Westworld2×04 The Riddle of the Sphynx

In questo episodio di Westworld tocca al dilemma etico farsi avanti. Frammenti di memoria vengono a galla, mentre il vecchio capo della Delos vive spensierato in una stanza asettica, dove il tempo è indefinito.

8.7

Esiste qualcosa sulla terra che ha due piedi, quattro piedi e tre piedi
ed ha una sola voce, è l’unico,
tra coloro che si muovono sulla terra, in cielo e nel mare
a cambiare la propria natura, ma quando per camminare usa più piedi
la sua velocità in proporzione diminuisce.

Il celebre enigma della sfinge gioca col concetto del tempo e dell’invecchiamento dell’uomo, in una vita caratterizzata da un percorso ben definito. Per gli host dentro Westworld il concetto di tempo è invece labile, per non dire inesistente, e il continuum tra passato, presente e futuro è solo vincolato alle storyline di ciascun soggetto.

Ford sarà pure morto, ma il suo messaggio criptato in Westworld è più vivo che mai

Nonostante l’acquisizione – parziale o totale – di libero arbitrio da parte degli host, l’unica ad aver sviscerato fino in fondo la cronologia della sua vita è Dolores, riuscendo a risolvere il suo labirinto personale e riportando a galla quanto vissuto anche al di fuori del parco. Maeve, al contrario, rincorre un sogno effimero, emancipata ma condizionata dalla finzione in cui ha sempre vissuto, trovandosi in una posizione duale nei confronti di Dolores e il suo vero viaggio. Bernard confonde le varie linee temporali, non riconoscendo la portata dei suoi gesti sotto il controllo di Ford, se non forse nell’ultima, agghiacciante sequenza.

Essendo il tempo una variabile effimera, l’enigma della sfinge per gli host non ha senso. È su questo tema che giace il sottotesto di tutto l’episodio, il fil rouge che collega la ricerca di Bernard, la quest di William e quella stanza asettica in cui un surrogato del vecchio boss di Delos svela i reali scopi della creazione delle creature di Westworld. Come in ogni “gioco” sulla coscienza e il libero arbitrio, l’obiettivo è preservare l’anima anche dopo la morte, usando gli host come veicolo.

Il twist à la Black Mirror non è un vero colpo di scena, è più un epilogo inevitabile scavando sotto la superficie della corporazione, ma sapere cosa c’è sotto a un “innocuo” parco divertimenti rende bene la portata dei collegamenti ancora mancanti: non sappiamo come Bernard sia finito esanime sulla spiaggia, né come le informazioni nel cranio di Abernathy possano cambiare le carte in tavola.

Parte della bellezza di questa stagione di Westworld, apprezzabile soprattutto ora che abbiamo assistito ad un episodio ricco di dettagli determinanti per l’intera storia, è l’abbandono di una narrazione piena di lunghi e nebulosi misteri, preferendo porci davanti a interrogativi la cui risposta viene fornita senza troppi giri di parole anche nello stesso episodio. Si capisce l’obiettivo segreto della Delos a piccoli e inquietanti passi in quella stanza anonima, Bernard ricorda pezzi consistenti del suo passato, mentre l’enigma vero è ancora il gioco di Ford, passato da Dolores a William: Ford sarà pure morto, ma il suo messaggio criptato in Westworld è più vivo che mai.

Il segmento di William / uomo in nero – unico neo in un episodio altrimenti eccellente – smorza un po’ la sensazione di claustrofobia e straniamento di The Riddle of the Sphynx, ma a parte questo ha un vago sapore di filler – senza contare che non abbiamo davvero bisogno di vedere un barista-host tremolante provare a fare l’equilibrista con un bicchierino di whiskey. Fortunatamente, le storie di Dolores/Wyatt e Maeve si prendono un momento di pausa, laddove il nucleo nascosto di questa stagione viene pienamente esposto in tutto il suo inquietante fascino.

Dopo quattro episodi Westworld conferma il suo valore e alza la posta in gioco, ponendo sempre al centro i dilemmi etici di coscienza, anima e memoria in organismi artificiali, non dimenticandosi mai di intrattenere creando un ineccepibile intreccio narrativo.

Porcamiseria
  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8.7/10

In Breve

Westworld entra nel vivo della storia, e lo fa ponendo inquietanti dilemmi etici sulla coscienza, sul tempo e sulla memoria. La narrazione, tolto qualche impedimento nel segmento di William, scorre fluida, angosciante e claustrofobica.

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Porcamiseria

8.7

Westworld entra nel vivo della storia, e lo fa ponendo inquietanti dilemmi etici sulla coscienza, sul tempo e sulla memoria. La narrazione, tolto qualche impedimento nel segmento di William, scorre fluida, angosciante e claustrofobica.

Storia 8 Tecnica 9 Emozione 9
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