How to Get Away with Murder4×03 It’s for the Greater Good

How to Get Away with Murder torna con un episodio dalle emozioni contrastanti e conduce in un’arena di gesti irrazionali e macchinazioni, che fanno sperare ben poco in una vera seconda occasione.

7.0

Il secondo episodio di How to Get Away with Murder ci ha lasciato con dei personaggi impegnati, nel bene o nel male, a dare un nuovo corso alle proprie vite. In It’s for the Greater Good vediamo come, anche quando hanno successo, i tentativi di chiudere con il passato non riescano ad apparire mai netti e definitivi. Il fantasma dei sensi di colpa e degli errori compiuti non concede sconti e trascina in un vortice di azioni impulsive e opportunistiche, per regalare l’illusione che in fondo il controllo non è mai stato perso.

Rendersi pienamente conto del fatto che, dopo la morte di Wes, qualcosa sembra essersi rotto, risulta particolarmente difficile per Annalise. Come lo è lottare con le sue insicurezze in un momento nel quale ha disperatamente bisogno di un nuovo inizio. Se questo nuovo inizio possono regalarlo fiduciose apparenze o lotte per una buona causa, ben venga. Ma – come vuole insegnarci il caso di questa settimana, che non fa fatica a coinvolgere – le apparenze molto spesso ingannano, e battersi per il bene superiore non è sempre un atto di eroismo. La differenza tra il sentirsi meglio con se stessi e essere una persona migliore è la chiave di lettura del comportamento di Annalise. Che sia ancora un ottimo avvocato è innegabile; ma i suoi sforzi di agire in maniera del tutto disinteressata non riescono a convincere nessuno. Lo psicologo, con il quale si è instaurato un nuovo gioco di potere e controllo, ne è consapevole e dispensa consigli che sembrano validi, ma puzzano di cattive intenzioni. Ad Annalise non la si fa facilmente, e siamo certi che possa avere la meglio nella relazione terapeutica. È però importante che riesca a capire quanto non conti tanto fare la cosa giusta per gli altri, al fine di ottenere approvazione, quanto lavorare su se stessi e combattere i propri demoni. Non è egoismo concentrarsi sulla propria persona quando è giusto rimettere insieme i cocci.

Sicuramente fa piacere constatare che Annalise riesce a resistere a certe debolezze, cui un tempo avrebbe ceduto senza troppi problemi. Meglio una chiacchierata con lo psicologo del bicchiere, e meglio evitare di lasciarsi coinvolgere dalle vicende del suo ex team. Ma soprattutto, mai lasciare che l’impulsività assuma il comando quando c’è il rischio di perdere qualcosa di importante. Può sembrare difficile riuscirci quando le ferite sono profonde e scottanti – come testimonia la rancorosa lite con Bonnie – ma ci si può arrivare con un po’ di impegno. È una nuova consapevolezza quella che vediamo sul volto di una Annalise pronta a lasciar andare un’occasione di scontro, e magari a comportarsi da persona adulta a responsabile? E che se ne sia accorto anche un Nate sempre troppo ficcanaso?

Passando ai giovani, siamo delusi nel constatare quanto Connor sia incapace di agire nei propri interessi – a tratti è decisamente il suo stesso nemico. A nulla servono gli incoraggiamenti di una famiglia di amici che continua a sorreggersi nonostante tutto. È ammirevole che riesca a esporsi e chiedere che le sue decisioni vengano rispettate, ma crediamo che stia commettendo un grande errore. E Connor dovrà capirlo da solo, a meno che non ci pensino i paparini a risolvere la questione. Quella che invece si sta facendo strada con le proprie forze è una Michaela sempre intraprendente, forte, sicura. Sembra esserci poco che non sia in grado di affrontare o prendere per sé. Eppure, una parte di lei non può e non vuole dire addio ai suoi sensi di colpa, alla pulce nell’orecchio che le ricorda la morte di Wes. Da qui, la decisione – forse poco saggia – di non lasciar perdere quello che è stato e voler scoprire di più, anche quando potrebbe costarle un lavoro perfetto. Ma non è solo il futuro lavorativo di Michaela a preoccuparci. Il flashforward di questa settimana vuole forse dirci che il casuale scambio di persona nasconda più di quanto sembri? Michaela potrebbe forse ripercorrere gli stessi errori dell’avvocato che un tempo idolatrava?

Laurel merita un discorso a parte. In una prima parte dell’episodio, risultano patetici i suoi tentativi di ottenere attenzioni, sfruttando la pena che si proverebbe per qualsiasi donna incinta e disoccupata. Bonnie e Annalise ci cascano meno, ma Frank – è impossibile per lui nasconderlo – ha ancora un debole per la sua ex ragazza e non sopporterebbe l’idea di vederla soffrire. Bonnie dovrebbe seriamente guardarsi le spalle. Ma proprio mentre ci diciamo che non riusciamo più a sopportarla e che i suoi comportamenti infantili hanno stancato, capiamo che Laurel è invece un’adulta a tutti gli effetti, ormai abile nelle manipolazioni e nelle menzogne quando vuole ottenere qualcosa. E ha senso che il lavoro nell’ufficio del procuratore sia solo un fine, quando solo nello scorso episodio ha mandato all’aria la sua occasione di ricominciare. Ma non siamo contenti di questo risvolto. Come potrà Laurel focalizzarsi sul suo lavoro e sul suo bambino quando tutta la sua vita ruota intorno alla distruzione di suo padre e alla vendetta per Wes? Va bene lottare per la giustizia, ma non immolarsi per disperazione.

Se dobbiamo proprio commentare questo nuovo bond tra Nate e Bonnie, crediamo che le sue fondamenta siano inconsistenti. Entrambi non riescono ad ammettere che, volenti o nolenti, della vita di Annalise vogliono ancora far parte, vuoi per distruggerla, vuoi per vederla strisciare a chieder loro aiuto. Dedicarsi insieme ai piani diabolici non riuscirà a nascondere a lungo le ferite e il risentimento. Chissà chi crollerà per primo.

La speranza di poter davvero ricominciare è da seppellire? L’episodio ci dà una risposta molto amara, perché difficilmente il lupo perde il vizio. E, in vista di un’altra morte imminente (il bambino di Laurel?), come fare a credere che i nostri personaggi possano godere di un po’ di pace? Il lato positivo è che ci aspettiamo che almeno i colpi di scena, in un How to Get Away with Murder che riesce ancora a catturare l’attenzione e movimenta il ritmo, non mancheranno.

(Se volete restare informati su tutte le novità e anticipazioni della serie, seguite gli amici di Le Regole del Delitto Perfetto!)

Porcamiseria
  • 6.5/10
    Storia - 6.5/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 7.5/10
    Emozione - 7.5/10
7/10

In breve

Districarsi tra i sensi di colpa e un passato che non smette di tormentare mette alla prova i personaggi di How to Get Away with Murder, che ci regala qualche delusione, e allo stesso tempo la fiducia che qualcosa di interessante possa bollire in pentola.

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Porcamiseria

7

Districarsi tra i sensi di colpa e un passato che non smette di tormentare mette alla prova i personaggi di How to Get Away with Murder, che ci regala qualche delusione, e allo stesso tempo la fiducia che qualcosa di interessante possa bollire in pentola.

Storia 6.5 Tecnica 7 Emozione 7.5
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