Game Of ThronesSeason 4 Recap

Season Recap Abbiamo lasciato Westeros in guerra nella terza stagione di Game of Thrones, con i Lannister definitivamente egemonici sul territorio. Lo sventurato Red Wedding ha portato via dal gioco praticamente tutta la famiglia Stark, col tradimento dei Bolton e dei Frey. La guerra sembra essere arrivata agli sgoccioli, ma nuovi sviluppi sono dietro l’angolo: Alla casata […]

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Abbiamo lasciato Westeros in guerra nella terza stagione di Game of Thrones, con i Lannister definitivamente egemonici sul territorio. Lo sventurato Red Wedding ha portato via dal gioco praticamente tutta la famiglia Stark, col tradimento dei Bolton e dei Frey. La guerra sembra essere arrivata agli sgoccioli, ma nuovi sviluppi sono dietro l’angolo:

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  • Alla casata dei Bolton di Dreadfort è stato consegnato il Nord e Winterfell, a patto che riescano a conquistarlo con le loro forze. Con loro rimane Theon Greyjoy, dimenticato dalla famiglia e ormai ridotto a giocattolo personale del figlio bastardo di Lord Roose Bolton, talmente seviziato e privato della sua umanità da diventare Reek (dal verbo to reek: emettere un odore pestilenziale).
  • Alla casata dei Frey sono state consegnate le Riverlands e Riverrun, ancora da conquistare, poiché occupate dalle ultime forze della casata dei Tully.

La povera Arya Stark vede svanire davanti agli occhi la speranza di riunirsi ai suoi famigliari, massacrati nella fortezza sul fiume dei Frey, The Twins. Sandor, suo indesiderato compagno, pensa ora di portarla dalla zia Lysa, per ricevere un lauto riscatto.

Sempre al Nord:

  • L’esercito dei Greyjoy continua ad assediare le coste settentrionali di Westeros, occupando anche il punto strategico di Moat Cailin.
  • La casata degli Arryn è stata finora estranea alla guerra. Lord Baelish sfrutterà il titolo nobiliare guadagnato per proporsi a Lysa Arryn, per far guadagnare alla corona un nuovo alleato.

Nelle terre centrali:

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  • I Lannister stessi a King’s Landing avvertono la presenza sempre più ingombrante dei Tyrell, con un matrimonio reale alle porte.
  • Stannis Baratheon è ritirato nella fortezza di Dragonstone, con un esercito esiguo e senza speranze. Trova un’ultima risorsa nella richiesta di aiuto proveniente dalla Barriera.
  • Le terre di Dorne e i Martell sono finora rimasti in silenzio, con la promessa di un matrimonio tra il giovanissimo Trystane Martell e la piccola Myrcella Baratheon e di un posto nel Consiglio per il principe Doran Martell. Per loro è il momento di reclamare ciò che gli spetta.

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A Essos Daenerys Targaryen prosegue nella sua inarrestabile conquista delle città della Slaver’s Bay. Due città su tre sono cadute, ora è il turno di Meereen.

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Il Nord fronteggia la minaccia dei selvaggi, riusciti a valicare la Barriera e pronti ad attaccare da sud. Le forze dei Night’s Watch traballano, in evidente difficoltà, con un Jon Snow di ritorno verso la fortezza.

Bran Stark, Meera Reed e Jojen Reed continuano il loro viaggio oltre la Barriera, grazie alle visioni premonitorie di Jojen.

Riprendiamo da qui, e vediamo cosa ci aspetta.

IL MATRIMONIO REALE

Margaery-Tyrell-and-Joffrey-Baratheon-s-Wedding-Season-4-margaery-tyrell-36918612-3607-2400A King’s Landing si passano gli ultimi giorni di attesa prima del matrimonio tra Joffrey e Margaery (Kate Middleton non sei nessuno), non senza acredine.

