Dopo una prima stagione con evidenti limiti tecnici e che strizza talvolta l’occhio ai teen drama, e con Calista Flockhart unico faro nella notte, Supergirl approda alla CW entrando a far parte del cosiddetto Arrowverse. Parallelamente al cambio di rete, imboccherà una parabola ascendente in termini qualitativi, in netta controtendenza rispetto alle serie “cugine”. Datele una chance.
Dopo dodici anni in cui è vissuta sulla Terra tenendo celata la sua vera identità, Kara Zor-El decide di iniziare ad usare i suoi poteri per proteggere i cittadini della sua città, National City. Entra quindi a far parte della segreta organizzazione guidata da Hank Henshaw, per la quale già lavora la sorella, provando a coniugare la normale vita quotidiana con la sua nuova identità da eroina.
Il crossover evento dell'Arrowverse (e non solo) è cominciato. In questa prima parte conosciamo meglio le premesse della trama e i ruoli che in essa giocheranno i nostri eroi, divisi nell'affrontare imprese isolate e monocentriche che si impongono su un disegno complessivo ancora troppo debole.
Supergirl torna sugli schermi per la quarta stagione pronta a fronteggiare un nemico ancora più temibile di Reign: l'odio razziale. Le vicende della Ragazza d'Acciaio si fanno più vicine dunque alla più stringente attualità, in una serie di paralleli con la realtà dei giorni nostri che è veramente difficile non notare.
L'entrata in scena di Reign dà vita ad un midseason finale pieno di emozioni e azione che ci lascia con una Supergirl letteralmente annientata, nel corpo e nell'anima. Saprà riprendersi?
Le tanto sudate nozze di Barry e Iris fanno riunire il loro inusuale ed eterogeneo gruppo di amici per la più classica delle rimpatriate e danno l'incipit a Crisis On Earth-X, l'attesissimo crossover DC dal nome altisonante e pieno di responsabilità. Riuscirà a mantenere le promesse?
Tra viaggi nel passato, e in un certo senso anche nel futuro, Supergirl torna con rinnovato brio, e tra il risveglio di Reign e il ritorno di Mon-El, il post crossover di Supergirl si preannuncia interessantissimo.
Con l'addio a Floriana Lima, Supergirl perde un'importante pedina. Il quarto e il quinto episodio di Supergirl sono tutti al femminile, con grande spazio per Lena Luthor, la new entry Samantha Arias/Reign e ovviamente le Sanvers. I fazzoletti in questo caso sono d'obbligo. Ma sarà stato un addio perfetto?
Mentre il secondo episodio della stagione numero tre di Supergirl ci offre un affondo sulle protagoniste femminili della serie, il terzo si divide tra lo struggente dramma personale e familiare di Maggie e il ricongiungimento tra J'onn e il padre M'yrnn in quel di Marte. E come sempre, quando si tratta di marziani, i limiti tecnici di Supergirl riaffiorano prepotentemente.
È tempo di ritrovare anche Melissa Benoist e la sua Supergirl: una season première che ci racconta un'inedita Kara Danvers, lontana dalla ragazza solare e ottimista che ben conosciamo. La ferita inferta dalla scelta di sacrificare Mon-El è ancora apertissima.
Nel finale della seconda stagione, Supergirl sarà costretta a fare i conti con un nemico che mai avrebbe pensato di dover affrontare e verrà posta innanzi ad una scelta dolorosissima. Nonostante sembrino esserci tutti gli elementi per un episodio esplosivo, il season finale delude le aspettative e vanifica tutti i progressi compiuti rispetto alla stagione d'esordio.
Il piano di vendetta di Rhea prende forma nella più grande minaccia mai affrontata da National City. Graditi ritorni e inaspettate alleanze accompagneranno Supergirl nella lotta più difficile.
Il personaggio di Lena Luthor si trova al centro di due episodi che ne anticipano un possibile sviluppo che la vede sempre più pericolosamente vicina a cedere al suo lato oscuro. Kara riprende invece le redini della sua vita professionale e dovrà anche confrontarsi con Maggie quando Alex verrà rapita da un giovane pronto a tutto per la libertà del padre in carcere.
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