Westworld2×09 Vanishing Point

Siamo quasi al termine di questa seconda stagione di Westworld, e come era successo per Il Clavicembalo Ben Temperato siamo ad un passo dallo scoprire cosa c’è oltre la Porta, nella misteriosa Valle Oltre. Proprio come nella prima stagione, dietro tutto c’è ancora lo zampino del dottor Ford, e della sua copia innestata dentro il core di Bernard, burattinaio fino all’ultimo, anzi letteralmente oltre la morte.

Addio Dottor Ford

L’interpretazione di Antony Hopkins è come sempre a un livello esagerato, e dopo questo episodio forse gli abbiamo detto addio per sempre: come un file eliminato dal cestino sul desktop Bernard si libera di questo virus che lo stava facendo letteralmente impazzire, e la voce di Ford sparisce per sempre.

Mankind is poised between the gods and the beast.

Il monologo con Maeve è il momento chiave per capire cosa è successo effettivamente alla bella locandiera: Ford infatti l’aveva programmata per fuggire, ma andando contro ogni previsione lei è tornata indietro per la figlia. L’amore scritto nel codice è stato più forte dell’istinto di sopravvivenza, e Ford si “copia” dentro Maeve per un ultimo saluto alla sua creatura, il bacio del dio che ridona la vita, suggerendo – o forse prendendo il controllo – come fuggire da quella trappola. Thandie Newton senza dire una parola riesce comunque ad avere i suoi cinque minuti da protagonista, e non possiamo che applaudire.

Charlotte è comunque riuscita a copiare il codice che permette a Maeve di controllare gli host senza dover parlare, e lo sperimenta sulla bellissima Clementine, in una scena sicuramente ad effetto e piena di violenza, come piace tanto ad HBO: Per il season finale della prossima settimana quindi è possibile che assisteremo ad un altro massacro, bestie incluse – se no il bisonte della sigla non si spiega.

Bernard, che mal di Testa

Mentre Ford prosegue con la sua agenda, Bernard cerca di portare in salvo Elsie e allo stesso tempo di abbandonarla da qualche parte, perché di lei non si deve fidare, come dice la vocina nella sua testa. Jeffrey Wright dà il meglio di sé nella sua interpretazione, ora tuttavia un po’ vittima del personaggio, svelata la sua natura di host.

Il personaggio di Elsie è purtroppo quello riuscito peggio di tutta questa seconda stagione di Westworld, e per adesso siamo dell’idea che sarebbe stato meglio averla eliminata. Forse ha ancora qualche impresa importante da compiere, ma intanto è stata di nuovo abbandonata da Bernard, anche se stavolta senza catene e senza secchio, quindi chissà, forse nella prossima stagione riuscirà ad iscriversi ad odontoiatria.

La Valle, La Culla, La Forgia

Davanti a Bernard, Dolores e Teddy si stanno dirigendo verso la fantomatica Porta, nella Valle Oltre: apprendiamo che è un server enorme dove sono immagazzinati i dati di tutti gli ospiti che negli anni hanno visitato il parco di Facebook Westworld. Di nuovo torniamo a discorsi distopici in chiave Black Mirror (e Altered Carbon, ma decisamente meglio), con la coscienza duplicata artificialmente e inserita negli host. Un business malato quello della Delos, di cui William è diventato così dipendente da perdere il contatto con la realtà. Molto interessante rivedere la sera in cui sua moglie si tolse la vita, il suo rapporto burrascoso con questa donna alcolizzata e sofferente, e l’affetto che invece lo lega alla figlia Emily, lui mecenate amato e ammirato da tutti.

Ormai William non crede più a niente, non si fida di nessuno, nemmeno dei suoi occhi. Ed Harris ci regala un’interpretazione da Emmy mentre si rende conto di quello che ha fatto, di quanto ormai è fuori dal mondo reale, perso ed immerso nella terribile fantasia di Westworld. I suoi dubbi sull’amore della figlia, che lo trova nonostante tutto, il suo rifiutarsi del genuino desiderio di Emily di preservare il rapporto con il proprio padre sono troppo forti, lui non si merita di essere amato, lei dev’essere un host, non può essere sua figlia, e la uccide. E se da un lato abbiamo il vecchio Ford che pur giocando a fare il dio considera Maeve quasi una figlia, e cerca di aiutarla, dall’altro abbiamo l’allucinante negazione di un padre che si rifiuta di uscire dal personaggio creato nel parco, e commette il peggiore dei crimini immaginabili.

C’è però da chiedersi: William è umano? O è invece la sua coscienza impiantata nel corpo di un host? Quel tirarsi su la manica della camicia, proprio come ha fatto Bernard per infilarsi il cavetto, per non parlare poi delle gravi ferite riportate che però non sembrano averlo debilitato più di tanto. Forse è lui stesso a pensare di non essere umano, forse per giustificare in parte il terribile omicidio che di umano non ha nulla.

Eravamo Così Innamorati

Dopo aver decimato la Ghost Nation Dolores e Teddy arrivano vicini alla Valle Oltre, e ci parlano di amore e risentimento: questa storia mi ha cambiato, non posso più stare con te, non sono più l’uomo di una volta, ti amo troppo. E si spara. Ok, il momento è stato assolutamente toccante ed emozionante, ma averlo messo nello stesso episodio con la morte di Emily per mano di William rende tutto meno wow: qualche segno di ripensamento Teddy lo aveva già mostrato in modo un po’ passivo-aggressivo nei confronti di Dolores, e questo suicidio è importante soprattutto per lei, che resta sola con il suo odio e rancore verso gli esseri umani.

L’interpretazione di Evan Rachel Wood è magistrale, e anche James Marsden ce la mette tutta per essere all’altezza della sua collega. Sull’orlo della Forgia Dolores adesso è sola, e non abbiamo ancora capito se ha intenzione di far saltare tutto in aria come con la Culla, o se rubare qualche identità per scappar fuori. Quale che sia il suo piano, speriamo di scoprirlo presto, e non dover aspettare altri due anni per la terza stagione.

Un episodio che ci ha incollato davanti allo schermo, soprattutto grazie a Ed Harris ed Antony Hopkins, nonostante qualche scivolone narrativo un po’ troppo semplicistico. Questa seconda stagione di Westworld è meno misteriosa della prima, e ci ha visto decisamente più attenti (forse troppo) a particolari che non ci sono stati: invece di scoprire poco a poco il risveglio di Dolores e degli host, ci ritroviamo ad interrogarci su cosa sia umano e cosa renda umana l’esistenza. Forse ha ragione William, è l’insieme delle nostre azioni a definirci esseri umani, in un cammino interiore che è sempre attuale e per nulla scontato .

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