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La calamità naturale in piccola scala avvenuta nottetempo a Jarden ha portato caos e disorientamento, un vero e proprio fulmine a ciel sereno a cui ognuno reagirà seguendo coscienza e fede. Non è una novità in The Leftovers, da sempre contraddistinto da importanti elementi di spiritualità: il segreto, come sempre, è l’efficacia del racconto. They […]

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La calamità naturale in piccola scala avvenuta nottetempo a Jarden ha portato caos e disorientamento, un vero e proprio fulmine a ciel sereno a cui ognuno reagirà seguendo coscienza e fede. Non è una novità in The Leftovers, da sempre contraddistinto da importanti elementi di spiritualità: il segreto, come sempre, è l’efficacia del racconto.

They Vanished

The Leftovers - Recensione - SerialFreaks - 203 - 1

Tra tutti i protagonisti, è ovviamente Kevin quello nella situazione più compromessa, salvato provvidenzialmente dal terremoto, ma col cellulare smarrito nel fondale. È bersagliato su più fronti, terreno e ultraterreno, posto in una condizione di smarrimento e incredulità, nonostante cerchi in ogni modo di aggrapparsi alla sua razionalità, ormai sempre più evanescente.

Le ricerche in fondo al lago sono infruttuose, ma forniscono dettagli sulla vita a Jarden che è sempre interessante osservare: la corsa all’ultima goccia residua nel lago, da parte dei fedeli convinti che sia proprio quella il motivo della salvezza della cittadina dalla Dipartita, e il cerchio di preghiera di Matt, fermamente convinto che qualcosa sia inevitabilmente cambiato a Jarden. Si avverte che qualcosa sta per cambiare, come se l’acqua del lago fosse una barriera che ha ormai finito di proteggere la città, aspettando che le cose vadano inesorabilmente per il peggio.

The Leftovers - Recensione - SerialFreaks - 203 - 2

Patti dà una spinta decisa a Kevin: in qualche modo sa dove si trova il suo telefono, e tra una battuta e l’altra martella incessantemente la sua coscienza, soprattutto quando gli espone il suo lucido tentativo di suicidarsi e quando sostiene fermamente che le ragazze nell’auto siano scomparse nel nulla. La sua presenza ci viene comunicata come reale a tutti gli effetti, racconta dettagli che non possiamo attribuire con certezza ad un’entità autonoma, o al subconscio di Kevin. La storia tragicomica del suo matrimonio, realmente citata nella prima stagione, potrebbe essere conosciuta da Kevin – poiché Laurie, psicologa di Patti, gliel’avrebbe potuto riferire – così come potrebbe non esserlo. L’aiuto determinante di Patti nella ricerca del telefono potrebbe essere frutto del subconscio di Kevin, ma il fatto che lei lo avvisi dell’arrivo di John e, infine, anche la strana frase dell’eremita sulla torre sembrano suggerire qualcosa di diverso.

Lindelof ama giocare con i suoi spettatori, si capisce.

Il conflitto interiore di Kevin è reso alla perfezione da una regia magistrale, in un’alternanza di smarrimento e humour, lacrime e sensazione di chiusura allo stomaco. La presenza di Patti fa il possibile per alleggerire il fardello, ma è l’ultimo dialogo tra i due ad essere davvero disarmante. La volontà inconscia di Kevin di togliersi la vita è pregna della stessa lacerante inspiegabilità dei gesti corrispondenti nella vita reale:

Patti: There are people who try to commit suicide for attention, and then there are people who really want to fucking die.

There’s No Miracle in Miracle

The Leftovers - Recensione - SerialFreaks - 203 - 3

Sicuramente le cose inizieranno a cambiare a Jarden, ma il più fervente promotore dell’assenza di miracoli nella città è proprio John. Il grillo nella scatola ha smesso di frinire, rimane come un feticcio della memoria della figlia Evie, mentre il padre cerca faticosamente di trovare risposte razionali alla scomparsa delle ragazze. Il tentativo più clamoroso è all’hotel Babylon – non credo proprio sia casuale – da Isaac, classico capro espiatorio, a causa di un’impronta fangosa su un’auto – non attribuibile a Kevin solo perché troppo sporca – e delle sue strane premonizioni sulla famiglia Murphy.

La violenza dei gesti di John è lucida, motiva persino l’accusa passata di tentato omicidio, mentre lo sviluppo del personaggio è preoccupante, e ci avvisa dei guai che potrebbe portare all’interno della vita dei Garvey. Erica è complice ed esegue senza fare domande, ma il suo pragmatismo cede davanti all’inspiegabile scomparsa della figlia, mentre il figlio Michael è l’estremo più ancorato alla fede e fermamente convinto di una seconda Dipartita, tanto da arrivare a grattare via l’adesivo arancione dalla facciata della loro casa.

One Time Only

The Leftovers - Recensione - SerialFreaks - 203 - 4

Nel caso di Nora si può parlare di manifesta ambivalenza, un duello perenne tra razionalità ed emotività, che ribadiscono come il suo sia sicuramente il personaggio più interessante in The Leftovers. L’episodio apre su di lei, in una sequenza claustrofobica che ci getta sin dai primi secondi nel suo turbine emotivo: il terrore per una possibile Dipartita di Kevin scuote la sicurezza che l’ha spinta a spendere tre milioni di dollari per comprare la casa a Jarden. È il primo pensiero che le viene in mente, a testimonianza del trauma ancora non superato nonostante il tentativo di ripartire da zero.

L’episodio chiude nuovamente su di lei, al rientro di Kevin dopo la sua lunghissima giornata, sulle note di una malinconica cover di You’re The One That I Want. L’irrazionalità prevale nuovamente quando lo ammanetta a lei – nuova stretta allo stomaco e occhi lucidi -, mentre ci chiediamo quanto Nora abbia bisogno di sicurezza per sentirsi tranquilla, e fino a che punto abbia necessità di conferme, di presenza, da chi le sta vicino. Temiamo che nulla sia sufficiente a garantirle la tanto desiderata stabilità emotiva, né a Jarden, né altrove; come dice Patti, si tratta solo di controllare i danni.

The Leftovers - Recensione - SerialFreaks - 203 - 5

Nel mezzo abbiamo la spinta razionale, l’incrollabile certezza che non ci potrà mai essere una seconda dipartita, oltre a interessanti dettagli sul suo passato e un’altra apparizione dell’uomo misterioso che sembra sapere molte cose. Una spinta razionale che non ha, tuttavia, basi razionali: Jill mette in discussione questa sua opinione e, in quanto atto di fede, esso è messo in discussione dalla stessa Nora, prima e dopo il suo discorso, dalla parte più istintiva della sua coscienza. A nulla serve il racconto di Matt, nonostante la testimonianza del temporaneo risveglio della moglie – a cui speriamo di assistere presto, magari in un episodio a lui dedicato.

Alla fine, questo episodio di The Leftovers non è altro che un elogio alla capacità del nostro subconscio di ribaltare puntualmente qualunque cosa tentiamo di processare con razionalità. Si apre e si chiude nell’incertezza, nel bisogno spasmodico di sicurezza, e nel mezzo giace un affannoso tentativo di mettere ordine e di trovare spiegazioni plausibili a ciò che ci circonda, mentre tentiamo di ignorare le voci nella nostra testa.

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