Twin Peaks3×07 The Return, Part 7 – 3×08 The Return, Part 8

David Lynch ci propone due episodi dallo stile diametralmente opposto, e si dimostra ampiamente capace sia di offrire una narrazione classica e didascalica, sia di proporci il suo genio visionario come siamo abituati a conoscerlo. Twin Peaks ci lascia respirare con un episodio rassicurante, per poi toglierci il fiato con la genesi di BOB e Laura Palmer.

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La settima e l’ottava parte di questo ritorno di Twin Peaks offrono due visioni stilistiche radicalmente diverse del modus narrandi lynchiano: se “The Return: Part 7” appare denso di contenuti sul piano reale ed è raccontato in maniera quasi didascalica, contraddicendo l’usuale criptico stile del regista e creatore, “The Return: Part 8” è in netta contrapposizione, mostrando come mai prima l’anima sperimentale e onirica di Lynch, in un viaggio surreale e sconnesso.

The Return: Part 7

Twin Peaks si sta rimettendo in carreggiata dopo alcuni scivoloni passati, e lo dimostra apportando subito importanti evoluzioni alle diverse storyline, persino dove tutto iniziò 25 anni fa. Le pagine mancanti del diario di Laura forniscono suggerimenti utili a Hawk e Truman, portandoli un passo avanti al ritrovamento di Cooper. Tutto il dialogo incentrato sulla scoperta di Hawk e il successivo colloquio con il Dott. Hayward sanno di “spiegone”, per la prima volta in un Twin Peaks che mai si era dilungato a riassumere o chiarire le sue zone d’ombra; serve tuttavia a riprendere il respiro dalle stranezze di Lynch, permettendoci di assaporare contenuti per una volta legati da un nesso logico chiaro ed evidente.

Il grosso di “The Return: Part 7” è dedicato alle indagini di Albert e Gordon su Dark Cooper, coinvolgendo Diane – una Laura Dern che non merita mai abbastanza elogi -. La vecchia collaboratrice di Cooper, tra un “fuck you” e un altro, è infine persuasa a visitare il sospetto, per confermare definitivamente i timori dei due agenti: l’esito della visita fa rabbrividire, percepiamo la disperazione di Diane sulla nostra pelle, nonostante conosciamo l’identità di Dark Cooper – col dettaglio delle impronte digitali al contrario a corroborare la visione della Loggia come un mondo percettivamente capovolto. Ad aggravare la situazione, Dark Cooper riesce a fuggire con il ricatto dalla prigione federale, utilizzando mezzi e persone ancora poco chiari.

Per il vero Cooper, ancora in stato catatonico nel corpo di Dougie, viene fatto un importante passo verso il risveglio. I riflessi latenti da agente dell’FBI vengono bruscamente risvegliati dalla minaccia dell’assassino col punteruolo – decisamente più efficace con le armi bianche che con la pistola -, e a contorno vediamo riapparire la reincarnazione del braccio a dargli surreali, ma fondamentali suggerimenti. Cooper appare un passo più vicino al ripristino della sua coscienza, ma è da riconoscere anche l’enorme lavoro fatto da Janey-E, una Naomi Watts sempre più convincente nel ruolo della moglie preoccupata e protettiva.

“The Return: Part 7” è un episodio sorprendentemente lineare per essere un prodotto della mente di David Lynch. Col senno di poi, pensando a ciò che ci aspetta nell’ottava parte della stagione, riesce a darci un po’ di respiro, sottoponendoci un’ora di televisione canonica e rassicurante, seppur con qualche irrinunciabile tocco surreale.

4.5

The Return: Part 8

È in questo episodio che David Lynch sgancia la bomba, metaforicamente e letteralmente. Con dialoghi che si contano sulle dita di una mano, intraprendiamo un viaggio oltre la nostra possibile comprensione, allucinogeno e inquietante, nei meandri dei meccanismi delle due Logge.

La morte apparente di Dark Cooper, curato dai primi demoni della Loggia, ci spinge indietro nel tempo fino al test nucleare Trinity, nel New Mexico: da quella gigantesca esplosione avrà origine il male che infesterà gli Stati Uniti, portando sulla Terra le creature della Loggia. Nel mare dello spazio interdimensionale inizia la vera e propria battaglia tra le Logge, con BOB partorito da Mother, e il Gigante che genera lo spirito di Laura Palmer, unica creatura in grado di contrastarlo e sconfiggerlo, nel ruolo peculiare di paladina della luce.

Possiamo supporre che l’uovo mandato nel deserto sia l’embrione di Laura Palmer, come anche supporre che grazie ai demoni la ragazza che lo ingerisce sia Sarah Palmer: il collegamento tra la figura misteriosa del cavallo bianco e la madre di Laura è spiegabile solo tramite ciò che vediamo alla fine dell’episodio, così come la scelta oculata di BOB di possedere Leland sin dall’infanzia della ormai defunta Laura potrebbe trovare motivazione in questa inquietante genesi demoniaca portata dall’uomo.

Il dettaglio determinante che Lynch e Frost vogliono comunicarci sulla nascita di BOB e dei demoni è che non si tratta di creature sbucate dal nulla, né provenienti da mondi e dimensioni strane, ma che tutto ha origine dai misfatti dell’uomo; il progetto Trinity è un piccolo big bang interdimensionale che porta sofferenza e dolore nel mondo, mentre la Loggia Bianca ha il compito di riportare l’ordine, cancellando gli elementi più insidiosi di questo prodotto della malvagità umana.

È impossibile non fare paragoni con “The Return: Part 3” e col viaggio di Cooper nella stanza porpora. Intuivamo infatti che la creatura assassina nella stanza con la teca fosse la stessa in cerca del protagonista: il fatto che la donna nella stanza la chiami Mother e che il suo ruolo sia quello di generare BOB come uno strano essere partoriente forniscono indizi sull’invasione della creatura demoniaca nello spazio della Loggia Bianca – ricordate le parole della donna, riferite ad un’invasione in corso -. Non solo, ma un demone boscaiolo è ben visibile anche nei primi minuti di “The Return: Part 2”, e la scena della morte dei due spettatori della teca è praticamente sovrapponibile a parte del viaggio di Cooper.

Le teorie su cosa significhi ogni dettaglio di questo ottavo episodio si sprecano, noi ci mettiamo la nostra buona volontà, probabilmente invano. Ciò che ci sentiamo indubbiamente di confermare è il genio lynchiano nella creazione di questo episodio cupo, onirico e surreale ancora più del già citato viaggio di Cooper. L’aggiunta di dettagli orrorifici come il viaggio in auto nel buio e l’implacabile furia dei demoni nella stazione radio sono solo un’ulteriore sfaccettatura di un episodio complesso e che molto probabilmente dividerà l’opinione degli spettatori. Noi, se non si fosse già capito, siamo dalla parte di chi si è lasciato condurre e affascinare, facendosi domande, ma senza avere la spasmodica necessità di ricevere risposte.

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