Supergirl1×02 Stronger Together

Eccoci giunti alla seconda prova per Supergirl, serie per cui l’hype in Rete è (inspiegabilmente) altissimo e il cui pilot ha totalizzato più di 12 milioni di ascolti. Probabilmente la CBS ci ha visto lungo, inquadrando efficacemente un target di riferimento, proponendo una serie che si colloca nel filone supereroistico, di tendenza in questi anni, […]

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Eccoci giunti alla seconda prova per Supergirl, serie per cui l’hype in Rete è (inspiegabilmente) altissimo e il cui pilot ha totalizzato più di 12 milioni di ascolti. Probabilmente la CBS ci ha visto lungo, inquadrando efficacemente un target di riferimento, proponendo una serie che si colloca nel filone supereroistico, di tendenza in questi anni, ma che si rivolge anche al pubblico femminile, forse in cerca di un’eroina in cui identificarsi.

Chi vi scrive ammette di guardare a questo prodotto con molta diffidenza, con l’occhio di chi considera Daredevil il non plus ultra in campo supereroistico e che schifa The Flash, tanto per dirne una. Va senz’altro riconosciuto che Supergirl ci prova, contestualizzando anche con una certa perizia le vicende di Kara Zor-El nell’universo DC, salvo poi scadere in intermezzi più leggeri, propri quasi di un teen drama, neanche fossimo in Sabrina The Teenage Witch, neanche fossimo nello Smallville degli anni dell’adolescenza di Clark Kent.

Supergirl 1x02 Stronger Together recensione

Un altro fattore che contraddistingue questo Supergirl è il buonismo a tutti i costi; d’altronde, l’illustre cugino è l’emblema di tutti quegli eroi senza zone d’ombra, sempre perfetti, a tratti irritanti. Prescindere da questo, va riconosciuto, significherebbe al contempo snaturare la serie. Peccato che tutto ciò contribuisca a quella mancanza di spessore nell’eroe principale che è proprio frutto dei conflitti interiori che ne dilaniano l’animo: pensiamo a figure come Matt Murdock, o anche Oliver Queen, per restare in casa DC.

Così come nel pilot, la neo-Supergirl non è ancora avvolta da quell’aura di perfezione che sembra destinata ad ogni eroe Kryptoniano, ma è anzi piuttosto goffa e superficiale, rendendocela quantomeno più simpatica del cugino. In questo secondo episodio, dopo aver quasi causato un disastro ambientale, decide di ricominciare a piccoli passi, così da imparare a gestire con più oculatezza i suoi grandi poteri. L’unico neo, se vogliamo, rimane la futilità delle motivazioni di Kara, mettendo in secondo piano il Bene come unico motore delle azioni di un eroe: riabilitarsi agli occhi del mondo, migliorare l’opinione delle persone su Supergirl sembra essere quasi più importante del resto, dopo essere stata bollata dai media come TerribleGirl.

Attenzione però, in questo episodio ci sono sicuramente delle buone cose.

Come già accennato, la componente supereroistica è ben contestualizzata nel resto dell’universo DC e si fa ben guardare, nonostante le sequenze di combattimento rimangano sempre un po’ discutibili. La struttura narrativa verticale degli episodi che sembra delinearsi è quella del “cattivone” della settimana evaso dalla prigione Kryptoniana: questa settimana è il turno degli Hellgrammite, una sorta di alieni mutaforma originariamente simili ad insetti. Nulla di nuovo insomma, è di fatto la stessa struttura narrativa utilizzata nei già citati Smallville o The Flash.

Passi da gigante invece per quel che riguarda la trama orizzontale: Kara apprende che il big villain che sta dietro ai mercenari alieni altri non è che sua zia, il Generale Astra. Le due ingaggiano già un primo scontro che termina però con la fuga di Astra, ferita da Henshaw con un’arma realizzata con la Kryptonite. Il contatto con la sua vecchia famiglia è un ulteriore opportunità per Kara di un confronto aperto e sincero con la sorella Lexie Alex, su cui grava il ruolo di coscienza morale di Kara, che sappia riportarla con i piedi per terra quando necessario.

