In questa puntata di Game of Thrones – Il Trono di Spade perdiamo un personaggio di cui non ci importa nulla, ma ne guadagnamo uno che sicuramente sarà determinante per il proseguire di questa stagione, visto che gli hanno intitolato l’episodio! E c’è anche un ritorno molto importante che sicuramente nessuno si aspettava…
Le Due Regine
Tommen Baratheon e Margaery Tyrrell convolano a nozze in questo episodio: ciò significa che Cersei passa dallo status di Queen a quello di Regina Madre, cioè sei vecchia decrepita, scansati e mettiti a sferruzzare al punto croce.
Margaery prende subito il controllo su Tommen, aprendo le gambe e facendogli avere il suo primo orgasmo, e il ragazzino da bravo adolescente non vorrebbe fare altro che spassarsela tra le lenzuola, giustamente. La neo regina inizia subito a tessere le sue trame, portando a sé il Re e versando velenosi dubbi nei confronti della suocera Cersei, nel gioco strategico e subdolo appreso dalla cara nonnina Olenna Tyrell, che ricordiamo le ha ucciso il precedente marito, Joffrey.
Tommen – che fa ancora fatica ad accettarsi come Re, ma non nutre nessun rammarico per la perdita del fratello – cade facilmente nel tranello, e durante una passeggiatina con la madre le domanda se non sarebbe più felice a Casterly Rock, a casa, lontana dalla corte. Cersei, che mica è scema, capisce il gioco della nuora, e le va a fare una visitina di cortesia. Margaery, circondata dalle sue ancelle sgallettate, si permettere di gettare uno shade dietro l’altro; negli occhi di Cersei si legge la voglia omicida di staccarle la testa con un morso. La nuova regina si sta prendendo troppe confidenze…
L’ora di Religione
In quella che è la scena più blasfema che si possa immaginare, L’Alto Sacerdote del Tempio, invece di cantar messa, si trova dentro uno dei bordelli di King’s Landing, circondato da prostitute vestite come le sette divinità che gli girano intorno: lui ne sceglie ben due, ma mentre sta per dar loro la sua “benedizione” irrompe nel bordello un gruppo di Passeri (Sparrows), guidati da Lancel Lannister, che lo accusano di blasfemia.
Ma dai? provate ad immaginare il Papa circondato da un gruppo di zoccole vestite da Madonna (quella sacra, non la popstar)… ecco, più o meno il livello è quello. L’Alto Sacerdote viene denudato e costretto a camminare in mezzo alle vie della città esposto agli sguardi e agli insulti carichi di disprezzo del popolo.
Invece di ringraziare per non essere stato linciato, il prelato va dal Consiglio a lamentarsi, chiedendo “giustizia” poiché umiliato dai Passeri, e pretendendo la testa del loro rappresentante, l’High Sparrow, il Grande Passero (ok non fate battute scontate). Cersei decide allora di andarlo a trovare dove risiede, in mezzo ai fetidi bassifondi della capitale, tra malati e morti di fame: un uomo anziano ma forte, scalzo e vestito di stracci, che si dedica anima e corpo ai bisognosi. L’High Sparrow pensa che la Regina Madre sia venuta per arrestarlo, ma sorprendentemente Cersei gli comunica che è stato L’Alto Sacerdote a finire nei sotterranei, per il suo comportamento deplorevole e blasfemo: cercando forse un nuovo alleato, Cersei gli fa capire che ha bisogno di lui, perché il Regno si regge sulla Corona e sulla Fede, e l’una ha bisogno dell’altra.
Certo, parla lei di fede e rettitudine, che è come lanciare un salame in un corridoio (incestuoso, peraltro).
Al suo rientro, Cersei porta un messaggio per Littlefinger a Qyburn, il Maestro cacciato dall’Ordine per negromanzia, che nei sotterranei del castello continua ad operare strani esperimenti sul corpo di Gregor Clegane, la Montagna, avvelenato dalla lancia di Oberyn Martell nella scorsa stagione. Ancora vivo, non oso immaginare cosa e come ne potrebbe uscire…
La sguattera
Nella House of Black and White, Arya di certo non si aspettava di dover ramazzare i pavimenti per settimane. Jaqen H’ghar le ricorda laconico che “Valar Dohaeris“, tutti gli uomini devono servire, quindi anche le bambine impertinenti che hanno troppa fretta di conoscere. Nel tempio si serve l’unico Dio che non ha un nome ma tutti conoscono, Il Dio dai Mille Volti: non è nessuno dei Sette, né uno degli antichi Dèi del Nord, né il Dio R’hllor… La peculiarità del posto, Arya osserva, è l’arrivo di gente malridotta in visita: costoro non fanno altro che bere una pozione e stendersi a riposare, per non svegliarsi più. Perché vengono qui a morire? Dove vengono portati i corpi senza vita?
