Il Clavicembalo Ben Temperato è una famosa composizione di J.S. Bach, che sicuramente tutti abbiamo sentito: Bach amava le simmetrie e le ripetizioni, e i temi musicali dei 24 preludi e fughe iniziano separatamente per poi fondersi insieme, creando l’armonia. Sappiamo che la musica ha un ruolo particolare in Westworld, e The Well-Tempered Clavier è proprio questo, un intreccio di temi che poco alla volta si sovrappongono, tra flashback del passato e memorie rivissute dagli host e dai protagonisti umani, che entrando in risonanza col presente fanno emergere il tema di questa nuova incredibile serie HBO.
Attenzione: seguono grossi spoiler sull’episodio. Se non l’avete ancora visto, proseguite a vostro rischio e pericolo.
Il dolore porta al trauma; il trauma porta alla memoria; la memoria porta alla coscienza: mentre gli esseri umani dimenticano la maggior parte delle informazioni che ricevono dal mondo esterno, gli host immagazzinano ogni singolo dato, ed è necessario per la loro salvaguardia cancellare quelli più traumatici. Il dottor Ford, a differenza di Arnold, pensa che la coscienza umana sia dannosa, pericolosa, un errore, mentre gli host sono liberi di non dover soffrire gli errori e le vicende passate. Il dolore è un modo di comprendere il senso della vita, ed è il dolore a restare dentro gli host: dentro Maeve, che adesso è fin troppo consapevole di quello che la circonda, dentro Dolores, che scopre finalmente quello che è successo ad Arnold, e persino dentro Teddy qualcosa sta finalmente riemergendo.
After all, a little trauma can be illuminating.
Ma altri host hanno già capito, nell’eterno ciclo di sofferenza, morte e resurrezione, quello che la voce interiore – di Arnold – cerca loro di comunicare: ricordare. La memoria del trauma è alla base della formazione di una coscienza, e dopo anni di cicli infiniti finalmente il progetto di Arnold inizia a trasparire. Il co-fondatore di Westworld è stato quindi eliminato da Ford per una divergenza insormontabile di opinioni sulla mente bicamerale e sull’idea di dotare o meno gli host di una voce guida all’interno della loro mente, in modo da guidarli e donare loro una coscienza.
La scena dove Dolores entra in chiesa, circondata da host in preda a glitch che assomigliano a possessioni mistiche, reintroduce il tema della religione, e ci costringe ad affrontare il parallelo tra un dio creatore e l’autodeterminazione della coscienza umana, voluta da Arnold, ma fortemente osteggiata da Ford. E quando i creatori sono due, e con profonde divergenze etiche, morali e professionali, alla fine uno elimina l’altro, servendosi della prima vera creazione, Dolores: è un tema che avevamo già visto affrontare in Lost, in cui le due forze che si contendevano l’Isola, Jacob e il fratello, interferivano con il libero arbitrio dei cosiddetti Candidati, sfruttandoli per eliminarsi l’un l’altro.
Il fatto che Bernard sia la copia di Arnold non ci sorprende più di tanto, ma scopriamo come Ford sia riuscito a creare un host spacciandolo per umano per lungo tempo, ingannando lo stesso Bernard più volte, perché era già successo che Bernard arrivasse a conoscere tutta la vera storia. La minaccia di morte è intollerabile, e percepito il pericolo di essere eliminato dal suo trono – molto peggio che perdere la vita – Ford elimina Bernard, così come aveva fatto con Theresa e con lo stesso Arnold anni prima. Ma può un semplice colpo di pistola eliminare un host? Sappiamo fin troppo bene che non è così.
Forse il limite all’intelligenza degli host serve proprio a non far loro capire cosa sono in realtà: Maeve ha i livelli al massimo, e riconosce Bernard come “uno di loro”, conscia dell’importanza di averlo dalla propria parte perché, come lei, in possesso dei privilegi amministrativi necessari al controllo di tutti gli altri.
