13 Reasons WhySeason 2 Recap: Nessuna speranza?

La seconda stagione di 13 reasons why ci mostra le conseguenze scatenate dalle denunce fatte da Hannah sulle sue cassette: dalle reazioni personali dei ragazzi conosciuti nella prima stagione fino all'aula del tribunale.

7.2

Quando una serie tratta da un libro esaurisce il materiale originale già nella prima stagione, una prima stagione bene o male autoconclusiva e perfettamente in grado di porre la parola fine alla storia, è sempre pericoloso decidere di proseguire per una seconda stagione.

E’ pericoloso perché il nuovo materiale potrebbe non essere all’altezza dell’originale, e perché bisognerà forzare la mano per riaprire una storia ormai chiusa. Il rischio di scadere nel banale, di rovinare quanto di buono fatto con la prima stagione e di deludere i fan è enorme. Ma i soldi sono soldi, e quando una serie ha avuto un grande successo è difficilissimo per un produttore lasciar perdere e ignorare la possibilità di un sequel.
E così eccoci a parlare della seconda stagione di 13 reasons why, una stagione che sarebbe potuta benissimo non esistere, che travalica le pagine del libro e riapre una storia che sembrava chiusa con la fine delle cassette.
E, diciamolo subito, il risultato non è all’altezza della prima stagione.

Sotto certi punti di vista è stato fatto un ottimo lavoro, cogliendo gli spunti giusti, focalizzando l’attenzione su determinati aspetti, riprendendo e ampliando il discorso cominciato un anno fa e dimostrando di tenere di conto l’attualità. Ma alcune scelte lasciano parecchio perplessi, soprattutto alla luce delle polemiche infinite scatenate dalla prima stagione e che hanno spinto Netflix a proporre ovunque messaggi per aiutare chi possa essere in difficoltà. In più abbiamo un finale a sorpresa che era prevedibilissimo per come vi si arriva, che non ha il minimo senso nel suo svolgimento e che lascia oltremodo perplessi, un finale che sembra creato appositamente solo per dare il La a una terza stagione.

Partiamo dai pregi di questa seconda stagione: per cominciare, il focus è sulle conseguenze di quanto avvenuto nella prima stagione. Le cassette hanno dato consapevolezza ai loro protagonisti di quanto successo e di eventuali loro colpe: c’è chi ha reagito tentando il suicidio, chi ha tagliato i ponti con la sua vecchia vita fuggendo via, chi cerca di fare finta di niente, chi cerca di andare avanti e di seppellire quanto venuto fuori.
E poi c’è Clay, che è ossessionato dal ricordo di Hannah. Letteralmente. Arriva a vederla vicino a sé, a parlarle. Inizialmente si ha anche il terrore di una svolta soprannaturale che rovinerebbe tutto, ma per fortuna non si sfocia mai in quel campo minato e si riesce sempre a rimanere entro certi limiti ben delineati. Comunque, e ovviamente, queste visioni del ragazzo gli rovineranno del tutto una vita già complicata di suo e porteranno alla rottura con la sua nuova ragazza, l’affascinante Skye comparsa alla fine della prima stagione. Una ragazza tanto per cambiare problematica, molto problematica, con Clay che probabilmente è mosso anche da un desiderio di non ripetere gli errori commessi con Hannah e di non lasciarla sola con i suoi problemi. Ma è un peso troppo grande per un ragazzo, e alla fine arriveranno a capirlo.
Ecco, questa è una delle poche storie con un lieto fine, in questa stagione.

La verità è più complessa di quanto non credessimo, e ogni testimonianza aggiungerà dettagli a una storia che ritenevamo di conoscere già nella sua interezza

