Vikings4×11 The Outsider

Ragnar è tornato, ma non sono in molti ad esserne contenti. I figli sono cresciuti, il mondo è andato avanti, Kattegat non sarà più come prima.

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Sette mesi sono passati dal mid-season finale, e sette anni sono trascorsi da quando Ragnar ha abbandonato Kattegat e tutta la famiglia. Vikings riprende con un episodio strutturato in modo tale da riallacciarsi con gli avvenimenti lasciati in sospeso, senza battaglie e senza (quasi) spargimenti di sangue, concentrandosi sul ritorno del Re e sul casino che ne consegue nella vita di tutti: parenti, amici, sudditi.

Già da tempo Vikings stava dedicando più attenzione ai personaggi comprimari, lasciando spesso il protagonista in secondo piano. The Outsider invece deve necessariamente concentrarsi su Ragnar, e ci fa subito capire che i suoi tormenti esistenziali non sono affatto finiti: non vuole tornare a guidare il suo popolo, ed è profondamente distaccato da ciò che lo circonda, nonostante la lunga assenza dai suoi affetti e dalla sua terra. Notiamo subito come decide di dedicare tempo ai suoi cinque figli – Bjorn avuto da Lagertha, e Ubbe, Hvitserk, Sigurn e Ivar, tutti figli di Aslaug – scoprendone che ce n’è un altro, Magnus, avuto da Kwenthrith la pazza. Aslaug invece non se la fila nemmeno di striscio, e preferisce andare a salutare l’amatissimo amico Floki, che è diventato ancora più esperto nell’arte navale, e soprattutto Lagertha.

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Laghertha, che probabilmente dopo Kalf ha deciso di smetterla con gli uomini, ha trovato un’amante donna, Astrid (Josefine Asplund), accolta nel cast con gioia perché quantomeno ha un nome normale. Ragnar rimpiange il passato, l’aver lasciato la moglie per rincorrere la gloria e il potere e per aver abbandonato la semplicità della vita di contadino: il prezzo da pagare è stato l’aver fatto soffrire la sua famiglia e l’unica donna che ha mai veramente amato. Lo sguardo della fiera guerriera è intriso della tristezza di chi rivede un ex dopo tanto tempo, e si rende conto di amarlo ancora: Lagertha, una di noi.

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I figli di Ragnar sono i veri protagonisti di The Outsider: forse il titolo si riferisce a Ivar lo storpio (Alex Høgh Andersen), che nonostante funzioni solo a metà, è il più pericoloso di tutti. I conflitti interiori del giovane, che ricordiamo da piccolo ha scassato il cranio di un altro bambino a colpi d’ascia, si palesano nella frustrazione di non essere percepito come un vero uomo, soprattutto dopo la cilecca sessuale con la schiava. L’invidia verso i fratelli – che invece la schiava se la sono passata – si sublima in un’intensa e sinistra intelligenza, e una bravura nell’uso delle armi che non è seconda a nessuno. Ubbe è il maggiore dei quattro, il più maturo e cauto, e ama veramente gli altri fratelli. Lo stesso non si può dire di Hvitserk e soprattutto di Sigurd, che subisce l’ombra del primogenito da un lato e la schiacciante personalità di Ivar dall’altro, il quale è anche il cocco di mamma Aslaug.

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Bjorn è fin troppo contento del ritorno del padre, anche perché è l’unico ad averci passato del quality time in giro ad ammazzare cristiani. Con il suo entusiasmo vorrebbe coinvolgere il padre in una nuova campagna nel Mediterraneo, un mare misterioso e lontano di cui possiede una mappa. A raffreddarlo però, oltre all’arrendevolezza di Ragnar, arriva la divinazione del Seer, il Mistico, che gli dice chiaramente quanto il ritorno del padre porterà morte, sciagure e calamità senza fine.

Le parole scambiate con Floki ci fanno sospettare che Ragnar sia tornato per andarsene per sempre, e questo è solo un addio alle persone amate della sua vita. Floki ama il suo amico e il suo Re, ma non riesce a coinvolgerlo con la prospettiva di nuove avventure. Ragnar infatti vuole morire, e assistiamo letteralmente senza fiato alla sequenza in cui getta il cappio oltre il ramo di un albero, scaccia il cavallo e rimane penzolante nel vuoto. Non è il tuo momento Ragnar, e la corda si spezza: ci sono ancora dieci episodi e una quinta stagione che hanno bisogno di te. Scherzi a parte, il simbolismo dei corvi, l’animale di Odino, è un chiaro messaggio divino per Ragnar che non è ancora il momento di entrare nel Valhalla.

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Grazie History Channel per aver salvato Ragnar e per aver riportato Vikings con questo episodio: il cammino verso la redenzione per il fallimento della campagna francese è lungo, il suicidio non è contemplato dagli dèi, e per espiare le sue colpe l’uomo dovrà scalare la vetta del successo con nuove avventure. The Outsider si merita 4,5 porcamiseria su 5 per aver introdotto egregiamente i nuovi personaggi senza togliere spazio ai protagonisti, e anzi tornando a concentrarsi proprio su Ragnar, personaggio attorno a cui ruota tutta la serie, nel modo in cui amiamo di più.

4.5

 

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