Con venti puntate programmate per questa quarta stagione di Vikings, The Last Ship è tecnicamente un mid-season finale, anche se per la seconda metà non è ancora stata definita una data precisa. Questo episodio inizia immediatamente con una seconda battaglia navale che occupa metà dei quaranta minuti della puntata; da lodare innanzitutto la grande cura con cui sono state ricreate le imbarcazioni della flotta franca, un vero colpo di scena: la sorpresa e la rabbia di Ragnar per l’alto tradimento di Rollo è ancora più bruciante, proprio per l’aver condiviso e divulgato al nemico i segreti della costruzione delle agili imbarcazione da guerra vichinghe.
Anche se la flotta vichinga ottiene un primo vantaggio, Rollo si rifiuta di ritirarsi – uccidendo un sottoposto che suggeriva di interrompere l’avanzata – e con un discorso molto da “Il Gladiatore“, carica i suoi uomini per un secondo attacco. La mossa è prevedibile, l’impulsività di Rollo è ben conosciuta a tutti i parenti norreni. Il momento che tutti stavamo aspettando è dunque lo scontro tra Ragnar e Rollo, e purtroppo ci delude un po’: nella mischia, su una delle piattaforme di arrembaggio trainate dalle navi vichinghe, i due fratelli iniziano a lottare prima a colpi di spada, poi disarmati, prendendosi a cazzotti come nemmeno in un film di Bud Spencer e Terence Hill. Mentre i due si gonfiano come delle zampogne, intorno a loro il sangue scorre a fiumi, con Halfdan trafitto da un dardo e Lagertha gravemente ferita da un fendente tra la spalla e il cuore.
Rispetto alle scorse stagioni è da notare il costante miglioramento delle riprese in battaglia, che mantengono un ritmo incalzante e scorrevole, senza le mischie confusionarie e le inquadrature di sparuti gruppetti di comparse. Ragnar è deciso alla resa dei conti con Rollo, ma i due vengono divisi, con la seguente ritirata dei vichinghi. Rollo piange, in uno sfogo emotivo che la dice lunga sulla risoluzione dei suo conflitti interiori nei confronti del fratello, mentre Ragnar invece sembra deluso dall’aver perso l’occasione di farla finita una volta per tutte.
Dentro le mura di Parigi, mentre Gisla prega la Madonna come sempre succede quando la città è sotto assedio, l’Imperatore ci sorprende con una mossa a sorpresa: durante un pasto con Therese e Roland, Carlo dichiara di quanto si fida di Rollo con una frase ad effetto:
I have his heart, and he [Rollo] has mine.
e fa giustiziare i due ambiziosi fratelli facendoli strozzare all’improvviso dai camerieri. Ancora una volta Vikings ci mostra l’orrore della natura umana e dei giochi di poteri, con una scena ad alto contenuto di violenza e sangue, ma sempre con grande eleganza.
Al suo ritorno a Parigi Rollo viene osannato come il salvatore, accolto tra le braccia commosse e adoranti di Gisla, che lo bacia nonostante abbia la faccia tumefatta e coperta di sangue – ah, l’amore – e Carlo lo incorona a Cesare, tra le grida della città in festa. Questo segmento narrativo sembra autoconclusivo rispetto a quello inglese – di cui non c’è traccia in questo episodio – e forse nella seconda metà non vedremo sviluppi francesi, e ce lo suggerisce anche il salto temporale che ci viene improvvisamente servito negli ultimi minuti della puntata.
Con non poca sorpresa apprendiamo che Ragnar, in seguito alla pesante sconfitta, è scomparso da Kattegat senza lasciare traccia. Nella città vichinga, dopo un periodo di circa dieci anni ritroviamo Bjorn con una treccia bionda da fare invidia a Harald Bellachioma, e soprattutto Aslaug: in poche scene si capisce come l’abbandono di Ragnar sia stato accolto positivamente dalla Regina, che sembra esser riuscita a concentrare il potere nelle proprie mani. L’occasione che dà un suggerimento sul prossimo svolgersi degli eventi è la visita di tale Thorhall: di ritorno da una campagna militare in Wessex, l’uomo informa Bjorn e Aslaug dell’esistenza di Magnus, il figlio di Ragnar e Kwenthrith, e del fatto che la colonia vichinga insediatasi in passato fu distrutta quasi subito dagli inglesi (QUI la recensione dell’episodio della terza stagione).
