Westworld1×07 Trompe L’Oeil

Ford gioca d'anticipo, e la sua mossa coglie tutti di sorpresa. Dolores e William finalmente si lasciano andare, ma rischiano di perdersi in un sogno. Maeve è sempre più consapevole di se stessa.

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Un inganno della vista, il Trompe L’Oeil, una tecnica pittorica che fa credere di vedere qualcosa che in realtà non c’è: ecco cosa è stato questo episodio di Westworld per tutti noi e per i suoi protagonisti, dipinto ad arte dal Dottor Ford, un Anthony Hopkins che dopo 25 anni da Il Silenzio degli Innocenti riesce ancora a farci tremare con un solo sguardo.

Vista la natura dell’episodio, questa volta vogliamo sottolinearlo: da qui in avanti, spoiler. Tanti spoiler.

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È difficile descrivere le sensazioni di stupore, meraviglia e raccapriccio provate in quei minuti insieme a Theresa, della serie “non aprire quella porta”. Quale porta, chiede Bernard, un istante dopo aver spiegato come gli host del parco sono programmati per non vedere quella casa, per non vedere quello che non devono vedere. In quel momento la tensione è tutto un crescendo, che ci fa accapponare la pelle alla vista del blueprint di Bernard, e ci conferma che l’ingegnere capo è proprio un host, nell’attimo in cui recita la frase che ogni androide ripete quando non ha i permessi per decifrare ciò che osserva:

Doesn’t look like anything to me

La frase l’abbiamo sentita da Dolores, da Abernathy, da Clementine, e nella stessa puntata da Hector, diventato per una scena lo svago sessuale di Charlotte Hale. Chi ha scelto quella frase? Ford, così come ha scelto tutto il resto. Tutto è stato creato da Ford: il complesso di onnipotenza del fondatore del parco ci arriva in tutta la sua forza difensiva e distruttiva nel momento in cui la sua Creazione viene messa in pericolo dal Consiglio. È quasi divertito nell’osservare la pantomima di Clementine mentre “sbrocca” e uccide un altro host, programmato per essere percepito come essere umano, di modo da dimostrare una falla nella sicurezza della programmazione. La colpa sarebbe dei “reveries“, l’ultima modifica al programma per rendere gli host ancora più umani. Come no.

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Ford sa già tutto, della trasmissione di dati all’esterno del parco, della relazione tra Theresa e Bernard, del complotto della Hale, e anticipa il “sacrificio di sangue”, facendo uccidere Theresa proprio da Bernard, che con un semplice comando diventa una macchina ubbidiente e letale, mentre si toglie gli occhiali, la giacca, la cravatta, e fracassa il cranio all’ex amante. In quel laboratorio, dove forse si sta costruendo il sostituto host della stessa Theresa, Ford detiene a pieno titolo il posto del villain di Westworld, nel suo calcolare l’omicidio con premeditazione e distacco, nel suo monologo sulla natura miope della razza umana, con un rimando all’Amleto, e quindi allo Shakespeare del primo episodio:

In that sleep of death what dreams may come

La figura di Bernard cambia radicalmente ai nostri occhi, e il ricordo umano e commovente dell’inizio dell’episodio diventa solo un altro programma fittizio, nella crudele ironia delle parole di Alice nel Paese delle Meraviglie, lo stesso libro regalato a Theresa.

Chi altro potrebbe essere un host? Perché se il capo ingegnere è un androide, potrebbero esserlo un po’ tutti. Ford potrebbe avere spie al suo servizio in tutto il parco, a tutti i livelli. Del resto, come detto proprio da Bernard, gli stessi host si occupano della sorveglianza, e quindi potrebbero fare ogni genere di lavoro.

Il Consiglio è preoccupato di perdere i preziosi dati acquisiti delle intelligenze artificiali in decenni di cicli infiniti, ma a questo punto iniziamo a temere più per la vita degli esseri umani presenti nel parco. O forse abbiamo empatizzato più con gli host, con Maeve, ammaliati dal suo fascino, dalla sua sofferenza, e anche noi come Felix e Sylvester saremmo pronti a fare ogni cosa che dice, che desidera. L’incremento dell’intelligenza ha permesso a Maeve di comprendere quanto sia superiore fisicamente agli esseri umani, che non sono divinità, ma anzi, sono mortali, mentre lei è morta migliaia di volte, e non ha certo paura di morire ancora. È lei la dea da assecondare, per Felix, mentre ubbidiente la porta a vedere che fine ha fatto la cara amica Clementine, a cui stanno cancellando tutti i dati.

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Nello sgomento generale non dobbiamo perdere di vista il Labirinto, e il filo conduttore che unisce William e Dolores – che in questo episodio concretizzano finalmente l’attrazione fisica – e l’Uomo in Nero. I due innamorati sembrano partiti per la tangente della casa nella prateria con vista da sogno sul canyon, con William che realizza quanto il parco stia facendo uscire il suo vero sé. Nel frattempo assistiamo all’attacco armato dei Confederados con una mitragliatrice (la stessa usata da Teddy?), ad una fuga rocambolesca, all’arrivo della cavalleria indiana che fa mattanza, per dare un po’ di sana adrenalina al segmento di Dolores che onestamente sarà la protagonista ma è sempre a rischio sbadiglio.

Se nello scorso episodio mancava Dolores, in questo è mancato l’Uomo in Nero, e viene da pensare quale possa essere il vero legame tra i due personaggi. Cosa c’entri poi il Labirinto è un mistero che per adesso è lontano dall’essere svelato e che corre il rischio di restare irrisolto anche per la prossima stagione, visto che Westworld è stato rinnovato anche per l’anno prossimo – e ci mancherebbe!

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Siamo all’apice dell’ansia e dell’eccitazione con Tromp l’Oeil, fa quasi male dover aspettare il prossimo episodio, frastornati dagli ultimi colpi di scena e dal sottobosco di fan theories che popolano la rete. Come si collega la fuga di Maeve a Dolores e al labirinto dell’Uomo in Nero? Il fantasma di Arnold continua ad aleggiare nelle menti degli host di prima generazione, cosa sa Ford? Rivedremo Sidse Babett Knudsen, l’attrice che interpreta Theresa, in forma di host? Ed Elsie, che fine ha fatto? E per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, è il ripetersi ciclico della morte che fa nascere, evolvere la coscienza delle macchine, o è tutto programmato? Tutti questi interrogativi contribuiscono ai 5 porcamiseria su 5, e solo perché non arriviamo a 10.

5

 

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