Supergirl1×03 Fight Or Flight

Supergirl continua a volare per le strade di National City mentre i suoi ascolti vanno giù, prevedibilmente, dopo il roboante esordio da oltre 12 milioni di spettatori. Qui su SerialFreaks siamo soliti giudicare un episodio e una serie contestualizzandone la collocazione, il genere e il target: la valutazione è assolutamente relativa, quindi i cinque porcamiseria dati […]

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Supergirl continua a volare per le strade di National City mentre i suoi ascolti vanno giù, prevedibilmente, dopo il roboante esordio da oltre 12 milioni di spettatori. Qui su SerialFreaks siamo soliti giudicare un episodio e una serie contestualizzandone la collocazione, il genere e il target: la valutazione è assolutamente relativa, quindi i cinque porcamiseria dati a Grey’s Anatomy non saranno mai equiparabili ad altrettanti porcamiseria dati a The Leftovers, per dire. Nel caso di Supergirl, si fatica ancora a capirne l’anima: è un teen drama in calzamaglia o una serie di supereroi che strizza l’occhio alle ragazze, in un’ottica assolutamente vecchia e sessista, che necessariamente deve far uso dell’ammore per far leva sul pubblico femminile? Il tempo probabilmente darà la risposta a questa domanda, e in quel momento avremo più o meno chiari i termini di paragone per dare un giudizio più equo; per adesso, si naviga vola a vista.

Supergirl 1x03 Fight Or Flight recensione

Nelle precedenti recensioni, si era posto l’accento sul numero eccessivo di elementi introdotti negli episodi che rischiavano l’appiattimento dei personaggi, non permettendo un doveroso lavoro di introspezione psicologica. Questo terzo episodio può essere considerato puramente un filler dal punto di vista della trama orizzontale, ma riesce a lavorare un po’ su questa lacuna. Intendiamoci, non aspettatevi i profili psicologici affascinanti di Daredevilné i bellissimi tratti generazionali da teen drama alla Skins: qui siamo più o meno ai livelli di Joey che si strugge per Pacey, ma soprattutto di Black Canary che vuole fare Green Arrow.

Every Generation Gets the Superhero it Deserves

Continua anche in questo episodio il percorso di affrancamento di Supergirl dall’Uomo d’Acciaio, nel tentativo di acquisire una propria dignità da supereroina agli occhi del mondo.

Sono proprio gli autori a spiegarci qual è il punto di vista di Kara, del perché fosse così importante per lei avere un suo posto nel mondo, un feedback positivo ad ogni costo: ci era sembrato un atteggiamento vanesio ed egoistico, mentre invece andava visto nell’ottica di questo tempo, in cui la proiezione dell’io sui social media acquista rilevanza nel senso di autodeterminazione e soddisfazione personale di ognuno di noi.

Supergirl 1x03 Fight Or Flight recensione

È attraverso le parole di Cat, sempre più grillo parlante in versione bitch, che abbiamo un’analisi critica di questa trasposizione 2015 di Supergirl:

Kara: How do you know she’s a millennial?
Cat: Well, if she’s not, then I want the name of her surgeon. […]

“Supergirl embodies the worst traits of her generation. The earnestness without purpose, the unshakable belief that she has a right to be heard, even when she has nothing to say.”

Alla fine dello scorso episodio, avevamo lasciato Kara che rapiva Cat per rilasciare un’intervista esclusiva, a cui ovviamente non era preparata – per la verità erano proprio domande base, difficile giustificare lo smarrimento di una persona che lavora nell’editoria – e in cui si lascia sfuggire il rapporto di parentela con lo scomodo cugino, presenza ingombrante di questo terzo episodio.

La parentela ormai di dominio pubblico la espone al cattivone della settimana, tale Reactron, che le dà subito la caccia per via di un conto in sospeso con Superman. La prova è ghiotta, in un certo senso, per l’eroina in cerca di gloria, soprattutto perché neanche il cugino è ancora riuscito a sconfiggere Reactron, di fatto un uomo che genera radiazioni tali da far male anche ai Kryptoniani.

Inutile dire che Supergirl col solito aiuto del D.E.O. riesce a sconfiggere anche questo nemico, nel già visto canovaccio primo scontro -> le prende di santa ragione -> secondo scontro -> batte il nemico. La novità, se volete, è che a salvarla dal primo scontro con Reactron, arriva da Metropolis nientepopodimeno che Superman in persona, chiamato da Jimmy Olsen mediante un “sailorofono”, una roba agghiacciante di cui avremmo fatto volentieri a meno.

Ovviamente no, scordatevi un cameo di Tom Welling, il Clark Kent di Smallville: Superman sarà presente nelle storie di Supergirl un po’ come il Presidente in VEEP o Stanley Walker in Will & Grace. C’è ma non si vede, e chatta anche con Kara, dandole il suo definitivo beneplacito.

Supergirl 1x03 Fight Or Flight recensione

Just friends

Supergirl come detto ha anche una componente più leggera e romantica, da teen drama, con i batticuori tipici di certi prodotti, però niente sesso, perché a Krypton è considerato volgare.

In una scontatezza difficile anche solo da pensare di riproporre, vediamo Kara sbavare letteralmente per Jimmy Olsen ignorando il povero Winn, che le costruisce addirittura un mini quartier generale negli uffici Catco Worldwide Media. Sentimento ricambiato pare anche da Jimmy che, tra uno sputtanamento della vera identità dell’amico Superman – agghiacciante e irrispettoso del mito – e l’altro, ha però qualche conto da regolare sul finale con Lucy Lane, sorella di Lois ed evidentemente una persona del passato per Olsen.

Ricapitolando: Kara come Oliver Queen, Jimmy Olsen come Laurel, Winn come Felicity, Lucy come Tommy Merlin. Siamo lì più o meno, siete d’accordo? Speriamo solo di non vedere mai Mehcad Brooks (Jimmy) vestito da Black Canary!!!

L’unica cosa piacevole di questa storyline è il rapporto tra Kara e Alex, che assume quei tratti caldi e familiari tipici del rapporto tra sorelle. Un sorriso ce lo strappa, suvvia.

Supergirl 1x03 Fight Or Flight recensione

C’è poco da dire, il prodotto si lascia guardare, ma non convince. Il lavoro di approfondimento è stato appena accennato, apprezzabile il tentativo di dare una profondità alla protagonista, e all’eroe Supergirl, ma le modalità da teen drama banalizzano tutto. È un diversivo, nulla più, e forse come tale andrebbe giudicato, non fosse per la massiccia quantità di roba messa sul fuoco nei primi due episodi.

Sinceramente mi dà molto più fastidio vedere una serie, che vorrebbe fare del Girl Power la sua bandiera, rimanere invece  prigioniera di un’ottica sessista quando si tratta di scegliere gli ingredienti per un prodotto da proporre ad un target femminile. In questo senso, confidiamo molto più sul Jessica Jones di casa Netflix, in uscita la settimana prossima (stay tuned ovviamente!).

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