Arrow5×19 Dangerous Liaisons – 5×20 Underneath – 5×21 Honor Thy Fathers

Puntando sulla coppia storica della serie, Arrow cerca di recuperare la fiducia degli spettatori più fedeli, ma incappa nuovamente in imbarazzanti scelte narrative e gravi illogicità, che spingono a domandarsi se le riunioni degli autori le facciano all'asilo.

0.0

Una tripla recensione per tre episodi di Arrow che pescano a piene mani nel trito e ritrito della mitologia della serie, con un ritorno completo di Felicity sotto i riflettori e cercando maldestramente un collegamento con le stagioni precedenti. Ma procediamo con ordine.

Dangerous Liaisons

Data l’incapacità delle autorità a trovare Chase, Felicity scende a patti col diavolo con Helix. La comunità segreta di hacker, infatti, ha i mezzi per rintracciare Prometheus, ma li fornirà alla donna solo se questa li aiuterà a far evadere il loro precedente leader, Cayden James, prigioniero in maniera segreta e poco ortodossa dell’ARGUS. La Smoak giocherà un ruolo fondamentale nell’evasione, arrivando persino ad ostacolare il Team Arrow e finanche il suo ex. Oliver per l’ennesima volta si ritrova a pensare alle conseguenze delle sue azioni da vigilante sulla vita di chi gli sta intorno, e discute con Felicity del suo comportamento al limite della morale, ma mentre discutono un’esplosione li sorprende da soli nel bunker, rivelando la presenza di Chase.

John intanto è sorpreso dai tanti lati oscuri della moglie, la quale, al pari di Felicity, sottolinea l’ipocrisia insita nelle parole del marito, pronto ad appoggiare incondizionatamente anche le scelte più discutibili di Oliver, ma incapace di fare lo stesso con lei. A margine si dipana un po’ la storyline di Rene, convinto da Quentin a non abbandonare la figlia e lottare al processo per lei.

L’episodio alza la posta su quanto già si era sommessamente visto in precedenza: il desiderio di vendetta di Felicity la porta al compromesso con Alena, anche a costo di andare contro Oliver, reo di aver agito in maniere anche peggiori. La Smoak non può perdonare al suo ex la sfiducia nei suoi confronti, palesata nel tentativo di ricorrere a soluzioni alternative ad Helix. Lyla, alla stessa maniera, dimostra di non essere semplicemente un mero sostituto di Amanda Waller, ma capace di tenerle testa nelle decisioni più ambigue. In un contesto in cui, per la gioia di Machiavelli e Guicciardini, il fine arriva a giustificare i mezzi, i protagonisti maschili dello show si fanno da parte umilmente, messi dinanzi alle proprie responsabilità e all’ambiente che hanno creato.

Tuttavia le femministe più incallite aspettino a cantare vittoria, solleticate dall’atmosfera nettamente rosa dell’episodio (rinforzata da un’agguerrita Dinah): la componente femminile, infatti, ad eccezione di Lyla, è spinta nelle proprie azioni da una più o meno velata presenza maschile, riducendo di molto l’impatto della determinazione autonoma delle donne dello show. Viene svuotato parimenti il ruolo di Curtis, ridotto a macchietta ormai per niente comica, che ha solo l’effetto di infastidire lo spettatore, risultando in più di un’occasione fuori luogo e anticlimatico. Un episodio che non va oltre la sufficienza, consegnandoci un nuovo probabile nemico all’orizzonte (Helix con a capo Cayden James) e relegando Quentin nell’ennesima sottotrama inutile.

2.5

 

Underneath

Chase mette fuori uso il covo con un impulso elettromagnetico e sigillando tutte le uscite, così da bloccare all’interno Felicity e Oliver che stavano ancora litigando. Dopo un iniziale contrapporsi, costretti a dimostrare nuovamente la fiducia reciproca, i due rivivono le sensazioni che li avevano uniti in passato, con la conseguenza di spingere Oliver a confessare, convinto di essere sul punto di morire, che gli omicidi compiuti sotto il cappuccio di Green Arrow lo hanno in realtà appagato. La donna però lo sprona a rendersi conto che tutto fa parte della manipolazione di Chase e che Oliver è ben lungi dall’avere chiaro che tipo di persona incarna, invitandolo, una volta usciti, a lavorare su quello. Con l’aiuto di Lyla e dell’ARGUS, il resto del team riesce a mettere in salvo la coppia, non senza prima aver parallelamente mostrato il chiarimento tra John e sua moglie, disposti a vivere senza segreti purché l’uno non giudichi l’altro.

