Arrow4×09 Dark Waters

Prima di salutarci per la consueta pausa invernale – ve possino, sceneggiatori – Arrow ci regala un mid-season finale che innegabilmente mette parecchia carne al fuoco ma che manca un po’ della solita verve che ha sempre contraddistinto questa serie. Il primo arco narrativo della quarta stagione, come abbiamo già detto, ha avuto come scopo principale […]

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Prima di salutarci per la consueta pausa invernale – ve possino, sceneggiatori – Arrow ci regala un mid-season finale che innegabilmente mette parecchia carne al fuoco ma che manca un po’ della solita verve che ha sempre contraddistinto questa serie.
Il primo arco narrativo della quarta stagione, come abbiamo già detto, ha avuto come scopo principale introdurre i vari personaggi che saranno poi protagonisti di DC Legends of Tomorrow, scopo che ha trovato una fine nello scorso episodio. Arrow doveva dimostrare di reggersi sulle proprie gambe, stavolta, e tornare alla trama principale. Ci è riuscito? Nì.

4x09 Dark Waters Arrow Recensione

Come se nulla fosse successo nel frattempo, ritroviamo Oliver Queen in piena campagna elettorale – e una parte di me si chiede a cosa serve, dato che pare essere l’unico candidato sindaco ma ehi, dettagli – e preso dal “volontariato”: la riqualificazione di quella famosa baia che tanto interessa a Darhk è in pieno fermento, e i cittadini paiono voler contribuire in ogni modo. È il momento perfetto, quindi, per sterminarne un po’ e confermare a Oliver che pestare i piedi all’uomo sbagliato non è mai troppo saggio.
Nuovamente, dunque, è Queen in persona a sollevare la testa e opporsi apertamente a Damien, divulgando la sua foto e il suo ruolo come comandante degli Spettri che flagellano Star City ormai da mesi.

4x09 Dark Waters Arrow Recensione

Azione ben poco saggia – di nuovo – che scatena l’ira di un Darhk già alterato; prevedibilmente, fa irruzione con Spettri al seguito all’holiday party organizzato da Oliver e il suo staff, si scola un bicchiere di vino e rapisce senza colpo ferire Felicity, Diggle e Thea.
Mi permetto un plauso al personaggio di Damien Darhk, che pur essendo un cattivo abbastanza stereotipato non resta mai con le mani in mano, e ciò che promette mantiene; il piccolo schermo è pieno di antagonisti che si appellano solo alla retorica e agli spiegoni di ciò che faranno per distruggere il mondo. Il biondo ossigenato di Arrow, per il momento, ha saputo reggere la parte piuttosto bene.

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Sulla strada letteralmente lastricata di Spettri che Oliver si affanna ad “asfaltare” per scoprire dove si nasconde il covo di Darhk, Malcolm Merlyn decide di scendere come una manna dal cielo – o meglio, entrare al solito in maniera teatrale nel covo del Team Arrow con la naturalezza di chi passava di lì per caso – e puntualizzare l’ovvio: hanno rapito Thea, sua figlia, quindi perché non chiedere aiuto al Maestro delle Ombre, alias Ra’s Al Ghul? Va bene che Merlyn è etichettato come “cattivo”, ma non si sono mai fatti problemi a sfruttarlo quando necessario. E quale circostanza più necessaria di questa? Malcolm fa qualche comparsata, in questa serie, ma ogni suo momento sullo schermo contribuisce a dar lustro a piccoli dettagli: per esempio, il fatto che ancora Thea non si sia chiesta perché il trucchetto-succhia-vita di Damien non abbia avuto effetto e anzi le abbia tolto la sete di sangue è preoccupante e l’unico che sembra farci caso è proprio quello che non è esattamente il padre che ognuno vorrebbe.

Malcolm: There are very few things in the world that scares me, Thea.
I’m beginning to suspect we’re dealing with something that might fall in this category.

Oltre a dispensare perle di vita, Merlyn fornisce a Oliver la chiave per scovare Darhk, ’ché nel mondo ipertecnologico di oggi anche i super cattivi con superpoteri mistici si appellano ai cellulari. Queen con una telefonata fa esattamente ciò che il suo personaggio ama fare: sacrificarsi e offrire se stesso in cambio della liberazione dei suoi tre amici. Damien lo porta direttamente nel suo covo e come prevedibile, fregandosene altamente del loro accordo – bad guy, remember? –  fa assistere Oliver alla crudele esecuzione in camera a gas di Felicity, Thea e Diggle.