La tempra di Arya viene messa alla prova da una compagna nel “Game Of Faces“, il gioco delle facce: sei in grado di rimanere inespressiva e senza emozioni? Ecco no, e infatti si prende due bastonate secche sugli stinchi. Prima che la situazione possa degenerare arriva Jaqen, che fa notare come Arya Stark sia ancora Arya Stark, vestita da Arya Stark, e con la spada di Arya Stark: come può quindi sperare di intraprendere il cammino per diventare nessuno? Arya decide allora di indossare solo la veste del tempio e buttare nel mare i suoi vecchi vestiti, i suoi soldi e la moneta donata dallo stesso Jaqen… Ma non Needle. La sua spada, donata dal fratello Jon, viene da un’altra vita, da un altro mondo, da un altro tempo, ed è tutto quello che le resta: le lacrime e la nostalgia le impediscono di gettare lo spadino in acqua, che verrà nascosto poco lontano, sotto delle rocce, insieme al resto del suo passato.
Arya torna a spazzare i pavimenti, ma questa volta Jaqen la conduce con sé dove sono portati i corpi degli avventori del tempio venuti a morire. Seguendo un corridoio poco illuminato, arrivano in una stanza, dove insieme alla compagna senza nome Arya dovrà lavare un cadavere, in una scena un po’ à la Six Feet Under.
Ha ancora molto da imparare la nostra giovane Stark, ma sembra avere molto potenziale e sembra apprendere molto in fretta, soprattutto senza fare domande.
Nella tana dei Bolton
Nel castello di Moat Cailin, Roose Bolton e il figlio Ramsay discutono su come vadano gestiti i Lord ribelli del Nord, territorio che hanno usurpato agli Stark: meglio non scorticarli tutti, altrimenti non resta più nessuno a cui far pagare le tasse, no? Per l’ex bastardo comunque è in arrivo una bella sorpresa: il padre gli ha infatti trovato una moglie, più efficiente di Alberto Castagna in Stranamore.
Chi è la povera sfigata? Manco a dirlo, niente meno che Lady Sansa Stark, in arrivo con Lord Baelish. Alla vista di Moat Cailin Sansa capisce benissimo cosa le sta per accadere, e non è per niente contenta di dover sposare il figlio di chi ha complottato coi Lannister per sterminare praticamente tutta la sua famiglia. Littlefinger riesce a convincerla a non scappare più e a tornare nella sua legittima casa, dove un giorno potrà vendicarsi… la prospettiva convince Sansa, che accetta e stringe i denti per l’ennesima volta… Tanto, peggio di così.
Theon/Reek osserva di nascosto l’arrivo di Sansa, e chissà cosa gli passa per la testa, considerando che si conoscono da quando sono bambini. Quando Roose Bolton si avvicina e la saluta, il momento è stracarico di tensione, sono letteralmente incollato allo schermo per vedere la reazione di Sansa: lei è inespressiva e per alcuni interminabili secondi sfida Roose guardandolo dritto negli occhi… per poi sfoggiare il più dolce e cortese dei sorrisi (Made in King’s Landing, ovviamente).
Il baciamano galante di Ramsay non piace alle sue compagne di giochi (specialmente a Myranda in primo piano… la ricordate nella terza stagione?), probabilmente gelose di Sansa. Accompagnata nelle sue stanze, Lady Stark viene salutata con grande rispetto dall’inserviente, con la frase sibillina:
The North Remembers.
Roose Bolton è una vecchia volpe e non si fida di quella faina di Baelish, perché non capisce fin dove vuole arrivare: ora che ha conquistato il Nord, come la prenderanno i Lannister per avergli soffiato da sotto il naso Sansa Stark? Littlefinger lo rassicura, tanto ormai il potere dei Lannister si è assolutamente ridimensionato con la morte di Tywin, e Cersei e Jamie non hanno alleati. Il messaggio della Regina Madre comunque arriva a Lord Baelish, e glielo consegna proprio Roose, senza sigillo, perché appunto non si fida per un cazzo.
Brienne e Podrick
La strana coppia continua a seguire Sansa e Littlefinger a distanza di sicurezza: ormai si è capito dove sono diretti, quindi i due se la prendono relativamente comoda. Brienne inizia simpaticamente a domandare come ha fatto un tale inetto a diventare lo scudiero di Tyrion Lannister, non essendo nemmeno capace a legare una sella; Podrick sa di essere un incapace, ma le sue parole oneste e di buon cuore sciolgono un po’ il caratteraccio della virago, che decide di dargli qualche lezione di spada.
Brienne riesce anche a parlare un po’ del suo passato, raccontando un episodio molto intimo di quando, durante la sua adolescenza, il padre organizzò una festa per sceglierle il fidanzato: i giovanotti accorsi fecero a gara per danzare con lei, adulandola e non badando a quanto fosse alta, brutta e sgraziata. Presto si capì che si trattava solo di una crudele presa in giro: venne fuori che era solo una scommessa per riuscire a ballare con Brienne The Beauty, nome più adatto a un cavallo, e Brienne, ferita profondamente nell’orgoglio, ritornò a considerarsi la ragazza più brutta al mondo. Solo Renly Baratheon ebbe un moto di gentilezza, abbracciandola e danzando con lei, confortandola con parole dolci e incoraggianti, l’unico a salvarla dallo scherno e dalla vergogna. Ecco spiegato il legame di devozione e amore verso Renly, che Brienne descrive in una frase toccante e piena di risentimento:
Nothing is more hateful than failing to protect the one you love.
