The Leftovers prosegue con questo episodio presentandoci, sulla falsariga dei precedenti, una puntata monografica: in No Room at the Inn è la volta del reverendo Matt Jamison, uno dei personaggi più particolari e allo stesso tempo più interessanti della serie.
Fu proprio il precedente episodio a lui dedicato (il terzo della precedente stagione) a segnare il decollo definitivo di The Leftovers verso l’olimpo dei must watch e pertanto, le aspettative per questa puntata sono decisamente alte.
The same day, over and over again
Le premesse sono ovviamente molto diverse rispetto all’anno scorso, e la lotta pacifica contro i Guilty Remnants della precedente stagione sembra ormai lontanissima. Matt (al pari di quasi tutti gli altri protagonisti) si è infatti trasferito da tempo a Miracle insieme alla moglie Mary, in cerca delle due cose a cui tutti agognano sin dalla Dipartita: una sicurezza per il presente e una speranza per il futuro.
Dopo il brevissimo risveglio di Mary successivo all’arrivo della coppia a Miracle (che gli autori hanno opportunamente scelto di non mostrare), la routine alienante di Matt prosegue incessantemente giorno dopo giorno, in un goffo tentativo di ricreare i presupposti per un nuovo “miracolo”.
Come sempre, allo spettatore non viene offerto nessuno sconto dal punto di vista emozionale: il ripetersi delle stesse azioni in modo ossessivo, l’amore incondizionato di Matt accompagnato da una buona dose di rabbia interiorizzata e soprattutto il monologo conclusivo – che mette la parola “fine” all’ennesima giornata uguale alle precedenti – colpiscono e commuovono, pesanti come un macigno.
Il via agli eventi di questo quinto episodio viene dato dalla visita medica per valutare gli eventuali progressi nello stato di salute di Mary e dalla scioccante rivelazione della sua gravidanza, i cui presupposti si sono evidentemente creati in quelle poche ore di lucidità della donna.
Se c’è una cosa che Matt Jamison non imparerà mai a fare è diffidare del prossimo: i suoi trascorsi lo portano a vivere la fede in modo totalizzante, e tale deformazione lo porta ad essere incapace di vedere il male negli altri. Per questo – come già accaduto nel già citato terzo episodio della prima stagione – il reverendo si trova per la seconda volta ad essere vittima di circostanze avverse dopo aver cercato di aiutare qualcuno: il furto dei bracciali di ingresso alla città, un atto violento ed efferato, è il perfetto simbolo della disperazione che orbita intorno a Miracle.
Back to the Miracle
Il viaggio di ritorno di Matt e Mary verso la “città sacra”, per proteggere il proprio bambino dal rischio di un aborto spontaneo, è un chiarissimo riferimento biblico. La volontà di dipingere la coppia come dei novelli Maria e Giuseppe è un richiamo tutt’altro che velato, fin dal titolo dell’episodio “No Room at the Inn” che si riferisce alla ragione principale per la quale Maria diede alla luce Gesù in una mangiatoia, respinta dal locandiere.
Il ritorno a Miracle non va secondo i piani, con l’ostruzionismo da parte di John – l’unico che può garantire per la coppia – e il conseguente scontro verbale dovuto alla scoperta, da parte di quest’ultimo, della gravidanza di Mary.
John, uomo dall’assoluta mancanza di fede soprattutto a seguito dei recenti avvenimenti che hanno coinvolto la figlia Evie, rifiuta di credere che il figlio sia stato concepito durante il breve “risveglio” di Mary, deducendo che si tratti di una mera conseguenza della mancanza di forza di volontà da parte di Matt, il quale avrebbe abusato della moglie in stato vegetativo cedendo ad un momento di solitudine.
Tralasciando l’immagine agghiacciante, la discussione non porta a dubitare in alcun modo della veridicità delle affermazioni di Matt ma, semmai, getta ulteriormente in ombra il personaggio di John. Il suo passato recente lo ha ormai condizionato a tal punto da non riuscire a credere – cosa paradossale in un mondo in cui la stessa premessa della Dipartita è di per sé inspiegabile – in nulla che la razionalità più cieca non possa giustificare.
“Perchè Mary dovrebbe essersi svegliata, anche solo temporaneamente, mentre Evie prima della sua scomparsa soffriva ancora di attacchi epilettici e Erika non ha mai recuperato l’udito? È solo perchè sei un uomo di fede?” Questo sembra chiedersi John durante la discussione con Matt, ribadendo la contrapposizione tra fede e scetticismo che costituisce uno dei temi portanti della serie, già ampiamente affrontato da Lindelof in Lost.
Nei fatti il risveglio di Mary non sembra assolutamente un favoritismo nei confronti di Matt: anzi, se possibile il brevissimo assaggio della vita precedente ha contribuito a farlo vacillare, portandolo ad aggrapparsi ulteriormente alla speranza di un recupero che è sembrato più che mai vicino ma che, fondamentalmente, è tutt’altro che certo.
Nonostante ciò, Matt tenta il tutto per tutto per riuscire ad entrare a Miracle senza il pass di ingresso, e l’occasione è buona per mostrarci il clima di anarchia che si respira subito al di fuori della recinzione che circonda la città – merita una menzione l’uomo messo pubblicamente alla gogna e umiliato – in netta contrapposizione con il rigore (solo apparente) della vita al suo interno.
