In queste due nuove puntate di Arrow si conferma la tendenza “familiare” di questa quarta stagione, incentrata principalmente sui complicati rapporti genitori/figli dei protagonisti. Relazioni declinate in maniera ogni volta differente ma liquidate, nella maggior parte dei casi, sbrigativamente.
Code Of Silence
Un infuriato Malcom Merlyn, dopo aver rivelato l’esistenza del figlio di Oliver a Damien Darhk, si unisce all’H.I.V.E. e al loro progetto di mettere le mani su Star City grazie alla candidatura della moglie dello stesso Darhk. Oliver è però un osso politicamente duro da battere, quindi l’organizzazione criminale sguinzaglia un improbabile Demolition Team – vanno in giro a fare esplodere palazzi e hanno una sparachiodi come il Macaulay Culkin dei tempi migliori – che metta fuori gioco il rampollo Queen e contemporaneamente elimini Quentin Lance, il cui doppio gioco è ormai più evidente del plagio dei poteri di Darth Vader per Darhk. Tra inseguimenti poco discreti, botte prese dai nostri e una prevedibile vittoria finale sia politica che fisica da parte del team Arrow, Curtis riserva quella che è la sorpresa più bella dell’episodio: come regalo di fidanzamento per Felicity ha creato un impianto bio-meccanico in grado di farla tornare in piedi.
Frattanto, nel noiosissimo passato, Oliver elimina Conklin su pressione degli altri prigionieri, e scopre che, una volta che avrà avuto ciò che vuole, il fumo nero Reiter ucciderà tutti coloro che si trovano sull’isola.
La vicinanza temporale delle presidenziali americane condiziona l’andazzo delle serie tv, che propongono in piccolo le proprie elezioni: i villain ormai sanno che per mettere in atto il proprio piano è necessario passare dalle urne e costruire mistificazioni atte ad aumentare l’appoggio degli elettori. L’universo DC ha sempre avuto un debole per le istituzioni politiche (solo gli Stati Uniti potevano eleggere Lex Luthor come loro Presidente…), e le trasposizioni televisive non sono da meno; così, se a Gotham Theo Galavan la fa da padrone, a Star City le cose sono più complicate, fin dai tempi in cui a candidarsi fu Moira Queen. La poltrona di sindaco di Starling, quasi come la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, sembra essere più spinosa dell’iron throne (come verrà evidenziato anche in Taken).
Il misterioso piano dell’H.I.V.E., ormai arrivato al quinto step, necessita della vittoria di Ruvé Adams per essere attuato, anche se, finora, ha dato più l’impressione di essere un confusionario susseguirsi di eventi che non uno schema organizzato e con uno scopo. Torna poi anche il tema dei segreti e delle mezze verità tipico delle serie supereroistiche, ma di cui Arrow spesso abusa. Da una parte ad esempio c’è Thea che viene a conoscenza del figlio ormai-non-più-segreto di Oliver, convincendolo a mantenere la cosa nascosta alla sua dolce metà; dall’altra abbiamo Quentin che stenta nel confessare a Donna la verità del suo allontanamento, ma che infine cede, per non perdere l’amata. Lo stesso purtroppo non accadrà alla figlia della donna, nella puntata successiva… Un plauso va comunque ai bei piano sequenza dell’episodio, che rendono la visione della puntata piacevole (ma non siete Daredevil quindi anche meno!)
Taken
Darhk rapisce William, il figlio di Oliver, per fargli abbandonare la candidatura e simultaneamente appoggiare quella della signora Adams. Il giovane Queen non può fare altro che sottostare alle condizioni del criminale, ma, pur attenendosi ai patti, non fidandosi del nemico, chiama al suo fianco un’alleata che possa contrastare la magia di Damien. Si tratta di Mari McCabe, meglio conosciuta (?) come Vixen (sì, lo so, sembra il nome di un farmaco), un’orfana africana in grado di assumere, grazie a un amuleto-totem, i poteri di qualsiasi animale. Freccia Verde e Flash avevano già fatto la sua conoscenza in una delle puntate della serie animata a lei dedicata, ma qui ci viene presentata la sua controparte in carne e ossa.