Veniamo ora alla trama che regge l’intera narrazione della stagione, la causa in tribunale contro la scuola.
Dopo aver ricevuto e ascoltato le cassette, la madre di Hannah ha deciso di passare all’attacco e non potendo, in mancanza di prove, muoversi contro la potente famiglia di Bryce si è mossa contro la scuola attaccandone la negligenza. Qui a scuola ritroviamo un Kevin Porter che, come avevamo già visto, è rimasto sconvolto dall’accaduto, ha messo in discussione sé stesso e il suo lavoro, e ora pare deciso a fare di tutto per aiutare tutti i ragazzi che potrà raggiungere malgrado la direzione scolastica, che più che cattiva appare come incurante, sprezzante, indifferente. Ci sono stati due suicidi? Bene, basterà proibire di parlarne perché nessuno pensi di emularli. Bullismo? Assolutamente no, goliardia giovanile. Stupri? Non scherziamo, i nostri atleti sono ottime persone!
La causa porterà a testimoniare praticamente tutti i protagonisti delle cassette e introdurrà un altro tema fondamentale in questa stagione, e cioè che la verità è sempre più complessa di quanto non si creda.
Hannah non ha certo mentito nelle cassette, ma ha raccontato la sua verità, la sua parte di verità. Con le testimonianze di Zach e Tyler, di Courtney e di Ryan, la nostra concezione di cosa sia realmente accaduto muta, si amplia. Non è cambiato il succo del discorso, ma cambiano parecchi eventi di contorno. Si capisce meglio perché Hannah se la sia presa così tanto con determinate persone, ora che sappiamo quali siano stati i loro rapporti. Come mai si sia sentita così tradita da Courtney e da Zach, per esempio.

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Chiaramente, trattandosi di adolescenti, vengono fuori anche altre cose. Cose che non aveva detto, cose sacrosante e private ma che cambiano la percezione che si ha di lei, sia per quanto riguarda la giuria del tribunale che viene a sapere di foto sexy che si era fatta o della sua prima relazione amorosa e clandestina, sia per quanto riguarda un Clay che idolatrava e idealizzava la ragazza scoprendone solo ora la sua umanità.
E in questi momenti di crisi, quando ammette di non sapere più che pensare di Hannah e se la prende con il suo fantasma, è paradossalmente Justin a rimetterlo in riga chiarendogli una cosa che dovrebbe essere ovvia e scontata per tutti: non è che perché la ragazza ha amato una persona, ha fatto sesso con un ragazzo e ne ha baciato un terzo, allora ha fatto qualcosa di sbagliato o deve cambiare la percezione che se ne ha.

Sai con quante ragazze sono andato a letto? Davvero tante. Questo fa di me una specie di playboy e… i miei amici pensavano che fossi il migliore.
Hannah, va a letto con un ragazzo. Ha una cotta per un altro, ovvero per me, e ne bacia un terzo, ovvero tu. E va tutto bene, giusto? All’improvviso diventa una puttana? All’improvviso non sai chi sia? Sei uno stupido idiota.

In tribunale i ragazzi affronteranno il duro mondo degli adulti, e davanti alla scaltrezza degli avvocati scopriranno come le loro parole possano venire rivoltate e usate in maniera opposta alle loro intenzioni, come anche volendo fare la cosa giusta finiscano incredibilmente per aiutare i loro nemici.
Senza contare ovviamente chi invece va in tribunale per salvarsi, per coprire le proprie tracce e mantenere immacolata la propria fedina penale.

Tornando alla scuola, si affrontano molto più da vicino tematiche calde e scottanti.
Il bullismo, con qualche misterioso atleta che sembra disposto a tutto per far tacere i ragazzi in tribunale, dalle intimidazioni agli attacchi fisici.
Lo slut shaming, con la denigrazione di chi ha subito lo stupro per far ricadere su di lei la colpa dell’accaduto.
Le conseguenze dello stupro subito, con Jessica che vorrebbe solo dimenticare e tornare a vivere, ma che scopre di non esserne in grado, di essere stata marchiata nel profondo da quella notte. E per quanto si voglia urlare insieme a Clay che deve testimoniare, che deve accusare Bryce e confermare la versione di Hannah, per loro due e per tutte le altre vittime passate e future, si capisce anche che è la sua di vita, è una situazione assurda e nel caso dovrà essere lei a volerne parlare, se e quando sarà pronta.
Resta invece quasi in secondo piano, abbastanza ininfluente a dirla tutta, la trama che dai promo sembrava centrale, e cioè le fantomatiche polaroid che ogni tanto Clay riceve, che mostrano atti di stupro da parte di Bryce e che portano con sé il messaggio che le cassette erano state solo l’inizio. Una scelta che durante i mesi di attesa aveva fatto storcere il naso a molti, vista come un’inutile scopiazzatura dell’espediente delle cassette e che invece, e fortunatamente, si rivela essere quasi esclusivamente un espediente per catturare l’attenzione nei trailer.

