Grazie al suo Tardis viaggia da Sunnydale a Capeside passando sull'isola di Lost. Ha frequentato il Community college ed è contento di avere una Modern Family che gli permette di vedere cose orrende come Last resort. È al contempo un appassionato di fumetti e cinema (da prima che iniziassero a uscire assieme). Non supererà mai il trauma della chiusura di Hannibal e Suburgatory, per questo si consola facendo il wedding planner a Westeros.
Disney+ e Marvel Studios aprono con l'artiglieria pesante la Fase 4 dell'MCU, confezionando una serie che ha nella meta-narratività un grandissimo punto a suo vantaggio.
Abbiamo visto in anteprima i primi tre episodi della seconda stagione di The Boys e ci siamo fatti un'idea di quello che ci aspetta, con molte conferme e poche novità (ma ancora tantissimo sangue!)
La corsa a senatore dello Stato di New York diventa per Payton l'occasione per nuove assurdità ma anche nuove riflessioni sulla questione di genere, sull'appropriazione culturale e sulla tematica ambientale.
Una serie coraggiosa, capace di toccare con sensibilità e profondità temi adolescenziali senza scadere nella retorica e nei cliché: questo l'evidente obiettivo da evitare per gli autori di questa disastrosa quarta stagione.
Le storie d'amore hanno ancora molto da dire, anche quando le premesse sembrano scontate: a volte si può viverle, a volte guardarle a distanza di sicurezza (e in questo Normal People è perfetta).
The Leftovers e Watchmen raccontano due mondi costretti loro malgrado a fare i conti con un evento improvviso che li scaraventa nella tragedia: Damon Lindelof, produttore di entrambi, trasforma le voci di quelle storie in un'enciclopedia dei tipi umani oggi più vicina che mai.
Su certi argomenti o entri in punta di piedi o sfondi come una palla da demolizione: Hunters nell'indecisione sbaglia sia l'uno che l'altro.
Gli ultimi due episodi di Queste oscure materie hanno il sapore amaro di un'occasione persa ma lasciano comunque uno spiraglio per la stagione a venire.
Disney+ parte all'attacco con una produzione imponente che appaga (quasi) del tutto le attese dei fan: The Mandalorian è una buona serie tratta da Star Wars, ma necessità di migliorie.
La giovane Lyra e il suo daimon Pantalaimon iniziano il loro lungo viaggio alla scoperta di un mondo in cui anche lo spettatore, pian piano, viene introdotto: è l'inizio di un fantasy che promette bene anche in TV.
Un disastro nucleare ha trasformato in zombie tutti gli adulti e gli adolescenti rimasti fanno i conti con questa nuova realtà, tra citazionismo e surrealismo: in mezzo a loro Josh, intento a ritrovare la sua ragazza, armato di katana.
In un mondo che caccia i supereroi ma moltiplica le maschere, una donna cerca di trovare la propria identità mentre intorno sente stringere la morsa letale del razzismo.
L'apocalisse zombie più duratura della TV torna con una première di assestamento che promette ben più di uno sbadiglio per gli episodi a venire.
Ambizioni, ossessioni, sogni e promesse si intrecciano in una stagione che, tra alti e bassi, lancia un forte messaggio alla politica contemporanea.
Le avventure di Bean, Elfo e Luci si confermano più sconquassate che mai, mettendo di fronte allo spettatore un problema di organicità che genera solo risate amare.
Sei amici a New York, quarantotto superstiti su un'isola misteriosa: sulla carta niente di più diverso, eppure Lost e Friends hanno in comune ben più del compleanno.
Un finale che curva prepotentemente per chiudere in cerchio tutte le linee narrative aperte, coi protagonisti costretti ad affrontare un percorso di crescita che li vedrà nettamente diversi alla fine.
Mindhunter cambia direzione e lo fa sacrificando alcune peculiarità e alterando delicati equilibri narrativi. Cosa resta del thriller psicologico?
Non è facile essere originali quando si tratta di salvare il mondo per la sesta volta. Però almeno sforzarsi non sarebbe stato male.
La caccia ai serial killer riprende da dove si era interrotta: la seconda stagione di Mindhunter si apre con poche novità ma tante buone conferme.
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