Vixen sarà fondamentale nella distruzione del totem di Darhk, la fonte di tutti i suoi poteri magici; una volta distrutto quello, infatti, il supercattivo viene agevolmente messo fuori gioco da Green Arrow e consegnato alle autorità. Oliver, a seguito di quanto successo, deciderà di non rivelare la verità su di lui al bambino, almeno fino a quando non avrà raggiunto la maggiore età. Felicity cerca intanto di elaborare l’ennesima bugia del promesso sposo, e fa appena in tempo a far funzionare l’impianto di Curtis per scappare via dalla vita del supereroe (e senza nemmeno un’ora di fisioterapia!)…
Oh, già, c’era anche il flashback! Scopriamo che l’isola ha una sacca di energia e degli spiriti che invitano a non entrare e un pulsante che va premuto ogni 108 minuti ad eccezione di Oliver, che ha come lasciapassare il tatuaggio impresso da Constantine, e viene quindi mandato avanti come guida tra le profondità di Lian Yu.
Anche in questo caso tornano e si incrociano due grandi temi della serie: la verità e la famiglia. La reazione di Felicity di fronte alla scoperta di un’altra bugia da parte di Oliver è comprensibile, non solo per tutto quello che è sempre conseguito al nascondere la verità in precedenza, ma anche in considerazione del fatto che praticamente la paternità del supereroe era ormai il segreto di pulcinella. Laurel per parte sua reagisce anche lei malamente quando le viene sbattuta la prova di un altro tradimento da parte del playboy Queen, fornendo la scusa a papà Lance per sfruttare i suoi cinque minuti da inserire nel quadretto delle famiglie buone ma non perfette di fine puntata.
Un dubbio lecito sorge su tutta la manfrina politica orchestrata finora, che, se da un lato capiamo ha avuto la conseguenza di rendere chiaro dove comincia Green Arrow e dove inizia Oliver Queen, dall’altro se non verrà recuperata in qualche modo durante le puntate successive rischia di passare per un riempitivo neanche troppo piacevole. Così come, nella stessa posizione scomoda, si trova il personaggio di Alex, la cui utilità è ancora ignota al di là di interesse amoroso di Thea subito abbandonato al ritorno di Roy (e te credo).
La speranza che a Darhk venga riservata una fine migliore è grande, perché il cattivo è stato ben caratterizzato e interpretato; ha incusso timore e riverenza allo stesso tempo, confermando l’ormai tradizione di ottimi villain della serie. Il dubbio resta riguardo alle sue capacità, col rischio di tramutarsi in delusione se davvero fossero limitate al solo utilizzo del totem: ci aspettavamo un cattivo potente e scaltro, non uno dopato esclusivamente dalla magia (davvero basta questo a sopravvivere secoli?). Sui flashback e sulle linee Ley pochissimo da dire, nel secondo caso la descrizione stessa di “wifi della magia” parla da sola…
Ci vuole tempo per guarire, come vale per il corpo così anche per il cuore di Felicity, anche se il broncio che indossa in macchina nel flashforward non sembra del tutto dovuto al misterioso cadavere nella bara.
Note
- Qualcuno ha ipotizzato, anche se ancora non si hanno conferme di nessun tipo, che The Cw abbia in programma una serie interamente dedicata a Vixen, o che, nel caso questa venga scartata, di mandarla tra le file delle Legends of Tomorrow.
- Lyla in sordina è diventata direttrice dell’A.R.G.U.S. come si evince sia da questa puntata che dall’episodio di The Flash di questa settimana.
- Come la serie sul velocista scarlatto, anche Arrow va in pausa fino al 23 marzo.
I want you come prossima showrunner di Arrow:
Invece di fare i flashback inutili dell'isola, perchè non ci fanno vedere da dove esce Vixen? Possiamo tenerla al posto di Laurel??? #Arrow
— Anna (@Iannoz90) February 25, 2016
Smoakkoso:
Oliveroso: chi si porta il peso del mondo sulle spalle #accademiaaggiungiquesta versione #telefilmaddicted pt.2 #Arrow
— It is what it is (@PLLisTheWay) February 25, 2016
#Einvece
"I want a Green Arrow action figure" spero non sia l'unica gioia dell'episodio🙈🙈 #Arrow
— _Elena_ (@nina_ele_) February 25, 2016
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