You Me HerSeason 1 Recap: Se l’Amore Ci Vede Doppio

Season Recap Nel tentativo di salvare e ringiovanire il proprio matrimonio, Jack ed Emma Trakarsky lasciano che Izzy Silva, giovane studentessa di psicologia, entri nella loro vita coniugale, pronta a travolgere la loro routine con un uragano di sentimenti e ritrovato romanticismo.

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Quando l’afoso caldo dell’ultimo ciclone africano ci costringe – senza troppe resistenze da parte nostra – a chiuderci in casa, ci sono due strumenti che possono salvare la vita di un serial freak: il ventilatore e, ovviamente, Netflix. D’altronde, quale momento migliore per un po’ di binge-watching compulsivo, per recuperare le serie che ci siamo persi nel corso dell’anno? Tra le numerose offerte del catalogo, una scelta interessante è senza dubbio You Me Her, serie comedy ideata da John Sheperd, la cui prima stagione ha debuttato nel 2016 su Audience Network, per essere poi caricata sulla piattaforma streaming nel febbraio scorso.

Protagonisti della serie sono i coniugi Trakarsky che, nonostante ancora pieni di amore reciproco, hanno perso ogni tipo di passione ed entusiasmo nelle dinamiche di coppia a causa della monotonia della routine lavorativa e di una serie di fallimenti nel tentativo di allargare la famiglia. Sotto consiglio del fratello – che già da subito si impone come uno dei personaggi più indisponenti – Jack (Greg Poehler) tenta di riappropriarsi del fuoco dell’amore di un tempo concedendosi un incontro con una giovane studentessa di psicologia, che nel tempo libero lavora come escort. Nonostante l’aura quasi platonica dell’incontro, l’uomo non riesce a fare a meno di rivelare questo episodio alla moglie Emma (Rachel Blanchard), la quale decide di conoscere a sua volta questa misteriosa ragazza che tanto ha colpito il marito, finendo per rimanerne incantata anche lei. Insomma, si tratta di un colpo di fulmine per i Trakarsky e, a onor del vero, anche per la stessa Izzy (Priscilla Faia), la quale si innamora profondamente di entrambi.

Come si può evincere dalla trama, quella che dal titolo potrebbe essere facilmente fraintesa come la classica commedia di poche pretese, che con poca originalità va a giocare sull’archetipico triangolo moglie-marito-amante, si rivela a poco a poco, ma senza ombra di dubbio, una serie che vuole trattare, forse per la prima volta in maniera così sistematica e approfondita, il tema del poliamore. Ancora così poco conosciuto ed esplorato, il mondo delle relazioni poliromantiche inizia ad acquisire concretezza e profondità dopo dei primi episodi piuttosto confusi, che rispecchiano sapientemente la confusione dei tre protagonisti, a dir poco sballati da questi nuovi e “assurdi” (per usare un termine ricorrente nella serie) sentimenti. L’iniziale entusiasmo per la ritrovata passione da parte della coppia non può non fare i conti con lo spaesamento rispetto alle prossime mosse, rispetto all’atteggiamento da assumere nei confronti di questo uragano dal fascino latino che si è fatto strada nella loro monotonia e che sembra non volersene più andare, dopo aver messo in discussione le loro certezze.

Sebbene si possa pensare ad una superficialità o addirittura ad uno scarso coraggio da parte della produzione, questa cautela iniziale nel trattare l’argomento del poliamore è da apprezzare in quanto essenziale al realismo dei personaggi principali e dei loro comportamenti, dal momento che la credibilità dello show è talvolta sminuita da personaggi secondari, la cui caratterizzazione ha del grottesco, e da un’esagerata spinta sugli stantii – e noiosi – cliché tipici delle serie romantiche, ben ornati però da una comicità leggera che riesce a strappare due o tre sincere risate ad episodio.

Al di là della narrazione, che tuttavia riesce a destreggiarsi piuttosto bene tra alti e bassi, a risentire dell’influsso proveniente dal genere romantico sono anche, come accennato, l’ambientazione e i personaggi. In un sobborgo periferico di Portland, i Trakarsky vivono immersi in un contesto assolutamente statico e poco aperto al cambiamento, che assume nei confronti di coppie senza figli al seguito dei tratti quasi alienanti. Le figure dei vicini di casa sono appena abbozzate e spesso appaiono prive di spessore: ci sono Dave e Carmen, amici della coppia e classico esempio di quei vicini da cui andare a prendere volentieri un caffè, ai quali si oppone diametralmente Lori, donna rancorosa e ficcanaso dalla quale dipendono le sorti lavorative dei protagonisti. L’unica che suscita un po’ d’interesse è la figlia adolescente di quest’ultima, Ava, il cui atteggiamento spregiudicato e ambiguo riesce a dare l’idea di un minimo di tridimensionalità: c’è però da dire che in 10 episodi così brevi, con un tale focus sui personaggi principali, la caratterizzazione dei comprimari deve essere necessariamente sacrificata, motivo per il quale poniamo le nostre speranze in una maggiore coralità – per quanto possibile – nella seconda stagione.

Mentre Jack ed Emma fanno i conti con il proprio segreto e le conseguenze che un argomento così tabù per il loro quartiere potrebbe portare anche nei rapporti con le persone a loro più vicine, Izzy è quella che si trova a dover metabolizzare l’infatuazione nel modo più radicale possibile: mentre i suoi due “clienti” possono ancora fare affidamento sull’amore che li lega e sulla coppia ben oleata che sono, la giovane studentessa, oltre che relegata al ruolo di distrazione sessuale, si sente sminuita e ignorata in ciò che prova, non riuscendo a smorzare il sentimento per entrambi e l’entusiasmo fin troppo giovanile che esso suscita, spesso messo a tacere dalle paure dei Trakarsky al termine di una serata di divertimento e amore. Con il sostegno della nolente coinquilina e collega Nina – altro personaggio secondario più approfondito – Izzy cercherà in tutti i modi di uscire da questo vicolo cieco in cui il cuore la sta portando, finendo ogni volta per incasinare ulteriormente la propria vita e il rapporto con lo pseudo-fidanzato Andy.

Tra ripensamenti e riconciliazioni che sembrano riportare tutti e tre i protagonisti alle loro prime cotte e al senso di ingenua destabilizzazione che le accompagnava, al termine della stagione si arriva finalmente a un punto di svolta, come se le continue gocce fatte scivolare dalla prorompente vitalità di Izzy fossero riuscite a smussare gli angoli dell’atteggiamento duro e distaccato in cui Jack ed Emma si rifugiavano in seguito ad ogni incontro. Questo certamente getta le basi per un’evoluzione della narrazione e dell’approfondimento del tema delle relazioni poliromantiche nella seconda stagione, ma allo stesso tempo risulta essere il culmine di un processo di tira e molla statico e poco originale che, per quanto sia comprensibile ai fini di una rappresentazione alla portata di tutti, non permette a questa prima stagione di sfruttare tutto il proprio potenziale.

3.5

 

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