Agnes / Effetti Speciali / Cannibali
La finta macellaia Agnes ha preso fin troppo sul serio il proprio lavoro. I primi minuti dell’episodio sono scanditi da implacabili colpi di machete, litri di sangue e istanti di pura violenza immortalati da un ignaro cameraman. Da questo momento in poi American Horror Story: Roanoke assume le definite fattezze di un incubo letale. Il personaggio di Agnes è plasmato su Kathy Bates con rinnovata incisività, data l’evidente psicopatologia dell’attrice da lei interpretata, la cui resa è impeccabile. La ricerca di nuove vittime – Shelby ne uscirà malridotta – è il suo obiettivo, nella totale ed ossessiva identificazione con The Butcher, e la sua incursione sul set del reality darà anche l’illusione a tutti gli altri personaggi di vivere ancora nella comune realtà, quando sappiamo tutti la natura dell’imminente pericolo.
La morte di Rory viene infatti declassata a comune effetto speciale, complici le circostanze in cui l’attore era stato ingaggiato, e questo, unito alla prima aggressione di Agnes, fanno abbassare la guardia a parte del nuovo cast del reality. I veri protagonisti dell’orrore si trovano quindi a fare i conti non solo con Agnes, ma anche con le scelte avventate degli scettici: il passaggio nel tunnel d’uscita è rivelatore, Audrey e Monet iniziano finalmente a credere alle apparizioni di Roanoke, in una sequenza assieme terrificante e involontariamente comica, grazie soprattutto al tono colorito dell’interprete di Lee nella fiction.
All’elenco degli ingredienti di Roanoke mancavano solo i Polk, che ritornano nella loro versione in carne ed ossa e imprigionano i loro nuovi animali da macello. La sequenza dedicata alla famiglia cannibale non aggiunge nulla in termini di sviluppo dei personaggi, ma risulta comunque interessante dal punto di vista strettamente horror, nella sua versione forse più squisitamente ributtante.
Shelby / Scáthach
L’incursione omicida di Agnes non è solo il motore delle disavventure di Lee, Monet e Audrey, ma porterà anche alla morte di Matt per mano della sua stessa moglie. L’inquietante incontro notturno con Scáthach – decisamente meno sensuale dell’interpretazione data da Lady Gaga nella prima metà di stagione – fa esplodere il risentimento di Shelby nei confronti del marito.
La violenza della donna è inaudita e innaturale, se pensiamo allo stato della sua spalla ferita, ma sospendendo l’incredulità e soffermandoci sull’aspetto puramente emozionale della faccenda abbiamo l’occasione di riflettere sul lato più crudo e sofferente del loro matrimonio: Shelby ha consapevolmente messo in pericolo la sua vita tornando a Roanoke, spinta da un desiderio di riconciliazione, e gli eventi della casa uniti al comportamento egoista del marito hanno provocato un danno irrevocabile sulla sua psiche. In questo, la pazzia della donna è un gradino sopra al comportamento omicida di Agnes, paradossalmente, soltanto perché lei ha realmente vissuto il terrore, ma anche perché tale pazzia è subdolamente nascosta sotto strati di fragilità emotiva.
Continua a Riprendere
L’importante sottotesto di questa stagione di American Horror Story in questo episodio viene reso finalmente palese con continui sottili rimandi durante i dialoghi: l’ossessività con cui i protagonisti filmano la propria versione dei fatti, all’apparenza dissonante con il pericolo di morte che sono costretti ad affrontare, viene finalmente spiegata.
Lee: How many times do I have to tell you this is real?
Ognuno ha effettivamente i suoi motivi per essere nella villa, ma il meccanismo del reality intacca profondamente il comportamento di ogni pedina nel gioco: Shelby filma per smascherare la patologia di Agnes, la stessa patologia che uscirà dalla sua mente con effetti disastrosi; Agnes filma per il desiderio ossessivo di protagonismo, per continuare a essere la fan favorite anche durante il massacro; Dominic vuole assumere la parte del cattivo, per ottenere più screentime e per accrescere la sua fama, arrivando a mentire a Shelby dicendo “I tried to stop you”, quando sappiamo che è sopraggiunto solo dopo la morte di Matt; Audrey e Monet filmano per autocompiacimento, anche dopo la scoperta del cadavere di Sidney e della produzione; Lee filma per paura che la verità ripresa dalle telecamere della casa venga montata a suo sfavore, rincorrendo a tutti i costi la redenzione, ripresa con le sue stesse mani.
La conclusione dell’episodio getta ulteriore benzina sul fuoco di American Horror Story: Roanoke. Ora ci aspettiamo soltanto la drastica e implacabile svolta paranormale, perché finora il danno è stato commesso quasi esclusivamente da umani in carne ed ossa. La regia è claustrofobica e immerge lo spettatore nell’orrore, alleggerito in qualche modo dagli elementi splatter (tanto cari ad American Horror Story) e dall’atteggiamento sopra le righe di Monet. Meno leggero è invece il cannibalismo dei Polk che, reso con interessante realismo, ci fa rivoltare lo stomaco. Anche stavolta il nuovo corso di Murphy non delude le aspettative, svelando diversi paradossi della realtà televisiva senza fare sconti, facendoci persino chiudere un occhio sul gesto sconsiderato di Shelby, ferita alla spalla ma capace di massacrare il marito. 5 porcamiseria su 5.
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Ho recuperato la settima di #AHSRoanoke. Niente, Adina Porter sfigata come mamma di Tara e sfigata come Lee. La amo ❤️
— J. 🏳️🌈 (@Jack_Hoe) October 30, 2016
Praticamente questa stagione di #AHSRoanoke: pic.twitter.com/Skl1ek4ysY
— ipernoia (@ipernoia) October 27, 2016
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