita sul presupposto dell’amore, come più volte sottolineato, in cui l’unica cosa che conta è trovare un compagno, con la conseguenza di forzare emozioni e sentimenti in personaggi che potevano benissimo rimanere senza (Tracy, HR). Ancora una volta, Flash ha voluto correre più velocemente delle sue capacità, col risultato di dare l’impressione ridicola di un affanno inutile e senza meta.

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Note

  • Infantino street prende il nome da Carmine Infantino, uno dei creatori del personaggio fumettistico di Barry Allen.
  • Snart saluta Flash usando le stesse parole che sceglierà prima di morire.
  • Cisco si riferisce a Dark Barry come Due Facce, personaggio DC arcinoto.

Hai un HR da prestare?

Ha fatto più danni da Caitlin

Torniamo indietro nel tempo e la cancelliamo. Ah no, aspè…

 

 

 

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