Tywin porge il suo regalo a Jaime, una spada di acciaio di Valyria forgiata dalla della vecchia spada di Eddard Stark, Ice. Jaime, nonostante la perdita della mano, intende restare nelle guardie reali, lasciando come unico erede adulto a Casterly Rock Tyrion. Cersei, inizialmente contenta del ritorno del fratello, si sforza di allontanarlo da sé, tanto quanto Tyrion sta sulla difensiva sul suo rapporto con Shae, proibito dal padre.

Non basta: arriva l’ospite d’eccezione, Oberyn Martell (la Vipera Rossa), a reclamare il suo posto nel Consiglio e ad assistere al matrimonio. Suo fratello Doran, gravemente malato, è rimasto a Sunspear, la capitale della casata all’estremo sud di Westeros, il Dorne. Il principe non lesina risentimento nei confronti dei Lannister, colpevoli durante la ribellione di Robert di aver ucciso sua sorella Elia e i suoi nipoti. Minaccia aperta vendetta e intende cercare il mandante del massacro.

Sansa, in profondo turbamento per la morte dei suoi ultimi (a sua conoscenza) famigliari, si reca nel giardino sacro per trovare un po’ di pace. Vi trova Ser Dontos che, ancora riconoscente per averlo salvato dall’essere giustiziato da Joffrey, le regala una collana di pietre preziose.

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Sarà proprio questa collana la causa del delirio che avverrà al matrimonio.

Dopo lo sfoggio dei regali ricevuti da Joffrey (tra cui l’altra parte della spada, battezzata Widow’s Wail), il convivio organizzato per gli sposi assume toni sempre meno divertenti: Tyrion è costante bersaglio delle angherie del nipote, tanto da essere obbligato a servirlo e riempirgli la coppa. Il momento è cruciale: Olenna Tyrell, complice il taglio della torta, prende con nonchalance una pietra dalla collana di Sansa e la sbriciola nel calice. Il seguito verrà ricordato come uno dei più grossi momenti di giubilo della storia delle serie TV: il vino avvelenato viene bevuto da Joffrey, che stramazza al suolo agonizzante morendo soffocato (crepa bastardo!!!), e Tyrion viene ingiustamente incolpato dell’omicidio.

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Sansa, allibita, viene prelevata di soppiatto da Ser Dontos, e condotta a bordo di una nave il cui proprietario è nientemeno che Lord Baelish. Organizzatore del complotto con la collaborazione di Olenna, Petyr non è mai partito, bensì aspettava solo Sansa per portarla in salvo da King’s Landing e verso l’Eyrie. Unica vittima sacrificale proprio Ser Dontos, onde evitare che riferisca della fuga di Sansa ad anima viva.

THE EYRIE (SANSA)

4.05vL’arrivo di Sansa Stark all’Eyrie è sotto copertura. La nuova identità, Alayne Stone, deve essere mantenuta per non far saltare i piani di Petyr; le uniche persone autorizzate a saperlo oltre a lui sono Lysa e il piccolo Robin Arryn, finalmente un po’ più indipendente.

Lysa, da brava psicopatica quale è, mostra subito il suo atteggiamento paranoico e geloso nei riguardi di Petyr, sposandolo e cercando contemporaneamente rassicurazione sulla verginità della giovane Stark, per poterla dare in sposa a Robin a tempo debito. Sansa si difende bene dai comportamenti erratici della zia, dando prova di essere perfettamente in grado di fingere e raccontar palle, grazie alla permanenza forzata in quel covo di vipere di King’s Landing.

Arriva anche una grossa rivelazione: nella sua pazzia, Lysa ha orchestrato la morte del suo defunto marito Jon Arryn, spinta dall’amore per Petyr. Moralmente la scoperta scagiona i Lannister, finora ritenuti universalmente i colpevoli, ma getta un’ombra di dubbio su Petyr, evidentemente la metaforica miccia che ha innescato tutti gli eventi.

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Tutto supera il presto il limite: a seguito di un litigio tra Robin e Sansa, Lord Baelish approccia la giovane e inaspettatamente la bacia per consolarla. Lysa è furiosa e apre la Moon Door, minacciando di gettarla nel vuoto. Petyr interviene e salva la ragazza, confessando alla moglie di aver amato solo Catelyn, e spingendola un momento dopo nella Moon Door, mettendo fine alla sua vita.

