Marvel’s The Defenders

Mean Right Hook

“Un bel gancio destro”. Un titolo, un programma.

Questo episodio continua il processo di team-up del primo episodio e lo porta avanti magistralmente. Se il pilot ci ha ricordato The Avengers, ora la seconda puntata ci fa quasi venire in mente un Once Upon A Time agli albori e molte altre serie corali. In particolare risalta la capacità di quest’episodio di iniziare con quattro perfetti sconosciuti e finire con i primi due (ruvidi) contatti fra i Defenders; per la gestione di questa convergenza di background differenti meritano senza dubbio uno chapeau gli sceneggiatori, ovvero Marco Ramirez (che ha partecipato anche alla sceneggiatura di Orange is the New Black e Sons of Anarchy) e Doug Petrie (fra gli sceneggiatori di CSI e American Horror Story: Coven) che si erano già incontrati sul set della seconda stagione di Daredevil. La regia è buona, a volte forse appesantita dalla difficoltà nel seguire le scene di azione, che risultano confuse e poco chiare.

L’episodio si apre sulla mattina dopo il terremoto, con Trish che in studio riceve una telefonata che la avverte che non è stata una scossa normale. I Defenders stanno indagando separatamente su quello che non sanno essere lo stesso caso che li porterà ad incontrarsi, ma qui risiede il problema. I villains possono giocare in vantaggio perché sono un gruppo ben consolidato, oltre che ben finanziato, e possiamo vedere da subito da un altro incontro tra Madame Gao e Alexandra come quest’ultima sia ben decisa a giocare le sue carte in fretta. Le due donne durante il loro incontro parlano di ciò che la Gao chiama “muro” ma che Alexandra si affretta a ridefinire “porta”: è chiaro che lei non ci vede un ostacolo, ma un’opportunità che La Mano non può lasciarsi sfuggire. La chiave sarà forse il pugno di Danny?

In ogni caso, i criminali sono organizzati e già all’opera, al contrario dei nostri eroi che sembrano far fatica a prendere le redini della situazione. Cominciamo da quella che sembra essere l’accoppiata di supereroi più “intellettuale”: Jessica e Matt. Sono tutte e due sorvegliati dagli amici avvocati Foggy e la Hogarth, i quali temono che si stiano cacciando nei guai. E non hanno tutti i torti visto che Matt è a passo dal re-indossare il suo costume (cosa che Foggy cerca di evitare coprendolo di casi), e Jessica, dopo aver cercato informazioni su un’azienda con movimenti strani, viene ritrovata dai federali in una stanza con un cadavere e dell’esplosivo. Non tutti i mali vengono per nuocere però, visto che la catena di eventi porterà Matt ad incontrare la Jones e ad offrirle il suo aiuto: questo è sicuramente un gancio destro metaforico non da poco per Jessica, che sappiamo bene essere reticente ad accettare l’aiuto dei suoi amici, figuriamoci degli sconosciuti.

Ma veniamo al nostro gancio destro vero e ad una coppia di eroi con uno stile più “tradizionale”. Mentre Luke aiuta alcune persone a risolvere i danni causati dal terremoto, continua a seguire il caso di Misty per scoprire chi starebbe reclutando dei ragazzini come Cole per alcuni lavori notturni poco puliti. La sua indagine lo porterà a seguire alcuni di loro mentre stanno svolgendo un lavoretto proprio dove, surprise surprise, si trova anche Iron Fist. Non si può dire che il loro incontro sia un colpo di fulmine, piuttosto di destro appunto, ma di sicuro ha lasciato un segno su entrambi (su Danny anche più di uno).

E non scordiamoci infine, la ricomparsa di un personaggio che ha dato del filo da torcere a uno dei nostri Defenders e che probabilmente non scherzerà anche in questa serie.

Ora che le prime presentazioni sono state fatte, però, sarebbe ora di tirare le somme e di far giungere in fretta il team-up, visto che gli episodi sono solo 8 e Netflix sembra essersi scordato che, oltre a girarsi attorno, i supereroi devono anche sconfiggere il nemico, che è già ben organizzato.