Come viene sottolineato dalla stessa protagonista, a differenza del cugino, la ragazza ha dei vividi ricordi di Krypton, utilizzandoli anche a sproposito in questo episodio, fornendo dettagli sugli Hellgrammite fin troppo precisi per essere frutto di un ricordo di una decina e più di anni or sono. Questo potrebbe essere un ottimo espediente in futuro per poter attingere a tutta una serie di informazioni su Krypton e la mitologia a contorno e renderle fruibili al grande pubblico che forse è fermo ai fatti generalmente noti dai lungometraggi dedicati a Superman.

Tanta carne al fuoco dunque, e come se questo non fosse sufficiente, un nuovo nemico si delinea all’orizzonte – non ci è dato sapere se il rapporto con Astra sia di subordinazione o meno – e anche il capo del D.E.O., Hank Henshaw, sembra nascondere qualche segreto. D’altronde, Hank Henshaw è l’alter ego di Cyborg nel mondo DC, e la cosa dunque non ci stupisce affatto.

Impossibile poi non citare lei, la meravigliosa Kat Grant interpretata da Calista Flockhart, perfettamente calata nella parte che è un ibrido tra Miranda Priestley e Wilhelmina Slater, con un perenne filtro Instagram “Barbara D’Urso” che la illumina ad ogni fotogramma. Kat è involontariamente fonte di ispirazione per Kara, instillandole il dubbio circa la necessità di muoversi a piccoli passi nel difficile cammino intrapreso come Supergirl. A Kat tocca veicolare il messaggio femminista della serie, volto a mettere in luce la difficoltà delle donne di emergere in mondo dominato da uomini. Peccato solo che l’eroina della serie, che dovrebbe essere una sorta di simbolo del girl power, accetti di fare un’intervista esclusiva con Kat per salvare il posto di lavoro di Jimmy Olsen. I pettorali di quest’ultimo non avranno di certo influenzato la capacità di giudizio della nostra Kara, AFFATTO.

Supergirl 1x02 Stronger Together recensione

Riconosco che alla seconda, Melissa Benoist mi è sembrata più convincente nella sua interpretazione di Supergirl, anche se al momento perde il confronto con coloro che l’hanno preceduta su grande e piccolo schermo. È un episodio tutto sommato gradevole, questo Stronger Together, fresco, leggero, senza momenti di stanchezza. L’idea generale, tuttavia, è che ad ogni episodio venga messa davvero troppa carne al fuoco, tralasciando così tutto un lavoro di introspezione psicologica dei personaggi che ritengo doverosa, specialmente nella fase iniziale, onde evitare il rischio di appiattimento degli stessi. Oltre alla quantità spropositata di villain snocciolati in un solo episodio, ci viene raccontato un percorso di formazione dell’eroe che letteralmente brucia le tappe di episodio in episodio. Una maturazione più lenta dell’eroina Supergirl, così come una più graduale apertura al mondo esterno, avrebbero permesso di coglierne sfumature significative e introdurre quel pathos tipico degli eroi che devono necessariamente proteggere le loro identità segrete. Speriamo che qualche episodio possa rimediare presto a queste mancanze, con un approfondimento su Kara dagli anni dell’adolescenza fino ai giorni correnti, attraverso dei flashback che ci raccontino del suo adattamento alla vita terrestre, della sua diversità, di quando ancora doveva celare i suoi poteri e le sue origini.

2.5

 

Note da Nerd

  • In questo episodio viene introdotto Maxwell Lord, noto malfattore del mondo DC, ostile all’arrivo di Supergirl a National City. Sarà curioso vedere che ruolo avrà nella storia.
  • Kat Grant rivela di aver iniziato come stagista per Perry White, e cita Lois Lane e Clark Kent quali possibili concorrenti che possano soffiargli notizie esclusive su Supergirl.
  • Kara rivela che la famosa “S” presente sul costume non è solo il simbolo della casata degli El, ma rappresenterebbe anche un motto Kryptoniano, El Mayarah, che significa appunto Stronger Together, da cui il titolo.
  • Anche Kara ottiene la sua personale Fortezza della Solitudine, creata dal D.E.O. su richiesta di Alex e in cui avrà la possibilità di consultare l’ologramma della madre Alura.
  • Astra è visibilmente sopresa e scossa dalla scoperta della Kryptonite. Questo stona con la versione fumettistica in quanto un Kryptoniano adulto dovrebbe essere a conoscenza del materiale, letale per per la sua specie, come si evince dalla miniserie Il Mondo di Krypton.

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