Il Re e il Comandante
Stannis Baratheon non è molto contento della nuova carica di Jon Snow: la sua idea di usarlo come pedina per portare il Nord dalla sua parte si infrange contro la testardaggine del bastardo Stark, che è tronfio di orgoglio per la sua nuova carica di comandante. Anzi, ora ha anche l’ardire di chiedere a Stannis di levarsi dai piedi, perché Winter is Coming e l’esercito magna e beve troppo. Stannis, che non è famoso per scendere a compromessi, si alza e se ne va, lasciando al più diplomatico Ser Davos un modo per trovare un accordo con il nostro comandante: il consigliere gli fa notare che fino a che i Bolton saranno i Guardiani del Nord, la gente ne soffrirà, quindi pensaci bene Snow, che sarai anche comandante ma continui a non sapere un cazzo.
Jon, come prima azione strategica al comando, assegna ad Alliser Thorne il comando dei Ranger: è un grande onore, che impegnerà a lungo il suo più forte oppositore a Castle Black, gratificandolo allo stesso tempo, e ricevendo l’approvazione di tutti. Allo stesso tempo Jon cerca di togliere di mezzo l’alleato di Thorne, Janos Slynt, spedendolo a Greyguard, una delle roccaforti abbandonate lungo il muro: Slynt rifiuta, ma Snow gli ricorda che non gli sta facendo un’offerta, ma gli sta impartendo un preciso ordine. La tensione è palpabile, e quando Slynt risponde che “l’ordine lo puoi infilare su per il tuo culo bastardo“, Jon coglie la palla al balzo e ordina di farlo arrestare e portar fuori. Alliser Thorne, invece di difendere l’amico, dribbla le sue richieste con un elegante fottesega, e Slynt viene trascinato nel cortile con la testa poggiata su un ceppo. Mentre dapprima rantola minacce, appena sente il tocco della lama piagnucola e supplica pietà davanti ai suoi uomini, finendo inesorabilmente decapitato dal comandante Snow. Stannis osserva e approva a poca distanza, perché diciamocelo, Slynt era fastidioso come un esame alla prostata.
Volantis
Tyrion sta impazzendo, non ce la fa più a stare chiuso nella carrozza. Come il più rompicoglioni dei bambini in auto lungo la tratta Milano-Catanzaro, riesce a convincere finalmente Varys a fermarsi nella città di Volantis, piena di schiavi, per fare una passeggiata andare a troie. In un bordello Tyrion finalmente inizia a chiacchierare con una donna, ma al momento di appartarsi si rende conto che non gli riesce più: forse il pensiero di Shae, l’amante da lui stesso uccisa a mani nude, è ancora troppo forte da sopportare. Ubriaco, si allontana per una pisciatina, ed è qui l’ultimo colpo di scena: Jorah Mormont compare alle sue spalle e lo rapisce, con un sinistro “Ti porto dalla Regina“. Forse vuole riconquistare il favore della sua amata Daenerys? Oppure intende consegnarlo alla sorella Cersei per riscuotere la ricompensa? Io propenderei per la seconda, perché il boccone amaro della friendzone è sempre difficile da digerire.
Puntata ricca di sviluppi, e nemmeno si è vista Daenerys. Ampio spazio anche alle congetture, soprattutto sul percorso di Arya e sui destini della sfigatissima Sansa e di Tyrion, con un colpo di scena che ci tiene col fiato sospeso. Io direi senza alcun dubbio 5 PorcaMiseria su 5!
Su twitter durante la diretta ci hanno colpito alcune vostre opinioni:
Finalmente un matrimonio che finisce decentemente!
Il primo matrimonio andato bene. Lo shock. #TronoDiSpade #Tronedì
— Lorenzo Allamprese (@Alla794) 27 Aprile 2015
The North remembers.
Bolton ma quanto vi odio.
Marcite tutti nella vostra popò. Maledetti.
(E povero Theon/Reek.)
#TronoDiSpade
— Deborah Lepri (@Dhufflebee) 27 Aprile 2015
Questa citazione da Frankenstein Junior mi ha spaccato.
Io fossi stato Qyburn avrei anche urlato un "Si…può…FAREEEEE!!" #TronoDiSpade #tronedi
— Federico Rosati (@bepi_90) 27 Aprile 2015
L’impazienza di Tyrion non passa inosservata.
#TronodiSpade Tyrion sembra uno di quei bambini che in macchina ripete "siamo arrivati?"
— AnsiaLibera (@psicofuffa) 27 Aprile 2015
Porcamiseria
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