How to Get Away with Murder5×02 Whose Blood Is That?

Il mistero della nuova stagione di How to Get Away with Murder si infittisce, mentre Annalise mette Michaela alla prova con il primo ricorso della class action, che sembra fatto apposta per costringere la ragazza a guardarsi allo specchio e riflettere sui propri errori.

7.0

Dopo una première volta a ristabilire gli equilibri e gettare le basi per i numerosi misteri che terranno il pubblico con il fiato sospeso nel corso della stagione, How to Get Away with Murder sembra tornare – per fortuna – a quella scansione procedurale che fa sì che la componente più prettamente legal della serie non si disperda, come accaduto in precedenza, in favore di una trama orizzontale molto complessa e, per questo, preponderante.

In particolare, a portarci nelle aule di tribunale stavolta è il primo ricorso della class action di Annalise, che vede coinvolta una donna musulmana accusata di aver ucciso sua moglie e condannata in seguito a un patteggiamento poco consapevole suggeritole da un avvocato distratto e superficiale. Ora, grazie alla riapertura del suo caso, Nadia può sperare in un processo più giusto, che le consenta di affrancarsi dalle tremende accuse dei figli della vittima e scongiurare il rischio di essere rimpatriata in un luogo in cui il suo matrimonio con una donna potrebbe costarle la libertà, se non addirittura la vita. Un caso tanto interessante quanto complesso, con cui la Keating si gioca la già precaria fiducia dei suoi nuovi datori di lavoro e finanziatori, nonché la validità – già osteggiata dalle critiche di alcuni pezzi grossi della politica – di quanto ottenuto con la vittoria della class action nello scorso season finale.

Eppure, la vera sfida che il caso di Nadia nasconde non è rivolta tanto ad Annalise, che grazie alla sua esperienza e alle sue innate e ormai ben note abilità forensi riesce ad arrivare alla vittoria senza troppe difficoltà, quanto a Michaela, alla quale sono affidate le sorti dell’imputata. Le somiglianze tra la fine che rischia la sua cliente e ciò cui la Pratt, per salvare la pelle a se stessa e ai suoi compagni, ha condannato il collega Simon nella scorsa stagione sono infatti ben chiare e più volte sottolineate nel corso dell’episodio; se a questo aggiungiamo quell’ambizione e quella ricerca del successo che l’hanno sempre distinta dal resto dei Keating 5, è evidente che la scrittura del caso della settimana è finalizzata a costringere la studentessa a guardarsi allo specchio.

Michaela si è sempre sentita superiore rispetto agli altri, ma alla fine dei conti è forse la più fragile per via della sua cieca necessità di aspirare alla perfezione

Infatti, sebbene sia cresciuta molto dalla prima stagione a questa parte, non è ancora arrivata ad una matura e piena consapevolezza delle proprie abilità e dei propri limiti, come dimostra l’ostinata competizione con Annalise che non tarda a palesarsi anche in questo episodio. Quello che sembrava essere soltanto un ulteriore scontro tra insegnante e studentessa si trasforma però nell’occasione per portare la ragazza a farsi volontariamente da parte nel caso a cui stava lavorando, in una tacita ma chiara richiesta di aiuto che getta le basi per compiere quel salto verso comportamenti più adulti di cui ormai la sua caratterizzazione comincia a sentire il bisogno.

Tuttavia, il potenziale offerto dal caso della settimana non viene sfruttato appieno, soprattutto per quanto concerne il legame più immediato con la ragazza: per quanto Oliver tiri fuori la questione con insistenza, Michaela non sembra considerare ciò che ha fatto a Simon molto diversamente da un aneddoto pungente di cui non vuole più sentir parlare, e non è chiaro se ciò sia dovuto a un grande senso di colpa e di vergogna o alla convinzione che ciò che è successo non sia stato così grave in quanto unica soluzione possibile. Di certo non ci stupiremmo di veder risolta la faccenda con la seconda motivazione, con i precedenti crimini in cui sono stati coinvolti i Keating 5 come giustificazione implicita dell’impassibilità della Pratt, ma sarebbe preferibile averne la certezza attraverso un minimo di approfondimento, così da mettere una volta per tutte un punto alla questione.

Per quanto riguarda gli altri personaggi principali, mentre Laurel è impegnata nella disperata ricerca di qualcuno cui affidare il piccolo nei molti momenti in cui lei non può occuparsene e Asher si fa in quattro per ottenere un posto come tirocinante nell’ufficio del procuratore, a distinguersi sono gli adulti, ciascuno dei quali porta avanti a modo suo la trama orizzontale e i misteri che la costituiscono. Le piste seguite da Frank e Nate, infatti, assumono sempre più centralità, anche se per ora stargli dietro risulta piuttosto difficile, soprattutto a causa della regia confusa e frenetica delle scene che hanno per protagonista il detective, comprensibile per tenere ancora più con il fiato sospeso lo spettatore e non lasciar trapelare alcun indizio utile.

L’unica cosa certa, per il momento, è che l’incognita sull’identità di Gabriel Maddox (e sulle sue vere intenzioni) e le indagini su quanto accaduto al figlio di Bonnie appaiono fin troppo collegate e, se da un lato siamo portati a diffidare da quello che How to Get Away with Murder sembra suggerire, dall’altro non riusciamo a trovare spiegazioni più plausibili. Da tenere d’occhio, appunto, sono anche le scene riservate a Bonnie che, se per il momento sono incentrate soprattutto sulla sua sempre più intima relazione con l’aspirante procuratore di turno, promettono un graduale ma attento approfondimento del personaggio nelle prossime puntate, come lasciano intendere l’ennesimo emozionante confronto-scontro con Annalise e i flashforward. 

 

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
7/10

Summary

Il primo ricorso della class action di Annalise permette di sviluppare alcuni aspetti della caratterizzazione di Michaela, ma l’occasione non viene sfruttata al massimo e l’approfondimento resta in sospeso. Nel frattempo le storyline di Frank, Nate e Bonnie portano avanti la trama orizzontale e i suoi misteri, gettando lo spettatore nella solita ed eccessiva confusione.

Porcamiseria

7

Il primo ricorso della class action di Annalise permette di sviluppare alcuni aspetti della caratterizzazione di Michaela, ma l'occasione non viene sfruttata al massimo e l'approfondimento resta in sospeso. Nel frattempo le storyline di Frank, Nate e Bonnie portano avanti la trama orizzontale e i suoi misteri, gettando lo spettatore nella solita ed eccessiva confusione.

Storia 7 Tecnica 7 Emozione 7
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