I vassalli maggiori degli Arryn vogliono ovviamente vederci chiaro, ma ci pensa una Sansa-Alayne da premio Oscar a convincerli dell’innocenza di Baelish. Sansa è pronta finalmente a entrare con fierezza e intelligenza nel gioco dei troni, con un nuovo audace look e capelli tinti di nero corvino.

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Una figa pazeska.

LA RICERCA DI BRIENNE

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In seguito al gran macello successo al matrimonio, Jaime affida a Brienne il compito di ritrovare Sansa Stark e di proteggerla tenendola lontana da Cersei, e le dona la spada ricevuta dal padre, battezzandola Oathkeeper.

Brienne si mette in viaggio per questa missione con lo scudiero Podrick Payne, con suo grande disappunto, vista la sua scarsa abilità nel far cose che non siano servire vino (colpa di Tyrion). Nel loro viaggio decidono di mantenere il giusto riserbo sulla missione, e partono alla volta di Castle Black, dove presumono sia scappata Sansa.

Fermati ad una locanda vengono a conoscenza del passaggio di Arya e Sandor Clegane nei dintorni, e decidono di cambiare meta, puntando verso l’Eyrie, per prossimità genealogica della giovane Stark. Qui troveranno per caso due persone di ritorno dal Bloody Gate

LE RIVERLANDS (ARYA)

Arya_Stark-First_of_his_NameAccompagnata da Sandor, la più giovane Stark è sulla strada per raggiungere The Vale e l’Eyrie. Il rapporto tra i due, costellato di insulti e frasi di disprezzo, si fa paradossalmente più amichevole, nei limiti del possibile.

Certo, il nome di Sandor è nella lista dei desideri di Arya, ma ciò non toglie che lei abbia da imparare dall’ex cavaliere. Sandor gli dà diverse lezioni di vita, dopo aver derubato una povera famiglia di agricoltori nelle Riverlands, e sostenendo che il mondo è ben più crudele di quanto lei possa immaginare. Arya, dal canto suo, fa passi da gigante con Needle, arrivando a togliere di mezzo due persone dalla sua lista con abilità; ciò che la guida è la vendetta, implacabile e senza traccia di compassione umana.

I due arrivano al Bloody Gate, e per l’ennesima volta le speranze di Sandor di levarsi dai piedi la ragazzina sono disattese: la reggente Lysa Tully è appena morta. Arya ride di gusto dell’ironia della cosa, e i due tornano indietro, senza altra meta apparente.

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Al ritorno incrociano Brienne e Podrick, diretti proprio verso il palazzo degli Arryn. Tra la donna guerriero e Sandor ha luogo un violento scontro, con la lady di Tarth come vincitrice; Sandor è morente, a causa della caduta da un dirupo, e Arya, scappata dalla sorveglianza di Podrick, si rifiuta di dargli il colpo di grazia, lasciandolo sofferente nei suoi ultimi momenti di vita.

La giovane Stark prosegue da sola il suo viaggio disperato. Arriva al porto di Saltpans, dove incontra alcuni marinai Braavosi. Coglie la palla al balzo, mostrando la moneta e dichiarando “Valar Morghulis”. I marinai la accolgono a bordo, alla volta della città libera di Braavos dall’altra parte del mare.

DREADFORT (REEK)

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Avevamo lasciato il povero Reek in balìa delle torture di Ramsay Snow, che lo aveva privato dell’unica parte a renderlo fieramente uomo (sì, esatto, il salsicciotto). Il bastardo dei Bolton, come se non si fosse capito, è pazzo da legare, e si diverte ad andare a caccia di ragazze, letteralmente. Coi cani. Ed arco e frecce.

I suoi macabri passatempi vengono interrotti dal ritorno del padre Roose Bolton dal Red Wedding, con nuovi piani bellici. Il piano è di iniziare a riconquistare il nord e i territori dominati dai Greyjoy, iniziando da Moat Cailin. Data la struttura della città, l’unico modo intelligente per la conquista è tramite l’infiltrazione di Reek, che reciterà la parte di un personaggio che non esiste più: Theon Greyjoy.

