Stranger Things1×01 Chapter One: The Vanishing of Will Byers

Debutta su Netflix "Stranger Things", miniserie in otto episodi che prende a piene mani dal cinema spielberghiano degli anni Ottanta e ci regala, in questo pilot, una piccola perla di nostalgiche emozioni e di suspense crescente.

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Se siete nati negli anni Ottanta, molto probabilmente sarete cresciuti – come il sottoscritto, del resto – con un certo tipo di cinema: E.T. L’Extraterrestre, I Goonies, Indiana Jones, Guerre Stellari, Ritorno al Futuro, Ghostbusters, Alien, quel cinema fantastico e avventuroso che ha popolato i nostri sogni (e talvolta anche incubi) da bambini e che ora, superata la soglia dei trenta, ci provoca ogni volta un brivido di nostalgia e di emozione. Tutti noi abbiamo passato l’infanzia sognando di trovare la nave di Willy l’Orbo o inventandoci fantastiche avventure nel parchetto dietro casa dove, sicuramente, ci eravamo costruiti la nostra base segreta piena di trappole. Hollywood è ben conscia di questo effetto nostalgia: qualcuno aveva già omaggiato in tempi non sospetti e in maniera egregia quella visione spielberghiana del cinema (sì, mi riferisco al bellissimo Super 8 di J. J. Abrams), ma mentre l’industria del botteghino cerca di monetizzare il più possibile questa corsa al passato, ecco che Netflix porta quelle stesse atmosfere e quelle stesse emozioni sul piccolo schermo.

Stranger Things, una miniserie in otto episodi appena rilasciata dal colosso dello streaming, si presenta esattamente così: una serie dedicata a quel pubblico, quello dei trenta-quarantenni nostalgici delle corse in bicicletta con l’alieno nel cestello e delle terrificanti presenze in casa Freeling. I quaranta e rotti minuti del pilot ci introducono in questa atmosfera da subito, certo non avari di citazioni o di elementi vintage (a partire dall’opening), ed esattamente come i film degli anni Ottanta non spingono sull’acceleratore dello spettacolo e dell’azione, ma mantengono l’attenzione dello spettatore, minuto dopo minuto, con una suspense sempre crescente.

La serie inizia con un grande classico: ad Hawkins, Indiana, uno scienziato cerca di fuggire da un laboratorio in pieno stato d’allarme; intuiamo che lo scienziato non durerà molto, e infatti così sarà, divorato – si presume – da una creatura misteriosa. Nel frattempo, nella stessa cittadina (ora preda di preoccupanti ed inquietanti cali di tensione), quattro ragazzini si congedano dopo dieci (DIECI) ore di gioco ad una specie di Dungeons & Dragons e uno di loro, il piccolo Will, lungo la strada di casa viene braccato e infine catturato da quella stessa creatura, svanendo nel nulla.

Stranger Things recensione 1x01 Chapter One: The Vanishing of Will Byers

L’antefatto, la sparizione di un ragazzino in circostanze sospette e misteriose, è sufficiente a mettere in allarme la piccola cittadina, permettendo a noi di conoscere coloro che ci faranno compagnia in questi otto episodi: tra tutti, i tre ragazzini rimasti, prototipi del nerd bulleggiato dai compagni di scuola, pronti a disquisire se una citazione provenga da Il Signore degli Anelli o da Lo Hobbit ma legati da un’amicizia indissolubile, proprio come i Goonies. Ma conosciamo anche Joyce, l’ansiosa e comprensibilmente esagitata madre del ragazzino scomparso interpretata da una magistrale Winona Ryder; lo sceriffo Hopper, con un traumatico passato alle spalle e una certa tendenza a fregarsene del proprio lavoro (“cosa vuoi che succeda, in fondo, a Hawkins?!”) e, infine, una ragazzina misteriosa, apparentemente dotata di poteri paranormali e fuggita dallo stesso laboratorio della terrificante creatura.

Stranger Things ci regala così un corollario di personaggi che, al termine del pilot, ci sembrano già gli amici di una vita. Saranno forse le atmosfere, tra le corse in bicicletta dei ragazzi (come in E.T.) e le scappatelle da teenager sulle note di Africa dei Toto, ma ci sentiamo subito parte della comunità di Hawkins e parte attiva delle ricerche di Will. Ma la vera protagonista di questo pilot è la suspense: sottolineata da una colonna sonora a base di sintetizzatore a metà tra Twin Peaks e Tron, la tensione ci accompagna dal primo all’ultimo minuto, tramutandosi per un secondo in terrore puro quando la creatura fa capolino in lontananza fuori dalla finestra.

Stranger Things recensione 1x01 Chapter One: The Vanishing of Will Byers

C’è tantissimo Spielberg, quello degli anni Ottanta, in questo Stranger Things, ed è una buonissima notizia. Il pilot intrattiene, emoziona, talvolta spaventa: coinvolge lo spettatore, trascinandolo in un vortice che gli farà rivivere le emozioni di Incontri ravvicinati del terzo tipo o dei già citati I Goonies e E.T., e di sicuro lascia con la voglia di proseguire. La carne al fuoco è tanta, i misteri e le domande ancora di più: noi come Mike, Dustin e Lucas non vediamo l’ora di sbrogliarne la matassa, emozionandoci e spaventandoci lungo la strada di questo viaggio carico di sana nostalgia di un’infanzia che non c’è più.

4.5

 

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