Con grande gioia degli spettatori più appassionati, nelle ultime settimane Once Upon A Time regala due episodi assolutamente emblematici ed attesissimi, che vanno ad esplorare le due storie che, durante l’estate, sono state pubblicizzate di più e sulle quali gli autori hanno cercato di costruire la trama orizzontale. Purtroppo, nelle ultime stagioni siamo stati riempiti di immagini e campagne promozionali riguardanti storyline che si rivelavano poi piuttosto deboli, perciò non pochi fans nutrivano poche speranze per questa sesta annata: ma c’era davvero da preoccuparsi o questa volta la scelta delle tematiche è stata astuta e ben pianificata?
Strange Case
Il finale della scorsa stagione aveva aperto in Once Upon A Time mille orizzonti, e uno dei principali sembrava includere la untold story del Dr. Jeckyll e del suo alter-ego, Mr. Hyde, che si pensava sarebbero stati presenti fino alle ultime puntate. In realtà però il ruolo di questo racconto all’interno del macrocosmo della serie si rivela in questa puntata molto diverso da quello che tutti si aspettavano, poiché si capisce che l’introduzione di questi personaggi e del loro piccolo universo gotico è stata semplicemente funzionale al ritorno del vero villain della stagione, la Evil Queen, e alla spiegazione di alcune dinamiche che la riguardano.
Come si poteva intuire, parte dell’episodio è dedicata dunque all’esplorazione di questa celebre storia, tratta dal romanzo “Lo strano caso di Dr. Jeckyll e Mr. Hyde” di R. L. Stevenson. Analogamente a quanto accaduto con il Conte di Montecristo, la rielaborazione che Once Upon A Time fa di questo racconto è sicuramente grossolana e a tratti sembra poco coerente, ma questo è qualcosa a cui gli spettatori sono abituati dall’inizio e, diciamocelo, questa originalità un po’ superficiale è uno dei motivi che ci ha fatto innamorare.
I punti salienti della trama del romanzo restano invariati e per questo i flashback risultano godibili, tanto che, nel momento in cui si intrecciano strettamente al presente, permettono alla narrazione di assumere quei caratteri pseudo-filosofici alla quale ogni tanto gli autori non rinunciano: grazie all’esplorazione del tema del doppio -molto fortunato nel periodo gotico dell’Inghilterra vittoriana- viene toccata nuovamente la distinzione tra buoni e cattivi e l’ambivalenza tra questi due caratteri in ognuno di noi. Infatti, come direbbe il filosofo Nietzche, Dr. Jeckyll e Mr. Hyde rappresentano rispettivamente lo spirito apollineo (la ragione) e lo spirito dionisiaco (gli istinti), i quali devono essere bilanciati per dar vita ad un equilibrio positivo: la razionalità del dottore, infatti, si rivela una fredda e crudele insensibilità, mentre la passionalità di Hyde non gli impedisce di lasciarsi andare alle sue pulsioni più primigenie.
Adesso che entrambi i personaggi sono morti (e forse è anche giusto così per tenere vivo l’interesse del pubblico) questa tematica continuerà ad essere esplorata sicuramente attraverso il personaggio di Regina, che in questa puntata viene a scoprire come uccidere la sua controparte e per questo sprofonda nuovamente nel baratro dell’insicurezza e dell’isolamento, temendo di soccombere alla sua sempre presente oscurità, come ha fatto Jeckyll.
Un altro personaggio che potrebbe inscenare questo conflitto -anche se sono anni che ci prova con pessimi risultati- è Tremotino dai bei capelli, molto presente nell’episodio: la vendetta dello scienziato infatti è proprio nei suoi confronti, dal momento che, come al solito, ha contribuito nel passato a rovinare la sua vita. Ovviamente, vittima di questo piano non può che essere la povera Belle, che sta tirando fuori in questi ultimi tempi quella forza d’animo caratteristica di tutti i personaggi femminili dello show: finalmente le scene tra i due coniugi Gold non sono più un mero esempio di violenza coniugale, ma iniziano a rappresentare in maniera dignitosa -al netto della recitazione della DeRavin– anche il carattere della donna, che in questo episodio non risulta mai sottomessa, anzi, rappresenta quasi un esempio di girl power.
Gli altri personaggi passano in questo episodio un po’ in secondo piano e l’unica altra storyline notevole, quella di Biancaneve che torna ad insegnare, risulta piuttosto insipida e ridondante, con l’unico pregio di introdurre un personaggio essenziale per il futuro. Di conseguenza non si può dire che l’episodio sia eccellente, anche a causa di una certa confusione e fretta per gli eventi del presente, ma la narrazione scorrevole e gli spunti per il futuro rappresentano degli aspetti positivi che non vanno trascurati, motivo per cui tre porcamiseria e mezzo sono assolutamente meritati.