Rischiare il tutto, vivere la vita nella sua totalità, uscire dal loop di finzione deciso dal creatore per iniziare a vivere, stanchi di godere solo a metà, per ciò che è concesso, senza avere scelta, quella scelta di aprire la cassaforte e rendersi conto che lo scopo dell’esistenza fittizia è vacante, morire per rinascere e affrontare il nemico in nome della libertà. La ragione per cui Maeve debba fare del sesso sfrenato con Hector mentre prendono fuoco è invece un po’ meno chiara, ma Westworld è pur sempre un prodotto HBO.
It’s like a good fuck: half is worst than not at all.
Il labirinto è stato ideato da Arnold per permettere agli host di scoprire loro stessi, per fare emergere la loro coscienza. Mentre il desiderio di Arnold era stato quello di creare delle nuove forme di vita, e probabilmente lasciarle indipendenti, Ford non poteva tollerare che gli host potessero essere fuori dal suo totale controllo. Il gioco che l’Uomo in Nero segue è quello di raggiungere Dolores e farle ricordare tutto, arrivando all’ultimo livello del labirinto. Ormai ha capito, e nella sua ossessione di arrivare al centro ignora il consiglio di Charlotte di considerare il golf come passatempo, manifestando il poco interesse verso il lato remunerativo della baracca che possiede: ha comprato tutto per giocare, per trovare un senso alla propria esistenza, non per far soldi.
Che l’Uomo in Nero sia veramente William invecchiato? Il diverso tempo narrativo ci viene finalmente svelato dalla palese meccanicità degli host e dalla fotografia della sorella di Logan, promessa sposa di William, la stessa trovata da Abernathy molti anni dopo nel ranch. William dà di matto, in seguito alla fuga di Dolores, e uccide tutti, una vera e propria carneficina, tipica della ferocia con cui l’Uomo in Nero si relaziona agli host.
Anche Teddy inizia a ricordare l’incidente con Wyatt, l’ammutinamento e il massacro dei commilitoni, ma nella sua memoria inizia a cambiare qualcosa, non è più un militare ma è lo sceriffo del villaggio: Teddy è estremamente confuso e in conflitto coi suoi ricordi – anche perché diciamocelo, il suo Bulk Apperception non dev’essere così alto – e Angela decide di fargli fare un altro ciclo, uccidendolo di nuovo.
Ricompare Elsie, nella stessa scena dove Bernarnold la strangola, ma anche dal suo portatile al centro security, e Ashley Stubbs decide di indagare. Dove? Proprio nella parte di parco dove non c’è segnale. Arrivano gli indiani e lo rapiscono, e il nostro pensiero va all’host in costruzione nel laboratorio segreto: chi sta replicando Ford? Potrebbe essere Elsie, ma anche lo stesso Ashley a questo punto, e chissà chi altro. Inoltre non abbiamo assistito alla morte certa di Elsie, quindi ci sono un sacco di interrogativi aperti.
Siamo quasi alla fine della prima stagione di Westworld, e i creatori hanno già confermato che tutti gli interrogativi avranno la loro risposta, tranne uno (e siamo certi che proprio quell’interrogativo non ci farà dormire la notte). L’episodio finale sarà di ben 90 minuti, e scommettiamo che ci terrà incollato allo schermo dall’inizio alla fine, proprio come ha fatto The Well-Tempered Clavier, in un’escalation di rivelazioni e cliffhanger. L’empatia che proviamo verso le macchine è palese, mentre tifiamo contro gli esseri umani, contro Ford, vero villain puro e determinato a controllare il mondo da lui creato.
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Io un po' non vedo l'ora #Westworld finisca perché continuando a pensare a teorie varie, sto andando in tilt come gli host.
— Ivan (@WhichIvan) November 29, 2016
Non sono ancora sicuro di aver capito bene tutto dopo quello che è successo in questa puntata. Che serie PAZZESCA. #Westworld 1×09
— Mattia (@mattia3_) November 28, 2016
Ormai a ogni scena di Westworld sto così pic.twitter.com/FiFtlGhnS8
— er Poro Luciano (@PoroMandrake) November 28, 2016
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