Quando si parla di supereroi su SerialFreaks, il massimo esperto è ovviamente il nostro Andrea. Se però il supereroe in questione è di bassa lega, il compito può toccare anche ad un comune appassionato di serie come me, anche se voi comune a me non lo dite, BADABEN!
Tutta questa introduzione solo per dire che, ebbene sì, il compito di recensire il pilot di Supergirl è toccato proprio a me.
Quando lessi di una serie su Supergirl ero molto, ma molto, scettico a riguardo: se proprio deve essere scelto come protagonista di una serie un supereroe di serie B, solitamente se ne dovrebbe selezionare uno su cui si possa raccontare una storia accattivante, non uno su cui verte il peso costante di una storia nota praticamente a TUTTI, simile a quella del cugino più famoso, Superman. Già solo per questo, direi che l’interesse per una serie su Supergirl cala vertiginosamente.
Poi scopri però che la serie è una creatura di Greg Berlanti, già “papà” di Arrow e The Flash, e quindi proprio schifo non dovrebbe fare, pensi tra te e te. #EINVECE.
La Storia
Kara Zor-El è la cugina del piccolo Kal-El (che tutti conosciamo meglio col nome terrestre Clark Kent/Superman), spedito sulla Terra per metterlo in salvo dall’imminente esplosione del loro pianeta originario, Krypton. Kara viene inviata per proteggere il cuginetto nel corso della sua crescita. L’onda d’urto causata dall’esplosione di Krypton fa però deviare il percorso della sua navicella “a forma di Nemo”, finendo così dritta dritta nella Zona Fantasma, da cui uscirà solo dopo molti anni portando con sé un’intera prigione piena di criminali coi superpoteri. Insomma, Kara fallisce già prima di cominciare.
Kara arriva quindi sulla Terra quando già Superman è bello cresciuto e vivrà quindi una vita serena con i suoi genitori adottivi, i Danvers, e la sorella Alex, interpretata da Chyler Leigh (nota per il ruolo Lexie in Grey’s Anatomy). Insomma, la Leigh non è contenta se non interpreta il ruolo di sorella sfigata.
Una volta cresciuta, Kara si trasferirà a National City (ah, la fantasia nei nomi…) dove lavorerà per Cat Grant, magnate dell’editoria, in pratica una specie di Miranda Priestly, interpretata da Calista Flockhart (Ally McBeal, Brothers&Sisters). La sorella Alex invece, entrerà a far parte del DOE, una sorta di agenzia per il controllo della presenza aliena sulla Terra: scopriremo che Kara si era anche fatta sgamare dai Federali tipo SUBITO, dato che il DOE è in possesso della sua navicella.
Per farla breve, nel pilot, vediamo Kara, da sempre segretamente desiderosa di poter emulare il cugino, impegnata a:
- Fermare un aereo in avaria per salvare la sorella a bordo, rivelando così la presenza di un nuovo eroe nel mondo, Supergirl
- Fare i capricci dopo che la sorella GIUSTAMENTE le dice di esser cauta
- Rivelare il suo segreto al collega Winn (innamorato di lei, ma senza che Kara se lo fili di striscio), così, solo per il piacere di essere idolatrata
- Provare n versioni del comunque ridicolo costume di Supergirl
- Prenderle di santa ragione dal primo villain della sua carriera, Vartox, proveniente dalla prigione di cui sopra
- Fare la gatta morta con Jimmy Olsen(!), arrivato da poco a National City e che scopriremo (solo alla fine) essere stato inviato da Clark per guidare Kara
- Ri-prenderle ancora, salvo poi finalmente sconfiggere Vartox con un piccolo aiuto di Alex e del DOE
Cosa NON ha funzionato
- Troppa carne al fuoco senza un minimo di approfondimento. In poco meno di 50 minuti Kara arriva sulla Terra, cresce, diventa Supergirl e affronta il suo primo vero villain. Se a tutto questo aggiungiamo anche un potenziale love interest per Jimmy Olsen e l’introduzione del supervillain (che poi è sua zia!), il risultato non può che essere un pilot assolutamente mediocre e la cui unica cifra stilistica finisce per essere la superficialità con cui vengono trattati gli eventi.
- Gli effetti speciali e le scene di combattimento appaiono assolutamente ridicole se confrontate con prodotti del genere superheroes come Arrow o The Flash. Il paragone con Marvel’s Daredevil sarebbe impietoso.
- Il carisma di Melissa Benoist nei panni di Supergirl è assolutamente nullo. Se da un lato risulta anche essere credibile come l’impacciata Kara, l’ex star di Glee non riesce a trasmettere autorevolezza e sensualità quando veste i panni del suo alter-ego in costume, di cui, nelle sue passate rappresentazioni (vedi il film del 1984 e Smallville), erano invece caratteristiche predominanti.
- La trovata di portare Jimmy Olsen a National City proprio non riesco a capirla. IO BOH.
Cosa HA funzionato
- Il personaggio di Cat e l’interpretazione di Calista Flockhart: la bravura di Calista non è certo in discussione, e anche in un prodotto come questo, riesce a splendere, regalandoci una Cat Grant assolutamente grandiosa.
- L’aver legato le vicende di Kara a Krypton e la sua storia, creando una sorta di continuity “credibile” col fumetto e le vicende di Superman.
- I cameo di Dean Cain e Helen Slater, che interpretano i genitori adottivi di Kara. Il primo è noto per aver interpretato Superman in Lois and Clark: The New Adventures of Superman, la seconda è invece l’interprete originale del film su Supergirl del 1984!
Nonostante Calista, non mi sento quindi davvero di assegnare più di due porcamiseria alla nostra povera Supergirl.
Twitter Freaks
Su Twitter in generale ci sono state anche opinioni positive su Melissa Benoist e il pilot in sé, specialmente tra il pubblico femminile (che è chiaramente il target di questo Supergirl), ma ovviamente i tweet che piacciono a noi sono quelli più ironici e taglienti.
Mi raccomando, usate sempre il tag #SerialFreaks per commentare gli episodi!
Un altra "City"…certo che alla DC fantasia ZERO #Supergirl
— Simone Fiorindo (@X_Fundo94_X) May 23, 2015
Lexie Gray su un aereo, un incidente certo. #Supergirl
— Young & Feddy (@ffedepi) May 23, 2015
#Supergirl lo inizierei solo se dovessi battere la testa perdendo la concezione di brutto e bello.
— RED (@LaCamyRulez) May 24, 2015
Il pilot di #Supergirl è meno peggio di quel che pensavo (e lei è davvero carina). Ma è troppo Smallville e troppo poco Flash. #SerialUpdate
— Fabio Cristi (@fabiocristi) May 22, 2015
Porcamiseria
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