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La non esistenza di Theon, privato della sua dignità umana, è motivata da un ultimo evento prima della sua partenza: Yara arriva a Dreadfort nottetempo senza essere scoperta, con il proposito di liberare il fratello; vedendolo privo di ogni umanità e reticente a passare dalla sua parte, Yara riconosce la sua “morte”, rinunciando definitivamente al salvataggio.

La missione di Reek ha successo: l’infiltrato propone termini per la resa di Moat Cailin alle truppe dei Greyjoy, e questi vengono accettati, con l’ammutinamento del comandante in carica del controllo della città in seguito alla promessa di non uccidere nessuno. Tutto si risolve però in una carneficina, in cui ogni singolo soldato fedele ai Greyjoy viene massacrato e scorticato, in pieno stile Bolton. Ramsay viene premiato con la legittimizzazione del suo cognome in quanto erede di Roose, e Reek ottiene in promessa un bel bagno caldo per il suo strabiliante gesto. La prossima tappa è Winterfell, o quel che ne rimane.

DRAGONSTONE (STANNIS)

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A Dragonstone inizia a far caldo, col sacrificio al dio R’hllor del vassallo Axell Florent (fratello di Selyse, moglie di Stannis!), accusato di eresia, in quanto non convertitosi alla nuova divinità. Davos assiste al rituale, ormai nemmeno più di tanto schifato, ma meglio che taccia, che con Stannis c’è poco da fare i simpatici.

Militarmente la situazione è tragica e il Lord non sa dove voltarsi per cercare alleati, ma intravede un barlume di speranza alla notizia della morte di re Joffrey; c’è solo un piccolo problema ad impedire l’acquisto di forze militari: non ci sono i pippi. L’unica opzione è affidarsi alla Iron Bank of Braavos, e chiedere un piccolo prestito all’800% di interessi, perché Strozus, in latino, vuol dire acafiuma.

I banchieri chiedono chiare garanzie, che Stannis non è in grado di dare, ma Davos assicura con un bel discorsetto che riuscirà a recuperare i quattrini, vista la situazione traballante a King’s Landing. Alla fine c’è ancora Tywin in gioco e in grado di governare, ma ha pur sempre la sua età, e prima o poi dovrà passare a miglior vita. Ottenuto il prestito, Stannis acquisisce nuovamente la flotta di Salladhor Saan, chiaramente insufficiente di per sé a minacciare i Lannister. Non gli rimane che un’ultima, interessante opzione…

LA FINE DI CRASTER’S KEEP (JON)

Schermata 2015-04-10 alle 23.53.17Jon è tornato a Castle Black, in convalescenza dalle ferite riportate scontrandosi con Ygritte. La pace ha breve durata per lui, infatti viene portato al cospetto dei comandanti rimanenti dei Night’s Watch: qui confessa il suo reclutamento come spia nelle file dei Free Folk, non mancando di menzionare il sesso acrobatico fatto con Ygritte. Dopo un’iniziale titubanza, convinti da Maester Eamon, i generali decidono di risparmiare la vita di Jon (che tanto, se si dovessero ammazzare tutti quelli andati a letto con qualcuno, rimarrebbe solo il vecchio).

Prima di poter anche solo organizzare le difese contro i wildlings in arrivo da sud arriva l’allarme di due fuggitivi da Craster’s Keep, e onde evitare che i selvaggi in viaggio da nord scoprano che le loro difese sono più magre di quanto sospettato, si rende necessario un intervento urgente contro i disertori. Jon convince alcuni volontari ad attaccare i traditori nella baita, con un piano che gli assicurerà di coglierli di sorpresa.