L’80% dell’episodio è puro fanservice per gli sfegatati dell’Olicity

Il pretesto della trappola nel covo fornisce agli autori la possibilità di approfondire il rapporto, accantonato nella prima parte di stagione, tra Oliver e Felicity, ex con un passato pesante e con un presente macchiato dall’omicidio di Billy per mano di Green Arrow. Il flashback, per l’occasione riferito a una non tranquilla serata tra ex trascorsa da undici mesi, rinfresca da una parte le motivazioni che hanno portato alla rottura, dall’altra (come l’80% dell’episodio) è puro fanservice per gli sfegatati dell’Olicity (ew…). La puntata cerca infatti maldestramente di recuperare il filo della coppia dalla scorsa stagione, simulando un senso che, anziché apparire consequenziale e già preventivato, mostra nettamente l’artificio di una costruzione posticcia. Con la riproposizione degli Olicity perde così quel poco di mordente la tresca di Oliver con Susan, la cui presenza nella stagione adesso suscita anche forti dubbi sulla sua utilità.

Il tema della fiducia, poi, non può che risultare indigesto, dopo l’ennesima variazione che non ha alcun merito se non l’aggiornamento a un contesto differente. I segreti del gruppo, così come l’identità travagliata di Oliver (come vedremo nel prossimo episodio), non fungono da leitmotiv della serie, perché mancano di quel suggerimento implicito che non le spiattelli costantemente agli spettatori, di quella leggerezza che fa percepire una trama solida, ma mai urlata. Qui abbiamo l’effetto nettamente opposto, con la percezione che con due/tre idee masticate e rimestate si possa tirare avanti per più stagioni.

In questo, Arrow dimostra di essere rimasta almeno due stagioni indietro, perdendo completamente in originalità e forza attrattiva. Non bastano validi nemici a tenere incollati gli spettatori, soprattutto in episodi come questo in cui il villain è suggerito e mai presente.

2

 

Honor Thy Fathers

Il ventunesimo episodio di questa quinta stagione rappresenta l’ennesimo passo falso della serie, con una serie rilevante di illogicità importanti che quasi fanno rimpiangere il non compianto Legends of Tomorrow. Chase vuole diffondere la tubercolosi a Starling City, portando a termine il piano del suo defunto padre. Nel farlo rivela alla città che Robert Queen si è macchiato di un omicidio, screditando così anche Oliver, assalito dai dubbi sulla vera natura di suo padre. Il ritorno di Thea non aiuta, e, come al solito, sarà Felicity a convincere il giovane Queen a tornare ad indossare il cappuccio verde contro Prometheus. Nello scontro finale Green Arrow sembra avere la meglio, e anziché uccidere il nemico lo consegna alle cure dell’ARGUS.

Il sorriso di Chase sul finale dichiara però più di quanto immagini, facendo sospettare che la vendetta contro Oliver non si è ancora conclusa, e William, il figlio segreto di Green Arrow, giocherà un ruolo importante. Il flashback mostra quanto avvenuto dieci anni prima, col ritorno di Oliver a Lian Yu, dove ad aspettarlo però c’è un redivivo Kovar.

Thea ormai è una spillata sugli zebedei

Per questa puntata l’incredulità non è stata sospesa, è stata proprio seppellita. Già l’idea che un colpo di spugna cancelli tutte le condanne di Chase in men che non si dica fa storcere il naso, ma aggiungiamo a questo: un incredibile quanto forzato ritorno di Robert Queen nei panni di un assassino; un Prometheus che da innumerevoli puntate dichiara di non volere uccidere Green Arrow e poi prova a costruirgli una bara di calcestruzzo intorno; Curtis che viene PALESEMENTE colpito da un acido altamente corrosivo e tutto va avanti come se niente fosse. Se poi nella lista iscriviamo anche le inutili storyline di contorno (ancora una volta Rene e la sua bambina o Sampson e i suoi sgherri) e il fastidioso ritorno di Thea – che ormai è più una spillata sugli zebedei che non una risorsa – allora si capisce perché anche un tema delicato come quello del rapporto padre/figli non susciti il meritato interesse nell’episodio.

Nonostante gli espliciti rimandi, infatti, le potenzialità dell’argomento vengono completamente sciupate, ricorrendo non solo a insensate scelte narrative, ma anche a discorsi che definire già sentiti è già sentito. Il tentativo di trovare a Thea un ruolo che ormai ha perso dalla metà della scorsa stagione risulta di conseguenza vano e anche pretenzioso, soprattutto a due puntate dal finale. Quanto ai flashback, si tratta della solita sbobba annacquata che fa apparire alcolico persino un tè al limone alla discoteca per bambini.

1

 

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