Alex Parrish a terra, nel punto focale di un’esplosione. No, non è il pilot di Quantico ciò di cui stiamo parlando, eppure la cornice pragmatica è davvero la stessa. Non più FBI, bensì CIA. Non più quell’aria da college che si respirava a Quantico, ma un nuovo addestramento, una nuova formazione: la Farm. Ma nonostante questi micro-cambiamenti, la talentuosa Alex si ritrova, di nuovo, a rispondere a chiamate sconosciute, immersa in segreti, bugie e situazioni ad alto rischio. Insomma, tutto appare cambiato, pur rimanendo uguale. Se, per fare un esempio, i fan di Ryan e Alex avevano tirato un sospiro di sollievo vedendo l’anello vintage, correlativo di un prossimo fidanzamento, le loro speranze sono state subito disattese, in seguito al gap temporale che ci ha catapultati, un anno dopo, nelle loro vite. Un incontro repentino tra i due e la restituzione dell’anello. Insomma, anche la loro storia continua a seguire il filo travagliato dell’incipit.
Già nei primi dieci minuti di questa premiere tanto attesa, la prospettiva viene bipartita tra passato e presente, con un ritmo serrato ed incalzante, cifra identificativa della serie. Non tarda a presentarsi, infatti, il primo grande colpo di scena che smentisce il season finale precedente: Alex non è mai stata realmente licenziata dall’FBI, era solo un escamotage per prepararla alla prossima missione. Infatti, in modo del tutto inatteso, Alex si ritrova a seguire le direttive di Miranda e come compagno di viaggio ha proprio il suo Ryan. In un vortice di sorprese continue, i due apprendono che dovranno, sotto copertura, scoprire chi nella CIA ha intenzione di sovvertire quel sistema di sorveglianza volto ad annullare politiche machiavelliche negli enti governativi. Alex e Ryan sono di nuovo reclute in un corso di addestramento, che presenta lo stesso contesto referenziale di Quantico: compagni di stanza, prove da vincere, simulazioni da sperimentare. Ciò che cambia è che ora siamo alla CIA: se infatti per l’FBI l’obiettivo era creare i futuri eroi del Paese, la Farm predispone le reclute ad apprendere l’arte dell’inganno, a pensare come criminali, in modo da trovarsi sempre un passo avanti. La Farm si configura, sin da subito, come un ambiente altamente competitivo, un ginepraio di segreti e bugie, in cui l’onestà appare un faro assai lontano e mentire diventa un imperativo categorico.
Infatti, non ci stupisce vedere che Alex sia l’ultima della classe. Lei abituata ad essere l’eroina di turno, con uno spiccato senso del dovere, diventa vittima dei tranelli dei due nuovi addestratori, che si presentano sin da subito ambigui. Potremmo quasi azzardare a dire, infatti, che Owen Hall is the new Liam O’ Connor. Ma chissà. Una cosa, di certo, che ci ha insegnato Quantico è che niente è mai ciò che sembra.
In questo primo episodio, risulta subito evidente quanto il meccanismo del sospetto sia di nuovo il pilastro del plot building. Alex e Ryan, infatti, devono individuare proprio tra i loro colleghi i terroristi del domani, coloro che boicotteranno i sistemi di sorveglianza. In questo modo, come nella prima stagione, lo spettatore è coinvolto e diventa partecipe in questa ennesima caccia alle streghe. Kudove ha una struttura completa che ci permette di individuare il tema portante della stagione, ci introduce nell’azione in medias res, ma allo stesso tempo con le dovute spiegazioni, e ci rende già impazienti di vedere il secondo episodio. Bisogna anche dire che, oltre all’ottima presentazione della trama orizzontale, i momenti relazionali, in primis tra Alex e Ryan, sono maggiormente interessanti rispetto alla prima stagione: il dialogo tra Alex e Ryan sull’aereo e nella loro Stanza delle Necessità (i fan di Harry Potter capiranno) ha perso quel tono da romanticismo di bassa lega e da teen drama, per apparire più maturo e suggestivo. In tal modo, il transfert tra la coppia e lo spettatore appare meno scontato, in grado così di emozionare, senza scadere nel patetico – rischio, invece, più volte corso nella prima stagione.
Se nel passato la situazione appare complessa ma stazionaria per il momento, nel presente le cose precipitano ad una velocità allarmante. L’esplosione in cui Alex è coinvolta, in una scena rievocativa alquanto suggestiva, non è altro che il punto di partenza di un piano sanguinario del Fronte di Liberazione cittadino. La sala conferenze del G20 viene bloccata e dopo una trattativa anticostituzionale tra il presidente e i terroristi, avviene il colpo di scena più eclatante e sconvolgente. Proprio negli ultimi dieci secondi dell’episodio, nel momento più alto della Spannung, con un espressionismo visivo da 5 porcamiseria – lo diciamo già da ora – la first lady degli Stati Uniti viene decapitata.
Questa premiere ha reso evidente come la macro-struttura della serie, che si era dimostrata vincente, sia rimasta inalterata, pur avendo apportato modifiche sia alla trama che ai personaggi. Una sapiente versatilità statica, concedetemi l’ossimoro, che presuppone dietro un notevole lavoro autoriale. In questo modo lo spettatore ha potuto riconoscere il prodotto, e, al tempo stesso, apprezzarne i dati originali.
Un mistero oscuro legato a Jeremy Miller, Alex e Ryan in un ambiente ostile e pericoloso, il recap di Shelby sui personaggi della prima stagione, colpi di scena, piani di azione, presentazione più che completa di quanto ci aspetta e molto altro ancora, il tutto in mille scenari diversi e con un ritmo narrativo più che serrato. Insomma, dopo aver dato già 5 porcamiseria a Kudove, non ci resta che applaudire, con la speranza che tale livello venga mantenuto così alto.
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io per tutta la puntata #Quantico pic.twitter.com/TuJHnOpqir
— cris waldorf (@ohherondale) September 26, 2016
In #Quantico se non esplodono bombe non si è contenti.
— 실비아 ~ #IDOL (@minyoongiro) September 26, 2016
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