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La spedizione è un successo: Jon e i compagni riescono a sventare la minaccia dei disertori con pochissime perdite e danno fuoco all’accampamento di Craster, lasciando libere le sue figlie/mogli. L’unica morte rilevante è quella di Locke, infiltrato per conto di Bolton nei Night’s Watch con lo scopo di trovare Bran e Rickon Stark (ha scoperto che non sono realmente morti) e ucciderli; particolari le circostanze della sua morte, col collo visibilmente spezzato.

Samwell Tarly nel frattempo ha portato in salvo Gilly a Castle Black, ma temendo per la sua incolumità la porta a Mole’s Town, sperando di trovarle un’occupazione adeguata.

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Non ci è dato ancora sapere che conseguenze porterà l’interruzione dei sacrifici dei figli maschi di Craster ai White Walkers, ma possiamo solo ricordare, prima della distruzione dell’accampamento, un non-morto un po’ meno decomposto degli altri porta in una fortezza all’estremo nord un neonato, prelevato dalla foresta (un grosso WTF anche per i lettori della saga, dato che questa scena non è riportata nei libri, e può costituire un elemento di sviluppo futuro molto importante)…

LA DIFESA DELLA BARRIERA

Schermata 2015-04-11 alle 00.05.02Manca pochissimo all’attacco dei wildlings su entrambi i fronti della Barriera, e i consigli di Jon di sigillare il tunnel vengono ignorati dal comandante Ser Alliser Thorne. Jon e Sam vengono mandati in cima al gigantesco muro, dove si confrontano prima della battaglia, soprattutto su temi da adolescenti del tipo come è stato infilare il pisellino nella farfallina di Ygritte, e via discorrendo.

I nemici non tardano ad arrivare, con Tormund Giantsbane e Ygritte da sud (dopo il saccheggio di Mole’s Town, che fa tornare Gilly alla Barriera), e Mance da nord, in mezzo a mammut e giganti che provano a sfondare i cancelli del tunnel sottostante la Barriera. La difesa dei Night’s Watch è all’ultimo uomo, Sam incluso: Jon riesce a trattenere l’avanzata dei selvaggi sia dall’alto, con barili infuocati e un enorme arpione sganciato dalla parete della Barriera, sia a Castle Black, sconfiggendo il capo dei Thenn e prendendo il comando al posto di Thorne, ferito in battaglia. Intanto l’altro comandante, Janos Slynt, scova Gilly e il bambino in una stanza del castello, e rimane nascosto codardamente fino alla fine della battaglia.

Schermata 2015-04-11 alle 00.06.47Negli ultimi momenti della battaglia, alcuni valorosi Night’s Watch accorrono nel tunnel sotterraneo e riescono a fermare l’avanzata del gigante, sacrificandosi, mentre Jon trova Ygritte, che incocca una freccia pronto a ucciderlo. Purtroppo per lei, mentre esita davanti all’amato, la rossa viene colpita a morte da una freccia, e muore tra le braccia di Jon.

La battaglia si risolve con una vittoria risicata per I Night’s Watch, ormai ridotti allo stremo e senza risorse. Il giorno successivo Jon tenta un’ultima mossa disperata: andare a parlare con Mance Rayder per convincerlo alla resa, uccidendolo personalmente in assenza di collaborazione da parte sua. Ovviamente Snow fa il passo più lungo della gamba, ma la sua vita viene salvata all’ultimo secondo da un alleato inaspettato.

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Stannis arriva con la cavalleria e sbaraglia le forze dei wildlings in pochi minuti, presentandosi a Mance come il legittimo re dei Sette Regni; ora Jon si trova schiacciato tra due re, e dovrà decidere come comportarsi nei confronti del suo salvatore. Negli ultimi attimi di pace ritrovata ordina la cremazione di tutti i cadaveri vittime della battaglia, pensando personalmente a dare l’ultimo commovente addio a Ygritte.

IL DESTINO DI BRAN

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Appena oltrepassata la Barriera, Bran e compagni si dirigono ancora più a nord, grazie alle visioni di Jojen. L’ultimo erede degli Stark ci prende un po’ troppo gusto nel passare nel corpo di Summer coi suoi poteri, nonostante l’avvertimento dei suoi compagni sulla pericolosità del gesto. Durante uno dei suoi trip avviene l’epifania: tra le altre visioni (la più evocativa è l’ombra di un drago su King’s Landing), il corvo con tre occhi gli intima di raggiungere un grosso albero sulla collina, più a nord, e incontrarlo sotto le sue radici.

