The Good Wife7×06 Lies

Più continuo a guardare questa settima stagione di The Good Wife, più ho la sensazione di trovarmi nell’universo alternativo di Fringe, o di assistere alle vicende dell’Alicia Florrick di Terra-2 per citare i più recenti sviluppi di The Flash. Si fa sempre più una fatica assurda a contestualizzare certe scelte narrative o a trovare il […]

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Più continuo a guardare questa settima stagione di The Good Wife, più ho la sensazione di trovarmi nell’universo alternativo di Fringe, o di assistere alle vicende dell’Alicia Florrick di Terra-2 per citare i più recenti sviluppi di The Flash.

Si fa sempre più una fatica assurda a contestualizzare certe scelte narrative o a trovare il bandolo della matassa di una trama orizzontale che sembra sempre più ingarbugliata e, di fatto, senza senso. I punti fermi sembrano comunque esserci, e sono i tre filoni in cui idealmente possiamo dividere questa stagione: Alicia, la Agos/Lockhart, la politica.

The Good Wife 7x06 Lies Recensione

Alicia

Finalmente possiamo godere di un caso che non implichi necessariamente una class action e che tutto sommato è ben congegnato, pur sfociando in qualche esagerazione di troppo: complottismo, collaboratori ricercati dall’NSA, la sempre comoda – narrativamente parlando – sicurezza nazionale, ma soprattutto triangolazioni di segnali telefonici di un cellulare usa e getta sotto una coperta. Il disagio lungo tutta la scena, culminata dall’imbarazzante grafica del segnale che parte da Chicago, passando da Torino (!) fino ad arrivare all’Islanda. La cosa migliore di questa storyline è l’aver permesso il ritorno di Michael Urie e i burloni dell’NSA che seguono le intercettazioni di Alicia come fosse la loro soap opera preferita. Quando il comic relief è tale senza scadere nel disagio, insomma, ben venga.

Di gran lunga più interessante l’indagine di Alicia nei confronti di Jason Crouse, nel tentativo di capire se potersi fidare o meno in virtù del suo tormentato passato, anche se le motivazioni potrebbero essere più profonde: che l’attrazione di Alicia nei suoi confronti sia già così forte da calcolare il costo emotivo di un’eventuale batosta sentimentale e dei danni che ne deriverebbero?

Con una Lucca Quinn ancora leggermente anonima, l’unica dinamica veramente interessante riguardante Alicia sembra dunque essere quella sentimentale, e onestamente non può bastarci. Una battuta di Eli però lascia qualche spiraglio per una ventata di freschezza per il futuro: Alicia e i suoi margarita potrebbero nascondere un reale problema con l’alcool. Sarà così?

Eli: What are you making?
Alicia: A margarita. […] That sounded like a judgmental huh.
Eli: No. You get as sloppy drunk as you want to.

The Good Wife 7x06 Lies Recensione

Agos/Lockhart

In questo universo parallelo chiamato settima stagione, lo studio di Alicia, la cui sede legale è il salotto di casa Florrick, discute in aula un caso di sicurezza nazionale, mentre la top firm di Chicago continua a proporci le sue beghe in ambito risorse umane. Questa settimana è tempo di assunzioni e di colloqui: due laureati ad Harvard, uno a Stanford e una ragazza di colore laureatasi alla Loyola in quel di Baltimora. Dove??? Ecco, appunto. Boh.

Inutile dire che la questione razziale è dietro l’angolo – telefonatissima – e la ragazza pensa bene di pubblicare sull’immancabile Chumhum un video montato ad arte dove lo studio ne esce a pezzi, facendo della razza il vero discriminante per questo giro di assunzioni. Il confronto successivo con Diane è l’unico momento veramente apprezzabile di tutta la storyline: la visione progressista di Diane, la fierezza con cui rivendica le sue conquista di donna in un mondo dominato dagli uomini, vengono ridimensionate da una ragazzina neanche trentenne.

Diane: But starting out as a woman in a big law firm 30 years ago, let’s just say I empathize. […]

Monica: Are you seriously comparing histories? […] I don’t choose to have women hold their purses tighter, when they see me coming down the street. I don’t choose for cops to drag me out of my car and frisk me just for failing to signal.

Nel prossimo episodio, vedremo sicuramente gli effetti di questo video sullo studio. Potrebbe essere l’occasione per riabilitare le figure di Diane e Cary e ricontestualizzare propriamente le loro vicende nell’economia di The Good Wife.

The Good Wife 7x06 Lies Recensione

La Politica

Pur continuando a storcere il naso sulla campagna di Peter, trasformatasi in questo episodio in una campagna presidenziale – siamo ancora alle primarie – il momento più alto ce lo regala proprio questa storyline, con Eli e i suoi complotti ai danni di Ruth Eastman. La posta in gioco diventa alta: sul piatto, la testa di Frank Landau – protagonista di un endorsement pubblico nei confronti del Governatore – e di riflesso quella di Peter, che si rivela anche colpevole dei brogli elettorali che causarono la caduta di Alicia nella scorsa stagione. Alan Cumming rende magnificamente i dubbi e le perplessità sulla possibilità di sconquassare ancora una volta la stabilità di Alicia con questa ennesima rivelazione: staremo a vedere cosa succederà quando e se questo vaso di Pandora verrà scoperchiato, soprattutto ora che l’NSA sta col fiato sul collo di Alicia.

Seppur impreziosita dalla splendida segretaria di Eli – dal potenziale enorme secondo me – e dal perfetto ensemble tra Alan Cumming e Margo Martindale nella scena al bar, anche questa che era finora la parte migliore del’intero episodio viene rovinata da un generale senso di disagio: in uno strampalato tentativo di creare un parallelismo tra gli Obama e i Florrick, Peter e Alicia finiscono per essere ingabbiati da ridicoli outfit su un imbarazzante podio imbottitito di ventilatori per difenderli dal caldo asfissiante. Per carità, è anche una simpatica trovata, ma non capisco perchè introdurre questi elementi evidentemente imbarazzanti in una serie che aveva fatto anche della confezione un suo punto di forza: mai sopra le righe, mai volgare, mai ridicola. Nonostante la discutibile fattura, il parallelismo con gli Obama non credo sia buttato lì a caso. Come nel migliore The Good Wife, attualità e finzione televisiva vanno a braccetto: è di gennaio di quest’anno infatti il curioso episodio in cui Michelle Obama indossò un abito già vestito da Julianna Margulies sul set. Il contributo visivo, regia, prego:

The Good Wife 7x06 Lies Recensione

Al sesto episodio, The Good Wife mette nuova carne al fuoco – l’NSA, la questione razziale, una corsa presidenziale, un possibile problema di alcolismo – senza approfondire quelle già in campo e non mettendo chiaramente a fuoco qual è la direzione che si vuole perseguire. Per dirla più semplicemente, sembrano buttate lì, a caso. Se aggiungiamo a questo i troppi elementi di disagio, sono costretto ad andare sotto i tre porcamiseria, contrariamente ad ogni più pessimistica previsione all’inizio di questa settima stagione.

2.5

 

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