Vikings ci introduce ai quattro figli di Ragnar, Ubbe, Hvitserk, Sigurd e Ivar, cresciuti e pronti ad essere protagonisti nei prossimi episodi a venire. Le dinamiche tra i fratelli non sono chiare, ma chi spicca tra i quattro è senza dubbio Ivar, lo storpio, il cui sguardo è illuminato dalla luce sinistra della pazzia (ricordiamoci che da bambino ha massacrato a colpi di ascia un coetaneo senza troppi problemi). Insieme a Bjorn discutono della notizia di questo nuovo fratello, Magnus, e dell’abbandono del padre, argomento che sembra spuntare spesso e alla base per conflitti e disaccordi. Neanche a farlo apposta, Ragnar decide di ritornare proprio adesso, dopo anni, senza un apparente motivo. Tutti sono increduli nel vederlo riapparire, forse lo credevano morto: ritorna come Re, e subito sfida i propri figli ad ucciderlo per prenderne il posto, perché è lui il legittimo sovrano. Il monologo che ne scaturisce è come se fosse dettato dalla coscienza di Ragnar stesso, e dalla sofferenza – e dalla vergogna – dell’aver abbandonato il proprio popolo e la propria famiglia.
I’m you’re leader and I just left. What kind of leader does that, huh? What kind of people abandons his people? What kind of father abandons his sons? So who wants to be king?
Ancora una volta Travis Rimmel riesce ad impersonare Ragnar in maniera sublime, lasciandoci a bocca aperta per l’immedesimazione totale nel suo personaggio. É purtroppo la conclusione con una certa fretta di lasciare un cliffhanger a rovinare l’episodio, con questo ritorno che poteva benissimo avvenire nella seconda metà della quarta stagione, lasciando il destino di Ragnar in sospeso. Non sappiamo nemmeno se Lagertha è morta, e non viene fatto nessun accenno al suo destino. Un ultimo segmento narrativo viene lasciato senza un vero esito, con Bjorn che si reca da Floki e Helge, e parlano di partire per il Mediterraneo, mare per loro mitico e forse inesistente: è un modo per aprire una nuova sottotrama, o forse questi tre personaggi verranno abbandonati al loro destino di esploratori?
The Last Ship ci lascia con delle evidenti lacune, come se fosse un episodio qualsiasi, mentre è a tutti gli effetti l’ibrido di un season finale. La notizia dell’abbandono di Ragnar poteva essere usato come conclusione di un ciclo, introducendone il ritorno nel prossimo episodio in autunno, lasciandoci sì in sospeso, ma con un fine narrativo più lineare. L’introduzione di ben quattro nuovi personaggi necessiterebbe di più tempo per essere elaborata da noi spettatori – anche solo per ricordarci i nomi impronunciabili – e il destino degli altri a cui siamo affezionati andava approfondito senza fretta di concludere. Questo episodio non va oltre i 3 porcamiseria su 5, nonostante la magistrale interpretazione del cast, la sempre meravigliosa cura dei costumi e le magiche atmosfere regalateci dalla fotografia, sotto la media di una stagione quasi sempre al top.
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Sto facendo gli stessi versi di sofferenza del veggente :'( #vikings #serialupdate
— ilaria* (@__Luthien) April 22, 2016
Le battaglie in #vikings sono sempre epiche! Questa è stata davvero oltre. Magnifica. Bellissimo. ma io voglio //HO BISOGNO// di risposte !!
— four alarm fire ~ (@whofflepuff) April 22, 2016
Stanno volando pizze in faccia da 8 minuti e sono a tanto così da strapparmi la maglietta #Vikings
— Anna Carineria (@Pepkins88) April 22, 2016
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