Il viaggio non è di certo una passeggiata tranquilla. Un primo intoppo avviene a Craster’s Keep, dove Bran, Jojen Meera e Hodor sono presi in ostaggio dai Night’s Watch disertori. L’arrivo di Jon consente ai ragazzi di riacquisire la libertà, sventando contemporaneamente il piano di Locke, ucciso brutalmente da Hodor. Ai due Stark non sarà tuttavia permesso di ritrovarsi: se Jon e Bran si incontrassero, l’incontro con il corvo con tre occhi andrebbe a monte, con imprevedibili conseguenze.

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Finalmente giunto all’albero sacro, il gruppo viene attaccato da scheletri non-morti. Nella battaglia, il gruppo ha la meglio, grazie al provvidenziale aiuto di uno dei misteriosi Children of The Forest (antica razza abitante Westeros secoli fa), sacrificando il prezioso alleato e amico Jojen, colpito a morte da uno scheletro. Nell’albero Bran fa finalmente la conoscenza della forma umana del corvo con tre occhi, che inizia a dargli una vaghissima idea del suo importante compito. Il piccolo Stark non sarà certo in grado di camminare, ma grazie ai suoi enormi poteri sarà in grado di fare molto più di quanto possa immaginare.

L’ASSEDIO DI MEEREEN (DAENERYS)

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Dany si appresta a marciare su Meereen, l’ultima delle città della baia degli schiavisti; lungo la strada a minacciarla 163 figli di schiavi Meereenesi crocefissi, uno per ogni miglio. La Khaleesi ordina la cremazione dei poveri cadaveri, prelevandone prima i collari da schiavo, arrivando infine alle porte della città: i nobili la scherniscono dall’alto delle mura e Dany in tutta risposta gli fa catapultare addosso una vagonata di barili, pieni di collari da schiavo, per farli un po’ cagare in mano.

Il piano per la conquista della città avviene in un lampo, con Grey Worm infiltrato nella città assieme a un manipolo di Unsullied. Nessun intervento militare, sola strategia: gli schiavi, in netta maggioranza numerica a Meereen, vengono convinti a ribellarsi ai loro proprietari, sollevati dalla presenza della Khaleesi liberatrice. Poco dopo avviene l’occupazione militare che ribalterà la dittatura schiavista, con Dany che fa allestire la bandiera dei Targaryen in cima alla statua che sovrasta la città e, rispondendo per le rime, fa crocifiggere 163 nobili fuori dalle mura.

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I mercenari di Daario Naharis nel frattempo hanno conquistato 93 navi Meereenesi. Daenerys tuttavia dubita di essere pronta alla definitiva conquista di Westeros, visto lo stato precario in cui ha lasciato le città già conquistate, Astapor e Yunkai: la prima è stata vittima di un colpo di stato in sua assenza, mentre la seconda manda minacce di guerra, avendo ristabilito la tratta degli schiavi. Dany si chiede come potrebbe mai essere in grado di dominare Westeros, se non è nemmeno in grado di dominare tre città lungo una baia. Decide di fermarsi a Meereen e fare quello che deve fare una regina: governare. Inizia subito a trattare il problema di Yunkai, mandando Daario e lo schiavista pentito Hizdahr zo Loraq in testa a un piccolo esercito per reprimere la minaccia, fornendo comunque una scelta ai suoi nemici: o vivere nel suo nuovo mondo, o morire nel loro vecchio mondo.

Altri problemi, interni a Meereen, non tardano comunque a presentarsi, con una schiera infinita di supplicanti che mettono in dubbio le scelte di Dany. Di particolare rilevanza lo schiavo Fennesz: davanti a una Daenerys incredula, chiede di essere riammesso come schiavo per il suo padrone, poiché ormai anziano e incapace di rifarsi una vita da uomo libero, e temendo per la sua incolumità nelle case comuni messe a disposizione dalla regina. Dany riflette sulla saggezza delle proprie drastiche scelte, acconsentendo a Fennesz di tornare dal suo padrone, sebbene non a titolo gratuito.