Worst Behavior

Una wakizashi? Ottima scelta. Non capiranno cosa li aspetta finché non sarà troppo tardi.

Questo è quanto Alexandra dice ad Elektra dopo il suo risveglio dal mondo dei morti grazie alla Mano, mentre sceglie un’arma. Una frase che riassume bene come si può sentire uno spettatore durante e dopo la visione di questo episodio.

La prima parte del terzo episodio è un flashback che ci ricorda due cose importanti. Prima cosa: Alexandra è al mondo da abbastanza tempo da confondersi e da chiamare Istanbul con il suo vecchio nome. Seconda cosa: è grazie a lei se adesso Elektra è tornata in vita e soprattutto che è diventata ufficialmente Black Sky. Temiamo proprio che, per ora, di scappare con Matt come alla fine della stagione 2 di Daredevil proprio non se ne parli. Il flashback finisce ed Elektra è oggi in forma, sembra aver piena consapevolezza del suo ruolo di arma, ma non di chi fosse prima. Ora è una spietata guerriera, e questa puntata ci mostra che è degna della fiducia che La Mano ripone in lei.

Ci sarà anche un breve incontro fra lei e Stick, il personaggio che è ritornato alla fine del secondo episodio. Dopo una rocambolesca fuga, il mentore cieco riuscirà a raggiungere Colleen Wing, anche se non tutto intero.

Ma non è l’unico punto cruciale dell’episodio: finalmente, dopo 3 episodi, Netflix e la Marvel vengono al sodo e decidono che l’incontro dei quattro supereroi “s’ha da fa'”.

Dopo essersi fatta raccontare da Luke cos’è successo la notte prima, Claire capisce subito che l’uomo indistruttibile ha avuto a che fare con Iron Fist. Per cercare di fargli comprendere che è inutile combattersi fra di loro e che stanno lottando contro lo stesso nemico, l’infermiera organizza un meeting fra i due, aiutata anche da Colleen. L’incontro si trasforma però in uno scontro fra due mentalità, quella naive di Danny e quella più pragmatica e di strada di Luke, che gli fa notare che, essendo lui un privilegiato, ha anche dei mezzi in più oltre al suo pugno per combattere i criminali. E Danny prende il consiglio alla lettera, decidendo così di fare una sorpresa alla Mano.

Nel frattempo anche il primo incontro fra Matt e Jessica non sta andando per il meglio. Caro avvocato Murdock, vorresti offrire aiuto a JJ sperando che lo accetti? Sei fuori strada. Anche se l’ex vigilante la avverte che è meglio stare lontani dalle persone su cui sta indagando, la ragazza riesce ad arrivare fino al quartier generale della Mano usando i suoi mezzi investigativi. Intanto l’investigatrice sarà anche in grado di procurarsi un paio di foto di Matt ~~che saltella incautamente per gli edifici~~ che non si comporta esattamente da cieco.

E non è la sola. Sembra che sia tempo per il tanto atteso team-up che ci regala una scena di combattimento superiore a quelle viste in precedenza, sia come regia sia come coreografia generale delle mosse. Nonostante il generale entusiasmo per questa terza puntata, ci sono due cose che ci hanno lasciato l’amaro in bocca. La prima è che nel combattimento vediamo Luke e Danny molto più presenti degli altri due. Probabilmente questo è dovuto ai preponderanti poteri fisici dei primi. La seconda cosa che ci lascia perplessi è La Mano in sé stessa, o, per meglio dire, il suo scopo. Alexandra è sicuramente un cattivo ben costruito e brillante, ma non percepiamo nessun obbiettivo chiaro e quindi lo scopo della lotta dei nostri eroi contro questo nemico sembra un po’ troppo vago.

Ora che i Defenders sono tutti uniti, volente o nolente, contro un nemico comune (o perlomeno ora sanno che è comune), non resta che capire come si aiuteranno a vicenda. O come si prenderanno a pugni prima di farlo effettivamente. In ogni caso adesso si entra nel vivo della questione e probabilmente la presenza di Stick porterà a degli sviluppi interessanti.