Sense8

Sense8 è uno di quei titoli che ha destato grande interesse sin dalle prime indiscrezioni. D’altronde non avrebbe potuto essere altrimenti trattandosi di un’opera tratta dal genio dei fratelli Wachowski (ideatori di Matrix e Cloud Atlas) e di Straczynski (Babylon 5 nonché molte opere dell’universo fumettistico Marvel).

Sense8 è una serie Netflix, trasmesso quindi secondo la filosofia del bingewatching. L’approccio che terremo per le recensioni di questa serie sarà tuttavia quello classico: recensioni di uno/due episodi a frequenza almeno settimanale. Uno dei limiti di questo approccio è sicuramente quello di scrivere una recensione a posteriori, dopo aver visto gran parte degli episodi, e quindi soggetta a possibili considerazioni dettate dal senno di poi. Per il pilot abbiamo appositamente scelto di non vedere gli episodi successivi, così da garantire un punto di vista assolutamente fedele alle prime impressioni.

Mettiamo quindi fine al dovuto preambolo e addentriamoci in questo pilot che, vi dico subito, è una bomba.

Sense8 è un gioco di parole con il vocabolo inglese sensate, la cui traduzione se volete è “percepire coi sensi” ed è assolutamente calzante perché i protagonisti sono appunto 8 sconosciuti che si trovano improvvisamente interconnessi tra loro, percependo uno le sensazioni dell’altro, condividendo visioni, suoni, odori, eccetera. Ci viene in qualche modo spiegato che questo fenomeno si chiama risonanza limbica, una sorta di forma primordiale di comunicazione, che esiste da prima che fosse sviluppato il linguaggio verbale.

Questa connessione viene in qualche modo attivata da una donna misteriosa nelle prime scene del pilot, Angelica, interpretata da una bravissima Daryl Hannah (Roxanne, Blade Runner, Kill Bill). La scena viene rappresentata quasi fosse una sorta di parto: gli 8 Sensates hanno delle nitide visioni della donna, del luogo in cui giace, di come, di lì a poco, si suiciderà. Due altre figure misteriose interagiscono con Angelica, in diverse dimensioni oniriche: Jonas (interpretato da Naveen Andrews, l’indimenticato Sayid di Lost) e tale Mr. Whispers. Se Jonas sembra essere una persona molto vicina ad Angelica, il secondo ci appare come una minaccia, per sfuggire alla quale Angelica si suiciderà sparandosi in bocca.

Il pilot si concentra però sugli 8 Sensates, la loro vita, frustrazioni, obiettivi, sentimenti. Otto storie diverse, assolutamente slegate tra loro, in otto città del mondo differenti con otto culture differenti, tutte dipanate ad un ritmo serrato, senza soluzione di continuità. Il flusso di coscienza e di sensi che viene descritto è allo stesso tempo percepito dallo spettatore che ne resta in qualche modo rapito.

Ma conosciamoli:

Will (Chicago): giovane poliziotto che affronta la quotidiana lotta tra gang di strada e poliziotti.
Riley (Londra): una DJ problematica che si accompagna ad individui poco raccomandabili nel mondo della droga.
Wolfgang (Berlino): giovane scassinatore con un cattivo rapporto con l’ormai defunto padre, di cui però riesce a superare le orme nell’arte del furto.
Nomi (San Francisco): blogger transessuale e lesbica, piena di tutte le insicurezze del caso, che vive una storia d’amore con una sensuale donna di colore.
Lito (Città del Messico): popolare attore in crisi probabilmente (non viene esplicitato) per la sua omosessualità repressa.
Sun (Seoul): CFO di un’importante società coreana con la passione delle arti marziali e che deve scontrarsi comunque con la mentalità maschilista del suo paese.
Kala (Mumbai): giovane farmacista promessa ad un uomo che non ama.
Capheus (Nairobi): giovane autista di autobus che vorrebbe far decollare il suo business così da aiutare la madre malata di AIDS.

Sarà molto interessante capire come e se gli 8 interagiranno tra loro in maniera fisica e quale sarà l’evolversi della trama orizzontale finora limitata alla scena iniziale. Finora le interazioni tra i sensates sono quelle di natura sensoriale, di cui non c’è una chiara coscienza o comprensione. Solo sul finale Will e Riley hanno una sorta di contatto onirico grazie forse all’assunzione di una particolare droga da parte di Riley stessa. Il sospetto è che Angelica e Jonas fossero parte di un precedente gruppo di Sensates e che per qualche motivo abbiano attivato un nuovo gruppo, ma è davvero una supposizione. Quel che è certo è che rimane una voglia matta di vedere il resto.

Andando avanti nella visione del pilot, il parallelo con Lost mi è venuto quasi naturale: una serie cosparsa di enigmi e misteri ma che ha una fortissima componente di introspezione psicologica. Viceversa però, è la componente del mistero a dipanarsi sotto forma di narrazioni alternative (non flashback, chiamiamole dimensioni onirico-sensoriali) mentre il focus rimane sui personaggi.

Anche la colonna sonora è d’impatto, affidata ai compositori di Cloud Atlas, e d’altronde non poteva essere altrimenti, data la natura stessa della serie.

Unica pecca: in una serie che fa della diversità (culturale, sessuale, psicologica) una sua caratteristica, ho trovato molto forzato l’uso dell’inglese ad ogni costo. Avrei apprezzato molto la scelta coraggiosa di usare 8 lingue diverse, almeno nel pilot per poi confluire verso l’inglese proprio attraverso la risonanza limbica. Avrebbe chiuso veramente il cerchio.