La parabola di Tyler in queste due stagioni sembra indicare la possibilità di un riscatto sociale e mostrare come con le giuste amicizie si possa uscire dall’angolo. Ma anche questo barlume di speranza verrà affogato in un’abbondante dose di brutale e cinico realismo

E sempre a scuola sembra poi potersi creare un’altra storia positiva, riguardante Tyler.
Tyler, il fotografo morboso che aveva picconato la serenità di Hannah e che era stato bullizzato in seguito alle cassette, nella prima parte di questa seconda stagione assume quasi un manto da vendicatore guidando la riscossa degli oppressi.
E come succede spesso, tutto inizia con una nuova amicizia. L’amicizia giusta al momento giusto. Tyler è bersagliato da tutti e ridicolizzato, quando in suo soccorso arriva Cyrus, un ragazzo punk con al seguito il gruppo di amici. Emarginati per scelta, fuori dagli schemi e felici di esserlo, accolgono tra di loro Tyler e qui finalmente il ragazzo trova una sua dimensione, un suo branco che lo protegge e che gli è amico. Insieme progettano scherzi e vandalismi contro la scuola e contro chi ha veramente attaccato Hannah. Bersagliano Marcus e Bryce, odiano ipocriti e stupratori. E in più la sorella di Cyrus si interessa a Tyler, la parabola da emarginato a accettato potrebbe essere giunta al lieto fine.
E invece no. Perché l’incapacità relazionale di Tyler riuscirà a distruggere tutto questo, passando da una gaffe all’altra, inimicandosi i suoi nuovi amici e allontanandoli, attirandosi le ire e il bullismo spietato degli atleti. Rimanendo così solo, ferito come non mai, devastato psicologicamente dopo una delle scene più brutali mostrate in questa serie.

Nel finale, prevedibile e annunciato a lungo negli episodi precedenti, la cosa più incomprensibile è il comportamento di Clay che agisce correttamente, ma poi sembra rimanere fermo in attesa di un inevitabile errore della polizia, che lo possa trascinare di peso in una terza stagione totalmente diversa dalle due precedenti

E qui si entra nel territorio dei difetti della stagione.

Intanto, questo finale cui ho già accennato.
Il molto spazio dedicato a Tyler e alla sua passione per le armi diventa allarmante quando la sua parabola diventa discendente, e dopo l’attacco subito nel bagno della scuola è chiaro cosa succederà. E’ meno chiaro perché Clay si comporti così con lui, invece, e quali conseguenze subirà per aver cercato di proteggere questo ragazzo che non è nemmeno mai stato veramente suo amico.
Un finale che sembra forzato, scritto apposta per trascinare la serie avanti per un’altra stagione.

Abbiamo poi un grossissimo problema: gli adulti, di nuovo, sono inutili.
L’unico adulto che cerca attivamente di aiutare i ragazzi finisce col farlo a pugni, fisicamente, e per i suoi tentativi di cambiare qualcosa perde il posto di lavoro oltre a rischiare guai con la legge.
Per il resto, di nuovo, indifferenza. Ma sopratutto, i ragazzi non considerano nemmeno l’idea di andare dagli adulti. Se è chiaro che in circostanze normali certe situazioni verrebbero ignorate, ora la scuola è sotto processo e nell’occhio del ciclone. Difficilmente se Clay andasse a denunciare di essere stato pestato negli spogliatoi potrebbero rimanere fermi. Difficilmente se Tyler sanguinante e ferito andasse a denunciare con precisione i suoi aggressori questi la potrebbero passare liscia. Sarebbe il momento perfetto, e pare impossibile che nessuno dei ragazzi -intelligenti- del gruppo non riesca a capirlo.
Messaggi intimidatori? Denunciali, alla scuola e al tribunale.
Ti spaccano la macchina perché tu non testimoni? Denuncia!

