Grey's Anatomy12×11 Unbreak My Heart

“We can’t boil every injury down to one single blow.” In Grey’s Anatomy – e in tutte le serie TV di lunga durata – è comune che venga a crearsi una sorta di circolo vizioso nel corso di una o più stagioni per cui alcune storie vengono semplicemente accantonate: vuoi per la poca rilevanza rispetto alla trama principale, […]

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“We can’t boil every injury down to one single blow.”

In Grey’s Anatomy – e in tutte le serie TV di lunga durata – è comune che venga a crearsi una sorta di circolo vizioso nel corso di una o più stagioni per cui alcune storie vengono semplicemente accantonate: vuoi per la poca rilevanza rispetto alla trama principale, vuoi per la perdita di smalto dovuta alla ripetitività delle dinamiche, alcune di esse vengono semplicemente messe da parte per poi essere ripescate e riutilizzate in un secondo momento.

Questo è quanto è accaduto alla storia travagliata e sofferta tra April e Jackson: avevamo lasciato i due sull’orlo del divorzio, con Avery deciso a terminare il suo matrimonio con la Kepner, che invece – complice una ritrovata forza d’animo dopo la sua esperienza quasi mistica in Giordania –  era pronta a mettere anima e corpo in questa battaglia che aveva già il sapore della sconfitta. In questo episodio, la loro storia riceve la dignità che merita: non più mostrata al pubblico a spizzichi e bocconi, ma descritta a ritroso fino agli inizi, nel tentativo di capire cosa ha portato ad un finale così drammatico e inatteso.

 “What hurts us is cumulative. It happens over time.”

Grey's Anatomy Unbreak My Heart 12x11 recensione

Utilizzando i flashback come espediente narrativo – uno strumento che Grey’s Anatomy ha fatto suo e consolidato soprattutto nell’undicesima stagione -, gli autori riescono a imbastire una storia che viene riavvolta come il nastro di una vecchia videocassetta: ciò permette allo spettatore di ripercorrere le tappe salienti della storia di Jackson e April e di scoprirne anche elementi inediti. Sin dal loro primo incontro al Mercy West, in una sequenza che strizza l’occhio alla scena iconica del pilot della serie, emerge quanto i due abbiano sempre avuto personalità diverse, per non dire diametralmente opposte: da un lato il rampollo di una famiglia d’eccellenza destinato ad essere un brillante chirurgo, dall’altro l’insicura ragazza di campagna con il sogno di una famiglia numerosa.
Il viaggio dei “Japril” continua attraverso gli anni e descrive sinteticamente ma con impatto l’evolversi della loro storia: nonostante le evidenti diversità caratteriali, i due riescono a diventare più intimi, dapprima come migliori amici e poi come amanti: questa evoluzione avviene in maniera graduale in seguito alla sparatoria – commovente la scena in cui April e Jackson finiscono nel corridoio dove Reed fu uccisa – e agli esami di fine specializzazione – impossibile dimenticare la crisi di identità di April a seguito della sua prima volta con Jackson.
A queste scene fa da chiosa quella in cui i due annunciano di essere in attesa di un figlio: la felicità dei due medici e dei loro amici si mescola però in un insieme dolce-amaro al destino del bambino che, purtroppo, lo spettatore già conosce.
L’idea di utilizzare i flashback è molto interessante nonché utile in una narrativa ampia come quella di Grey’s Anatomy:a partire dal canovaccio della storia principale, permettono di legare tra loro diversi elementi della trama, aggiungendo nuovi tasselli al puzzle generale, e di sviluppare a fondo i personaggi arrivando a capirne i motivi che li hanno portati a compiere determinate scelte.

Grazie a un tuffo nel passato, lo spettatore di Grey’s Anatomy inizia sì a farsi una idea più generale ed esaustiva sulla storia dei due medici, ma riuscire a esprimersi su quale tra i due abbia ragione o torto, relativamente alle cause che hanno portato a termine la loro storia, è un’impresa difficile. Dall’altra parte dello schermo, veniamo posti di fronte al punto di vista di entrambi e ciascuno dei due apporta delle motivazioni innegabilmente valide. Da un lato è impossibile biasimare April per aver fatto le valigie ed essere partita alla volta della Giordania con l’intento di lasciarsi alle spalle il trauma più grave della propria vita, dall’altro non ci si può non immedesimare nella rabbia e nella solitudine provate da Jackson: dopo essere stati devastati dalla morte del figlio, nessuno dei due ha potuto contare sul sostegno dell’altro, ritrovandosi soli ad affrontare le proprie vite segnate dal lutto.

Questa situazione ha fatto accumulare tra i due innumerevoli incomprensioni e risentimenti, fino a sfociare nel momento drammatico del divorzio. La scena che vede i due seduti al tavolo, davanti alle carte da firmare, è intrisa delle accuse che i due si sono lanciate a vicenda: sei fuggita, mi hai abbandonato, non credi che stessi morendo anche io, tu non capisci, volevo sopravvivere, hai deciso che siamo arrivati al termine.

Grey's Anatomy Unbreak My Heart 12x11 recensione

Grazie alle performance di Sarah Drew e Jesse Williams, perfetti sia nel ruolo della coppietta felice sia in quello della coppia in frantumi, la storia di April e Jackson recupera la dignità che le era stata tolta con i continui tira e molla. Nonostante questo, sembra che per i due non sia finita l’ultima parola: la scelta di April di tacere a Jackson la nuova gravidanza è condivisibile, sì, e questo dimostra una grande maturità – cercare di salvare un amore usando un bambino come “arma” sarebbe stato solo un tentativo disperato – ma come reagirà lui quando lo scoprirà?

Nel frattempo, aspettando la prossima mossa di Shonda, questo episodio si merita quattro porcamiseria su cinque per aver risollevato una storia dalle proprie ceneri in un modo decisamente credibile, spianando la strada a una serie tutta nuova di circostanze future che speriamo Grey’s Anatomy saprà far fruttare.

“Even if something seems like it can’t be fixed, doesn’t mean it’s broken.”

4

 


https://twitter.com/gianluka09/status/703540415664951300

 

 

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