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Due grosse delusioni sono in agguato per la Khaleesi, una delle quali dalla persona che riteneva più vicina e fedele a lei. Ser Barristan Selmy scopre le passate attività di spionaggio di Jorah Mormont, e corre ad avvisare Daenerys. Lei, allibita, gli ordina di andarsene immediatamente da Meereen; lo scambio di battute dai due è molto forte, ma alla fine Jorah va via dalla città.

L’altra delusione arriva poco dopo, durante il ricevimento dei supplicanti. Un pastore arriva in lacrime davanti al trono, con in braccio un fagotto, sostenendo che uno dei suoi draghi, il più adulto Drogon, ha ucciso la sua figlioletta. Porta con sé le ossa della bambina carbonizzata, davanti ad una incredula Daenerys. La regina è quindi costretta a incatenare gli altri due draghi, Viserion e Rhaegal, nei sotterranei.

KING’S LANDING (TYRION, CERSEI, JAIME)

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Dulcis in fundo, la parte grossa della stagione si svolge a King’s Landing, deliziata scossa dalla morte dell’odioso re Joffrey e pronta a giudicare Tyrion come principale esecutore dell’omicidio per avvelenamento. Si può dire che il nano non sia l’unico chiamato in causa, in quanto Tywin sospetta che Oberyn Martell sia stato d’aiuto, in quanto esperto di veleni. Oberyn ammette le sue doti ma fa spallucce, deviando il discorso (lo farà parecchie volte, è di un pesante…) sulla sorella morta e sull’esigenza impellente di regolare la questione in sospeso con Gregor Clegane. Tyrion, in cella, saluta per l’ultima volta Podrick, che seguirà Brienne fuori dalla capitale.

Intanto la matriarca dei Tyrell se la svigna a Highgarden, confessando alla nipote di essere l’autrice del regicidio, e avvertendola di stare attenta a Cersei, accecata dalla rabbia e iperprotettiva verso Tommen: non è da escludere che farà di tutto per mettere in cattiva luce la giovane vedova, in procinto di sposare l’ormai ultimo erede dei Lannister. Pochi giorni dopo Tommen viene incoronato, per quanto realmente il potere sia in mano al nonno Tywin, che cerca meglio che può di istruire il giovane.

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Il momento del processo non tarda ad arrivare, con come giudici Tywin Lannister, Oberyn Martell e Mace Tyrell (quest’ultimo, il padre di Margaery, utile come una sciarpa di lana ai tropici). Sin dalle prime testimonianze è evidente di come sia tutta una messinscena volta a incastrare Tyrion, con grande piacere della regina Cersei (particolarmente rilevanti le testimonianze di Grand Maester Pycelle, Cersei e Varys).

Jaime, durante l’intervallo, propone a Tywin di risparmiare la vita di Tyrion, promettendo che se lo farà rinuncerà al cavalierato e diventerà l’erede di Casterly Rock. L’unica speranza per l’accusato è che confessi il crimine e supplichi pietà, per mandarlo nei Night’s Watch. Secondo me il padre Tywin sperava in un questa proposta, con il proprio figlio maschio seduto sul seggio di famiglia… Memore della brutta fine di Ned Stark, Tyrion non ne vuole sapere.

Nel secondo atto del processo arriva il colpo di grazia: Shae è chiamata a testimoniare e supporta le accuse a Tyrion, incredulo. Incazzato nero, l’accusato chiede di poter dire un’ultima parola sui fatti, in un discorso potentissimo in cui sostiene che l’unico suo crimine sia quello di essere un nano, di aver effettivamente desiderato di uccidere Joffrey, per quanto non sia esecutore dell’omicidio, e chiede l’impensabile: il giudizio tramite combattimento.