Avendo bisogno di soldi per intrufolarsi nella città per vie traverse, Matt si rende autore di una serie di azioni apparentemente out of character (picchiare l’uomo con un remo urlando “Brian!” e introdursi di nascosto con la moglie all’interno delle fogne) ma che appaiono perfettamente giustificabili alla luce della necessità di salvare il bambino. Questa incombenza è avvalorata dal secondo, brevissimo momento di lucidità di Mary a seguito dell’aggressione in auto, in cui lei lo esorta a fare ritorno in città; non è chiaro, tuttavia, se questo sia semplicemente il frutto di un’allucinazione di Matt, come non è chiaro se la donna si sia davvero risvegliata la prima notte a Jarden. Matt appare incrollabile nel sostenere la sua verità, ma vedere il secondo risveglio di Mary in circostanze così incerte contribuisce a dare un piccolo spazio anche al dubbio.
Repent
Nella sua bontà – sotto la quale si nasconde comunque una volontà di ferro – Matt fa comunque ammenda nel commovente finale dell’episodio, in cui vediamo l’aggressore e il suo bambino vittime di un incidente stradale causato da una mandria di capre (altro simbolo biblico di sacrificio molto evidente, e richiamato più volte anche nei precedenti episodi). Il ragazzino, nascosto dietro un cespuglio e completamente inerme a seguito della morte del padre, restituisce il bracciale di Mary a Matt e sembra lanciare – con gli occhi – un disperato grido di aiuto.
Il reverendo, di fronte a questo gesto disperato, prende una decisione radicale: in un atto di immolazione per i peccati altrui (ennesimo riferimento biblico) e assicurando così una casa al ragazzo ormai orfano, Matt consegna il bambino a John, decide di uscire dalla città – separandosi dalla moglie – e si mette pubblicamente alla gogna all’ingresso di Miracle.
L’episodio conferma quello che ormai stiamo ribadendo da cinque episodi a questa parte: questa seconda stagione di The Leftovers è la rivelazione di questa annata televisiva; tra molteplici simbolismi, seguire questa serie porta ad un coinvolgimento emotivo che è praticamente impossibile trovare nel panorama attuale. Ad eventi così inspiegabili corrispondono delle reazioni e dei comportamenti estremi ma assolutamente verosimili, e questa abilità degli autori traspare da ogni singolo dialogo e ogni singola scelta registica. Il voto non può che essere pieno anche questa settimana.
Considerazioni sparse
- Nella città sembra sussistere un sostanziale equilibrio nel numero di persone residenti: a seguito dell’ingresso dei quattro protagonisti (Nora, Kevin, Jill e la piccola Lily), le tre ragazzine (Evie e due amiche) sono scomparse nel nulla e Isaac si è auto-isolato al di fuori della città; in questo episodio, invece, due persone (Matt e Mary) sono inizialmente uscite e ne sono subentrate altre due al loro posto con l’inganno (i ladri di braccialetti);
- A seguito del rientro di Mary e Matt, i due ladri hanno l’incidente. Il ragazzino rimane a Miracle, mentre Matt decide di uscire dalla città. La presenza di Mary è controbilanciata dalla morte del padre del ragazzino. La teoria dell’equilibrio numerico di Jarden sta prendendo piede tra i fan di The Leftovers, e più la storia prosegue più questa ipotesi sembra prendere corpo;
- La capra è un simbolo utilizzato più volte nella serie, spesso nella sua accezione di scapegoat (capro espiatorio, o sacrificio); basti pensare all’uccisione della capra nel pub, nell’episodio 2×02, nel tentativo di rivivere ciò che era successo il giorno della Dipartita;
- Sicuramente questa volontà di ripetere gli avvenimenti in momenti cruciali (il giorno del risveglio di Mary per Matt, e il giorno della Dipartita per gli altri abitanti di Miracle), quasi a voler superstiziosamente condizionare il corso degli eventi, verrà ripreso nei prossimi episodi.
- Anche in questo episodio appare un riferimento all’Australia, in una manciata di fotogrammi! “Biblical rains in Sydney”.
![The leftovers 2x05 No room at the inn recensione]()
- Matt afferma che il suo libro preferito delle Sacre Scritture è quello di Giobbe, metafora dell’uomo votato al sacrificio, del giusto che soffre senza colpe. Alla luce di questo episodio, direi che calza a pennello.
Se volete rimanere aggiornati con tutte le news relative alla serie, non dimenticatevi di passare dai nostri amici di The Leftovers Italia!
La quinta puntata è iniziata da 5 minuti e io sto già piangendo. #TheLeftovers
— NM (@Nico_Martinelli) November 4, 2015
Strappaci l'anima #TheLeftovers
— Filo (@filodrama) November 3, 2015
Per la quinta settimana di fila elogio la perfezione cristallina di #TheLeftovers perché sì, pure questa puntata è BELLISSIMA #SerialUpdate
— Gabriele Lazzari (@ragazzoeroe) November 3, 2015
Ti è piaciuto l'episodio?
