You1×01 Pilot

I social media possono essere molto pericolosi e fornire più informazioni su di noi di quante non vorremmo, se usati incautamente. E queste informazioni potrebbero essere usate da terze persone per spiarci, per stalkerarci. Persone come Joe Goldberg, per esempio, quando decide di indagare su una ragazza conosciuta nella libreria dove lavora e che lo ha colpito...

7.7

Quando Lifetime ha annunciato l’arrivo di You, thriller che verte sullo stalking e sull’ossessione malata di un ragazzo per una ragazza, la serie è sembrata una delle più interessanti della stagione autunnale.
Il ruolo di protagonista poi era stato assegnato a Penn Bagdley, protagonista nelle sei stagioni di Gossip Girl, che così sarebbe passato dall’essere (a posteriori) uno stalker invisibile e inquietante, all’essere uno stalker formidabile, psicopatico e molto, molto più inquietante di prima.

Le premesse per un buon titolo c’erano, la paura che le aspettative venissero deluse pure visto che negli ultimi tempi trovare serie che non deludano sta diventando sempre più difficile.
Essendo solo al primo episodio è ovviamente presto per poter dare giudizi definitivi, ma se il buongiorno si vede dal mattino, abbiamo una serie che sarà un piacere guardare. Anche se un piacere sui generis, certo, vista la tematica.

La storia gira tutta intorno a due persone, Joe Goldberg (Penn, lo stalker inquietante, che fa il manager di una libreria che è una gioia per gli occhi) e Guinevere Beck (Elizabeth Lail), una studentessa che entra nella libreria gestita da Joe alla ricerca di un libro.
Il tutto è narrato in prima persona da Joe, di cui sentiamo i pensieri e le analisi delle persone che vede e di cui prevede azioni e motivazioni nel microcosmo del suo negozio.

La ragazza lo colpisce, inizialmente per l’aspetto e poi perché parlandoci sembra intelligente e interessante, i due interagiscono, probabilmente lei flirta un pochino con lui, innocentemente.
Ma ormai ha attirato la sua attenzione.

Every account set to public. You want to be seen, heard, known.

Of course, I obliged.

E così Joe comincia a indagare su di lei.
Partendo dal suo nome, grazie ai social network impara buona parte della sua vita: famiglia, studi, provenienza, amicizie, abitudini, passioni. Per tutto il tempo, sottolineando come sia lei a volerlo (e si torna a un’altra tematica vicina a quella dello stalking e delle violenze, lo slut shaming, il dare la colpa alle vittime per le azioni intraprese contro di loro), visto che scrive tutto ciò pubblicamente, e anche notando come quella sua vita social  sia in realtà una finzione, un collage di istantanee montate una accanto all’altra per creare una diversa immagine di sé, almeno in rete. Un discorso fatto da Joe nei confronti di Beck, ma che si può benissimo intendere come una più generica critica a tutto tondo al mondo dei social e dell’apparire a tutti i costi.

Da qui a scovare l’indirizzo di casa il passo è breve.
E, sorpresa!, nella vita reale come nei social la ragazza è pubblica. Il suo appartamento, a piano terra, ha enormi finestre prive di tende che danno sulla strada, e che Joe sfrutta per spiarla a lungo imparando i suoi orari e le sue frequentazioni, dai lavori part time all’università, dalle velleità poetiche alle ristrettezze economiche, dalle amiche agiate e benestanti al ragazzo menefreghista ed egoista con cui si vede.

In poco tempo, Joe conosce la vita di Beck in maniera spaventosamente accurata e riesce perfino a intrufolarsi in casa sua per conoscerla meglio, fantasticando su quando loro due, chiaramente, staranno insieme e lei potrà lasciare quel posto.

Insomma, il perfetto stalker del terzo millennio: ossessionato, abile a investigare tramite internet, creativo, sfacciato. Inquietante.

Quello che però inquieta maggiormente, in tutto questo, è che lo spettatore finisce con il tifare per Joe.
E’ uno psicopatico, ha gravi problemi, è inquietante e compie svariati atti criminali per via di questa malsana ossessione nata da un incontro casuale sul posto di lavoro.
Ma è costruito benissimo.

Perché a parte la sua ossessione per Beck, quello che vediamo ci dice che Joe è una brava persona.
Il tipo di persona che cede la cena al figlio dei vicini, che si rifugia nel corridoio condominiale per sfuggire alle furiose liti della madre col suo ragazzo attuale e che gli porta dei libri dal negozio per aiutarlo; il tipo di persona che aiuta le persone anziane a spostare le valige e a trovare un taxi; il tipo di persona che ha avuto una brutta esperienza sentimentale in passato e vuole assicurarsi che la persona di cui potrebbe innamorarsi sia una brava persona, meritevole di essere amata, e che non lo distruggerà di nuovo.

There are scary people in the world, Beck.
That’s why it’s important to be safe.
And why I have to do what I’m about to do.

Come si può conciliare l’immagine di questo ragazzo ben educato e apparentemente altruista, con lo stalker che segue ogni mossa della ragazza che gli interessa, gli spia mail e chat, gli ruba la biancheria e la pedina in giro per la città?
E come si fa a non sentirsi colpevoli quando si spera, si vuole che faccia qualcosa per togliere di mezzo il ragazzo di cui lei è innamorata, che è chiaramente una persona indegna, un bastardo?

La recitazione di Badgley aiuta ad avvicinare lo spettatore a Joe, e spesso questo personaggio finisce con il richiamare l’ottimo Killgrave interpretato da David Tennant in Jessica Jones e questo è un grande complimento, la speranza è che riesca a mantenersi su questi livelli per tutta la serie.

Il finale dell’episodio ci mostra un altro lato di Joe ancora più oscuro, ci fa sorgere qualche dubbio sullo stato di salute del titolare della libreria, ci fa sperare in un confronto con il vicino ubriaco e rende se possibile ancora più inquietante il suo stalkerare Beck.
Le premesse per una bella serie che catturi l’attenzione del pubblico e che magari sposti l’attenzione sui rischi di un utilizzo inconsapevole dei social ci sono tutte…

Da notare che nel redigere questo brano sono state dosi abnormi del termine inquietante.
Perché alla fine questa è la descrizione perfetta per questo pilot (e probabilmente per l’intera serie, se si procederà di questo passo): inquietante. E bello.

Porcamiseria
  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 8.5/10
    Emozione - 8.5/10
7.7/10

In breve

Penn Badgley interpreta alla grande questo personaggio inquietante e affascinante, probabilmente psicopatico e sicuramente instabile, in una serie che dietro alla storia narrata grida del pericolo causato da un utilizzo non consapevole dei social network e dallo stalking, spesso troppo sottovalutato.
Il pilot funziona alla grande e cattura completamente lo spettatore, portandolo addirittura a stare dalla parte dello stalker, pur con la consapevolezza di avere a che fare con un criminale pericoloso.

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Porcamiseria

7.7

Penn Badgley interpreta alla grande questo personaggio inquietante e affascinante, probabilmente psicopatico e sicuramente instabile, in una serie che dietro alla storia narrata grida del pericolo causato da un utilizzo non consapevole dei social network e dallo stalking, spesso troppo sottovalutato. Il pilot funziona alla grande e cattura completamente lo spettatore, portandolo addirittura a stare dalla parte dello stalker, pur con la consapevolezza di avere a che fare con un criminale pericoloso.

Storia 7 Tecnica 7.5 Emozione 8.5
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