Hannibal3×01 Antipasto

Se Hannibal ci ha insegnato qualcosa sulle serie tv negli ultimi anni è senza dubbio la capacità di affascinare con un equilibrio del tutto particolare, sul filo sottile che attraversa la contemplazione della fotografia di ogni episodio e il dinamismo di scene più ancorate all’azione e al macabro. Il titolo di questo episodio, con una […]

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Se Hannibal ci ha insegnato qualcosa sulle serie tv negli ultimi anni è senza dubbio la capacità di affascinare con un equilibrio del tutto particolare, sul filo sottile che attraversa la contemplazione della fotografia di ogni episodio e il dinamismo di scene più ancorate all’azione e al macabro. Il titolo di questo episodio, con una terza stagione dai titoli dedicati all’Italia (come nella prima erano dedicati alla Francia e nella seconda al Giappone), non è casuale, e ci viene offerto giusto l’antipasto per gli eventi a venire.

ETHICS BECOME AESTETHICS.

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L’aggettivo macabro di qualche riga fa in realtà sembra quasi mal posto poiché, a ben vedere, se come dice lo stesso protagonista “Ethics become aesthetics”, nella visione dell’episodio bisogna abbandonare per 45 minuti l’etica contro l’omicidio e l’esposizione di cadaveri in bella vista e farsi rapire dal potere estetico dell’assassino e di come egli presenta la sua vittima.

L’estetica non è solo in Hannibal Lecter, ma anche nella narrazione, nelle musiche e nell’utilizzo sfacciato dell’eloquio ricercato e dell’eleganza, senza che tuttavia il tutto risulti forzato o fastidioso. Siamo rapiti da ogni dialogo e da ogni fermo immagine, dalla passeggiata di Bedelia nella piazza del Duomo di Firenze al momento di inquietante sovrapposizione del volto di Hannibal col volto di Satana durante la sua esposizione della storia di Pietro della Vigna.

OBSERVE OR PARTICIPATE?

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Il dilemma non chiama in causa solo il personaggio di Bedelia du Maurier, stuzzicata da Hannibal nel climax sadico della loro ultima cena, ma anche lo spettatore stesso: abbandonando l’aspetto etico si passa dalla semplice osservazione alla partecipazione – ovviamente non in senso stretto, è sempre fiction -, arrivando ad avallare l’efferatezza di un serial killer poiché rapiti dal suo fascino.

La stessa Bedelia è intrappolata più di quanto si immagini nella mente caleidoscopica dell’assassino: partecipa, perché non fa nulla per evitare che vengano compiuti omicidi e mutilazioni – al massimo evita di mangiare carne -, ma si sente oppressa nonostante sia una complice consapevole. La scena nella vasca è spettacolare ed emblematica in questo senso, vediamo Bedelia andare sempre più a fondo, senza il minimo controllo della situazione, e ci chiediamo se potrà mai avere la forza necessaria per venirne fuori.

MORALITY DOESN’T EXIST. ONLY MORALE.

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Senza Will Graham, per il momento, Hannibal è praticamente libero di agire indisturbato. Ogni parvenza di moralità data dalla sua presenza nell’FBI delle scorse stagioni viene abbandonata, e l’assassino è libero di togliersi il suo “abito da persona” ogniqualvolta desideri, anche in omicidi non del tutto premeditati, come quello ai danni di Anthony Dimmond. Il morale di Hannibal è alle stelle, e ormai confesso di parteggiare apertamente per lui, mentre vedendo le scorse stagioni ero indeciso tra il volerlo vedere trionfare e il volerlo vedere ucciso o in cella.

Non c’è più la preoccupazione di mantenere le apparenze, tanto che il fatto di venire smascherato dalla sua identità fittizia non impensierisce minimamente il Dottor Lecter. I fatti accaduti nell’ultimo finale di stagione sembrano averlo rafforzato, contro ogni ipotesi, e chissà se Will Graham sarà ancora in grado di tenergli testa.

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Si è capito quanto io sia stato ipnotizzato da Hannibal (e no, non parlo solo del personaggio), forse grazie anche al binge watching fatto negli ultimi giorni, tanto che mi verrebbe da mettere voto pieno d’ufficio a ogni episodio da qui a fine stagione a occhi chiusi. Tra Mads Mikkelsen e Gillian Anderson (inserita ora nel main cast) vi è un’alchimia meravigliosa, e anche il breve ritorno di Eddie Izzard (un Dott. Gideon rassegnato a dover mangiare il suo stesso corpo) è assolutamente benvenuto.

Ho quasi mancato di notare il cameo di Zachary Quinto, nel ruolo del paziente ucciso da Bedelia. Era un argomento lasciato in sospeso nella sua storia, e finalmente ne vediamo una traccia concreta.

Il mio voto non sarà 5 porcamiseria su 5 solo perché è un 4.9, dato dai momenti staticità dell’episodio che mi fanno sorgere spontaneo un “Bellissimo, ma manca quel nonsoché…”. Insomma, fate pure finta che l’ultimo bollino non sia in trasparenza.

4

 

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Su Twitter è rinnovato amore per Mads Mikkelsen.

Bedelia, se vuoi scappare stai fresca.

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Porcamiseria

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