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Cersei, mica scema, ha già schierato la sua pedina, Gregor Clegane, soprannominato “La Montagna” non perché ami particolarmente le passeggiate nei boschi. Tyrion di contro è con le spalle al muro, tradito da Bronn, a cui è stato promesso il cavalierato da Cersei per farlo stare dalla sua parte, e con un fratello oggettivamente impossibilitato a dargli una mano (ah ah ah… ok, pessima battuta). L’ultima speranza si presenta inaspettatamente con la candidatura di Oberyn Martell, che coglie l’opportunità di poter uccidere Clegane, vendicando la sua famiglia.

Il combattimento avrà luogo di lì a poco, in un’arena gremita di spettatori. Oberyn sceglie una lancia accuratamente avvelenata come arma, conscio del fatto che sarebbe la sua fine se si lasciasse anche solo sfiorare da Clegane. Tutto si svolge in una manciata di minuti: Oberyn surclassa la montagna umana con ripetuti colpi e acrobazie, stancandolo e portandolo a terra, mentre continua a provocarlo per fargli ammettere di aver ucciso la sorella Elia, chiedendo il nome del mandante del massacro. Tutto sembra volgere a favore di Tyrion, fino al primo (e fatale) errore della Vipera Rossa.

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Oberyn incautamente si avvicina troppo all’avversario, convinto di avere ormai la meglio. Clegane lo fa inciampare, e monta su di lui, intrappolandolo. Spinto dalla rabbia e dalle dolorose ferite, la montagna ammette le sue deplorevoli azioni e fa scoppiare gli occhi all’avversario, stringendo con violenza la sua testa, fino a frantumargli il cranio. L’amante di Oberyn, Ellaria Sand, urla alla vista della fine del suo amato, mentre Tyrion viene dichiarato colpevole e condannato a morte.

Il giorno seguente vengono a galla gli ultimi dissapori dei Lannister. Cersei, fa visita a un Gregor Clegane morente dal veleno di manticora, e viene rassicurata da Qyburn e dai suoi metodi poco ortodossi di guarigione; egli sostiene di poterlo ancora guarire, o perlomeno trasformare in “qualcosa” che comunque le sarà di aiuto. Passa a trovare il padre, ribadendo il rifiuto categorico di sposare Loras, terrorizzata da una sua partenza verso Highgarden, che lascerebbe il figlio conteso fra Tywin e Margaery, da lei odiata profondamente. Tywin se ne infischia dei sentimenti della figlia, finché Cersei non minaccia di spifferare a tutto il regno la sua storia d’amore con Jaime se i suoi desideri non venissero esauditi. Successivamente la regina torna da Jaime, con cui sfoga la sua frustrazione (sappiamo benissimo come).

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La notte prima dell’esecuzione, Tyrion riceve una visita inaspettata dal fratello Jaime. Il fratello ha architettato un piano con Varys per far fuggire Tyrion di soppiatto dalla capitale, verso le città libere oltre il mare. Il fuggitivo saluta Jaime, forse per l’ultima volta, ma decide prima di raggiungere le stanze della Hand of The King attraverso i passaggi segreti del Red Keep.

Sbucando nella stanza da letto di Tywin, Tyrion trova Shae nuda nel letto del padre. Preso dalla rabbia la assale, strangolandola a morte. Non soddisfatto, nota la balestra di Joffrey sul muro e decide di prenderla, andando a trovare papà, al momento seduto sul cesso. Il padre cerca per quanto possibile di dissuadere Tyrion dal commettere gesti sconsiderati, ma fa un’infelice scelta lessicale: non appena pronuncia la parola “puttana” per la seconda volta si becca una freccia in pancia, con sguardo sbigottito. Pochi secondi dopo Tyrion scocca l’ultima freccia, stanco delle parole del padre, uccidendolo. Lascia la stanza e prosegue lungo la strada per il porto, accolto da Varys, che non credeva Tyrion capace di un simile gesto, e insieme salgono su una nave mercantile diretta nel continente di Essos, mentre le campane di King’s Landing risuonano a morto.

 

 

Porcamiseria

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