Anche The Flash si aggiunge all’enorme elenco di serie che stanno riaprendo i battenti in questo ottobre televisivo. Dopo il risolutivo finale della prima stagione, quindi, Barry Allen ritorna sui nostri schermi, con un salto in avanti di ben sei mesi rispetto al cliffhanger che ci aveva lasciato con il fiato sospeso (e che ci aveva ricordato parecchio Smallville). È una Central City molto diversa, quella di questa seconda stagione, e anche il suo velocissimo supereroe sembra essere cambiato parecchio. La season premiere però non convince altrettanto velocemente, e andiamo a capire perché.
Scelte e sensi di colpa
Come dicevamo poc’anzi, l’intero quadro della serie è cambiato. Dopo gli eventi quasi apocalittici causati da Harrison Wells aka l’AntiFlash, ora la città è pienamente consapevole della presenza dei metaumani e, in particolare, di Flash, il quale si appresta a ricevere le chiavi della città per essere riuscito a chiudere il gigantesco wormhole che stava per inghiottire Central City.
Non è che Barry però faccia i salti di gioia. Siamo abituati a vedere il nostro protagonista sempre allegro e spensierato, mentre il Barry Allen che incontriamo in questa premiere è profondamente diverso, quasi depresso: si è isolato da chiunque e porta avanti le sue attività in solitaria. Cisco collabora con Joe alla Polizia, mentre Caitlin ha trovato lavoro presso un altro centro scientifico.
Il perchè di questo cambiamento ci viene presto rivelato. Non fu infatti solo Eddie, sei mesi fa, a perdere la vita agli Star Labs, ma anche Ronnie: l’intervento decisivo di Firestorm nel chiudere il wormhole ha causato la morte del ragazzo, risparmiando invece la sua controparte, il professor Stein. Barry non riesce a perdonarsi, addossandosi tutta la colpa di entrambi i decessi e preferendo allontanare chiunque onde evitare di ferire qualcuno durante la sua missione di supereroe. Saranno l’arrivo di un nuovo nemico, Atomic Smasher(!) e l’intervento degli amici, a fargli capire che sia Eddie che Ronnie hanno deciso in piena autonomia di aiutarlo e di sacrificarsi per il bene di Central City.
Barry, così, è di nuovo pronto – con il suo team alle spalle e con un costume nuovo di zecca, in linea con quello dei fumetti – a combattere il crimine di Central City, in particolar modo se di origine metaumana.
La velocità non è tutto
Mi sono volutamente dilungato nel riepilogare gli eventi – non tantissimi – di questa premiere. Vi potete benissimo rendere conto, rileggendoli, di quanto banale e frettoloso sia questo inizio di stagione.
Quante volte, soprattutto in queste serie di stampo supereroistico, abbiamo visto il protagonista isolarsi, rifiutare l’aiuto di tutti, per poi capire che da solo non può farcela e tornare quindi allo status quo di sempre? Intendiamoci, non che le serie di questo genere brillino per originalità, ma gli stessi temi possono essere affrontati in mille modi diversi. Anche la serie gemella, Arrow, ha in passato gestito la stessa situazione, ma compiendo scelte molto più coraggiose, come ad esempio fare un intero episodio senza il protagonista, lasciando ai comprimari il compito di reggere l’intera trama.
Da The Flash, specialmente in occasione di una season premiere, ci saremmo aspettati lo stesso coraggio. Pur essendo qui, come sappiamo, ben lontani dai toni dark dell’arciere di Starling City e in un contesto decisamente più “fumettoso”, si sarebbe potuto approfondire il dilemma interiore di Barry – e quello di Caitlin, che la fretta della risoluzione fa invece apparire fin troppo forzato – magari occupando un arco narrativo di più episodi. Invece, i conflitti morali del protagonista (che, ricordiamolo, nella timeline della serie sono durati sei mesi) vengono risolti nel giro di un episodio grazie a due parole gentili di Joe e a qualche livido causato da Atomic Smasher. D’accordo, il protagonista è superveloce, ma non necessariamente deve esserlo anche ogni sviluppo della trama.
Anche gli effetti visivi di questo primo episodio lasciano un po’ a desiderare, laddove invece lo scorso season finale ci aveva pienamente convinto. Atomic Smasher – sì, sempre lui – non pecca solo di una caratterizzazione praticamente nulla del personaggio, ma anche di una realizzazione tecnica di basso livello: i momenti in cui si ingrandisce ricordano davvero gli effetti speciali di Once Upon a Time, e chi la segue sa che non è certo un complimento.
Insomma, è difficile trovare lati positivi a questa premiere (forse giusto il videotestamento di Harrison Wells, ma solo perchè appena Tom Cavenaugh arriva, ruba la scena a chiunque). Era visibile, sullo sfondo, l’intenzione di addentrarsi nella psicologia dell’eroe, di comprendere la necessità del sacrificio e il fatto che anche altre persone possono condividere l’enorme peso sulle spalle del protagonista anche se non dotate di superpoteri. Purtroppo però l’intenzione è rimasta tale, sfociando in una realizzazione superficiale e frettolosa. Speriamo che dal secondo episodio si corregga un po’ il tiro, perchè la prima stagione aveva toccato livelli più che buoni e sarebbe un peccato sprecare quelle ottime potenzialità a causa di una scrittura poco attenta.
Note da nerd
- Vabbè, il riferimento a Batman è fin troppo forte, anche per chi nerd non lo è.
- Nell’episodio vengono introdotti due nuovi personaggi. Il primo, solo nominato, è il nuovo big bad, ossia Zoom, un supercriminale con il potere di controllare lo scorrere del tempo intorno a sé. Il secondo, comparso sul finale, è nientemeno che Jay Garrick, ossia il primissimo personaggio a vestire i panni di Flash. Sarà interessante vedere come la serie deciderà di sfruttare entrambi i personaggi.
Su Twitter un po’ tutti concordi…
L'hanno chiamata #TheFlash perché in una puntata hanno infilato (male) una stagione #SerialUpdate #serialfreaks
— Giuseppe Capuano (@kapgiu) October 8, 2015
Questa puntata mi sta facendo bestemmiare in aramaico
ERI FINITA COSÌ BENE PERCHÉ ROVINARE TUTTO #TheFlash— Fette who? (@Fetterica) October 8, 2015
…ma tu, @AnnalisaMilan, hai vinto tutto.
Flash, Zoom, tra poco arriva pure Selfie ahahah#TheFlash
— Lindsay.🐬 (@AnnaaaGreys) October 8, 2015
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