Street Rats
Con la quinta puntata finalmente questa stagione inizia ad entrare nel vivo della narrazione e dell’altra grande tematica presentata nella prèmiere, ossia la mitologia dei Salvatori, e per far questo viene esplorata finalmente la storyline di Agrabah e dei suoi abitanti.
Se nella puntata precedente era stato dato un piccolo assaggio del personaggio di Jasmine, in questa viene finalmente introdotto come si deve il re dei ladri, Aladdin: i flashback che riguardano questa coppia e il mondo d’incanto che li circonda sembrano occupare la maggior parte del minutaggio e, nonostante si possa notare una certa fretta nella narrazione, sono indubbiamente l’aspetto più positivo e attraente dell’episodio.
Può far piacere o no, ma con questi flashback diventa chiaro che, per quanto le rivisitazioni di Once siano sempre gradite, quelle riguardanti favole tradizionali hanno assolutamente una marcia in più: una delle storie più belle -nonché una delle pellicole più amate da grandi e piccoli- che la Disney abbia mai rappresentato prende così forma in live-action, mantenendo una serie di richiami graditissimi al film d’animazione che da bambini ci ha fatto sognare.
Dalle caratterizzazioni fedelissime dei personaggi, all’uccellino di Jafar così simile a Iago, passando per le citazioni di “A Whole New World” e di tante altre scene iconiche, questo episodio è ricchissimo di easter-eggs neanche troppo impliciti, che contribuiscono a coinvolgere emotivamente lo spettatore: proprio per questa grande coerenza della versione rivisitata con quella animata, riteniamo inutile scendere in dettagli ulteriori, poiché anche nel contesto della serie tv la storia di Agrabah risulta efficacissima.
Per quanto riguarda le caratterizzazioni, abbiamo soprattutto nei due personaggi antagonisti alcuni cambiamenti: il ruolo da Salvatore di Aladdin (che anche qui è un diamante allo stato grezzo, oltre che un “topo di strada”) porta lo scontro tra i due ad esiti piuttosto ambigui e strani, tanto che non capiamo cosa effettivamente Jafar trami contro il suo nemico.
Ovviamente la protagonista degli eventi nel presente non poteva che essere Emma, la quale, come si può capire da subito, condivide ben più di un semplice titolo con Aladdin: entrambi sono dei “topi di strada”, entrambi sono stati dei ladruncoli ed entrambi si sono ritrovati ad accettare il proprio destino grazie all’incoraggiamento di qualcun altro, qualcuno di molto importante per loro (a tal proposito, il parallelismo tra Henry e Jasmine coglie esattamente nel segno).
La solitudine dell’eroe torna dunque come topos in questo episodio e vediamo le dinamiche che si instaurano nella famiglia della Salvatrice dopo la rivelazione del suo segreto, che si svelano essere esattamente le reazioni che ci saremmo aspettati dai diversi personaggi.
“Oh, kid. Let’s not worry about the end of this story, okay? Endings usually suck. Let’s just enjoy the middle, the journey together”
-Emma
Dunque l’evoluzione del personaggio di Emma continua, portandola a prendere maggiore consapevolezza della propria missione e dell’importanza della sua famiglia, nel momento in cui incontra l’ormai ex-Salvatore Aladdin: egli ha infatti usato le forbici delle tre Parche -riecco la mitologia- per liberarsi del proprio ruolo ed è adesso pronto a vivere normalmente con Jasmine. E’ però interessante come i flashback non portino ad una conclusione del conflitto con Jafar, rendendo dunque più complessa la untold story degli eroi di Agrabah.
Infine, mentre i nostri eroi si stringono intorno ad Emma per cercare Aladdin, la Evil Queen cerca di capire cosa sta succedendo, rapendo Archie e tenendolo prigioniero a casa di Zelena. Nonostante queste poche scene passino decisamente in secondo piano rispetto alla storyline principale, è giusto prenderle in considerazione non solo perché ci regalano uno dei momenti più trash della serie, ossia le due sorelle dalla parrucchiera (che altri non è che Riccioli d’Oro), ma soprattutto perché riceviamo la conferma circa il cambiamento della Strega: questa redenzione non s’ha da fare, né ora e forse né mai. Le frasi da psicopatica, ma allo stesso tempo molto attraenti della sorella minore, infatti, fanno capire a Zelena che, se davvero vuole assecondare la sua natura, può farlo e la maniera migliore è farlo alla luce del giorno, senza preoccuparsi di cosa potrebbe pensare un giorno la figlia, ma anzi, rendendo malvagia anche lei. Una cosa totalmente malata, ma anche assolutamente in character.
Riassumendo, grazie alla concentrazione della narrazione solo su alcune trame, quasi nulla in questo episodio risulta decontestualizzato o mal sviluppato, ad eccezione della velocità dei flashback; quegli stessi flashback che, grazie alla loro capacità di portarci indietro nel tempo, si rivelano il punto di forza più grande ed incantevole (pun intended) di questa puntata, che arriva dunque ad una valutazione di quattro porcamiseria.
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