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Ecco spiegato il motivo del grande interesse di Darhk per quella baia; scopriamo, grazie a una lezioncina di storia sui metodi di sterminio nazisti, che l’HIVE stava usando quelle acque come vivaio per coltivare un tipo speciale di alga che, sintetizzato in un certo modo, può essere usato come gas letale. Come spesso accade, lo scopo dell’Alveare ricalca quello di molti antagonisti e dello stesso Ra’s Al Ghul in primis: resettare la popolazione della terra – o di Star City in particolare – per ricominciare da capo con una nuova e selezionata quantità di persone. La sovrappopolazione del pianeta sembra stare molto a cuore a parecchi cattivoni, chissà come mai.

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Inutile dire che tutto si conclude per il meglio: Laurel interviene con Green Arrow – un Malcolm Merlyn mascherato – e salva la situazione e la copertura di Oliver, aiutata anche da Lance (che nel frattempo le ha rivelato, smascherato da una soffiata anonima, il suo essersi infiltrato nell’organizzazione di Darhk). Damien però sembra avere più poteri di ciò che sembra, visto che neanche l’esplosione con cui il Team Arrow esce di scena riesce a toglierlo di torno.
E c’è di più: Darhk ha un piccolo, oscuro segreto che resta il colpo di scena più riuscito dell’episodio. Salta fuori che il biondo crudele ha una famiglia, o quella che sembra tale, e che pure lui si concede di addobbare l’albero con la figlioletta (?!) e la moglie (?!). Questa proprio non me l’aspettavo, anche i bad guys amano il Natale.

Il finale ci mette davanti a tre strade differenti:

  • Oliver riesce finalmente a chiedere a Felicity di sposarlo – un fil rouge che ha attraversato tutta la puntata tra “sì”, “no”, “meglio di no dato che rischiamo di morire ogni giorno” – e cavalcano verso il tramonto vanno via in limousine prima di essere crivellati di colpi, lasciando una futura Mrs. Queen sanguinante tra le braccia di Oliver. Brutta, bruttissima cosa.
  • A quanto pare, le alghe non sintetizzano solo gas letale ma anche ossigeno puro, che permette così all’HIVE di coltivare sotto terra una quantità sterminata di granturco, come se si stessero preparando davvero alla fine del mondo e facessero scorta. Che sia questa la Fase 4 di cui ha parlato?
  • Il fratello di Diggle, Andrew, è fermo sulle sue posizioni; non è ancora chiaro se abbia subito un lavaggio del cervello o se sia sempre stato così, come afferma lui stesso. Ciò che risulta evidente è che Andy era davvero un Signore della Guerra e che, soprattutto, crede ciecamente negli ideali dell’HIVE.

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Per concludere, un winter finale che lascia aperte nuove possibilità e nuovi misteri, certo, ma che non ha nulla di particolarmente esaltante. La quarta stagione di Arrow sta perdendo un po’ di mordente e rischia davvero di essere solo un brodo allungato e riscaldato; innegabilmente, Oliver Queen e i suoi compagni sono arrivati alle dark waters del titolo, senza contare che, come più volte sottolineato nelle scorse recensioni, anche i flashback hanno perso di significato: in questa puntata, lui e Taiana trovano una mappa (aiutatemi a dire NO alla CGI imbarazzante di un piccolo Oliver che nuota sott’acqua, vi prego) e vengono scoperti. Punto. Azzardo: l’artefatto mistico che stanno cercando sull’Isola c’entra con Damien Darhk, in qualche modo, altrimenti proprio non mi spiego questi intermezzi.

Tre porcamiseria e mezzo, giusto perché gli Olicity sono carinicarinicarini.
Ma tutto il resto fa abbastanza cilecca.
Sollevati Oliver Queen, facci trazioni come solo tu sai fare.

3.5

 


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Questo finale ha sconvolto un po’ tutti:

Chi ha detto che i cattivi non piacciono?

 

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