E invece niente. Nessuno che va da un adulto, sia questo il signor Porter, il padre di Alex, il giudice, l’avvocato, il preside, un professore qualunque. Un genitore. Se ne fregano, vogliono risolvere le cose per fatti loro, e chiaramente vengono schiacciati.

Il messaggio che ci lascia questa seconda stagione è che anche quando i ragazzi provano ad affidarsi al mondo degi adulti, non troveranno giustizia. La giustizia degli adulti è ingiusta e premia i ricchi e i colpevoli, le istituzioni non ti proteggeranno, cercare di risolvere le cose da solo non funzionerà. L’unico modo per sopravvivere sembra essere fuggire lontano dai posti dove conoscono il tuo passato e cercare di ripartire da zero

Altro punto negativo della stagione: il messaggio che passa è che non c’è speranza alcuna. Forse solo la fuga.
Skye si salva (forse) dai suoi problemi, ma per evitare ulteriori ricadute se ne va in un altro Stato. Chi è riconosciuto colpevole ripartirà tranquillamente trasferendosi altrove. Perfino la mamma di Jason, alla fine, quasi costretta dal figlio, per mettersi in salvo dalla relazione distruttiva con lo Seth fuggirà via senza lasciare alcuna traccia.
Non c’è giustizia per le varie vittime, non c’è giustizia contro i bulli, non c’è giustizia per Hannah o Jessica, per i pestaggi su Clay e Tyler. La giustizia dei tribunali è finta, la giustizia scolastica è inesistente, gli attacchi del gruppo di Clay sono ragazzate innocue. Ovvio che il passo successivo sia la mossa disperata di Tyler. O quanto fatto l’anno prima, sconvolto, da Alex. Ma non è affatto ovvio che questo sia il messaggio che passa, uno di completa e totale disillusione nei confronti della giustizia.
Sarebbe stato meglio che venisse data qualche speranza. Magari non tutto sarebbe potuto andare a posto, ma che passasse un messaggio del tipo “ragazzi, se trovate il coraggio di denunciare le cose sbagliate, vedrete che tutto andrà per il meglio e noi adulti vi aiuteremo”. Ecco, qualcosa di questo genere.
Così invece sembrano voler dire “la vita fa schifo? Vi bullizzano? Siete vittime? Inutile sprecare tempo con la giustizia… fate per conto vostro, o ancora meglio, togliete le tende e ripartite da qualche altra parte, è l’unico modo”.

Un vero peccato, perché i problemi li hanno dipinti chiaramente. Sono le soluzioni a mancare, e per quanto sia realistico, considerando il target e gli argomenti trattati, ecco, probabilmente è più pericoloso questo che non la possibile emulazione del suicidio paventata dopo la prima stagione.

Porcamiseria
  • 6.5/10
    Storia - 6.5/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
7.2/10

In breve

Malgrado i timori iniziali, questa seconda stagione dimostra di avere una sua ragione d’essere e di poter ampliare il discorso inziato con le cassette di Hannah. Però nel focalizzarsi sulle storie di questi ragazzi e sui problemi che vivono lascia passare dei messaggi nichilisti e pessimisti che al confronto fanno impallidire il rischio paventato lo scorso anno di emulazione del gesto di Hannah, avrebbero dovuto fare più attenzione a questa cosa. Inoltre il finale è forzato, con l’unico significato di introdurre una terza stagione.

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Porcamiseria

7.2

Malgrado i timori iniziali, questa seconda stagione dimostra di avere una sua ragione d'essere e di poter ampliare il discorso inziato con le cassette di Hannah. Però nel focalizzarsi sulle storie di questi ragazzi e sui problemi che vivono lascia passare dei messaggi nichilisti e pessimisti che al confronto fanno impallidire il rischio paventato lo scorso anno di emulazione del gesto di Hannah, avrebbero dovuto fare più attenzione a questa cosa. Inoltre il finale è forzato, con l'unico significato di introdurre una terza stagione.

Storia 6.5 Tecnica 7 Emozione 8
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