Dopo il pilot, che in questa sede avevamo giudicato divertente ma affrettato e banale, Timeless prosegue la sua prima stagione con altri due episodi che inevitabilmente si intrecciano con la storia degli Stati Uniti. Questa volta però, senza la necessità pressante di introdurre lo spettatore nel proprio universo narrativo, la serie si prende il proprio tempo, inizia a lavorare sui personaggi e a crearsi, seppur con alcuni – tutt’altro che inaspettati – passi falsi, una propria identità.
In questa coppia di episodi, le conseguenze dell’intervento di Flynn al disastro dell’Hindenburg, visto nel pilot, si sono propagate anche nel futuro, sconvolgendo però solo la vita di Lucy: con una madre di nuovo in piena salute, ma con la sorella che non è mai esistita e un fidanzato mai visto prima, la nostra storica si ritrova decisamente spaesata. Il fatto che solo la sua esistenza sia stata modificata, in effetti, potrebbe essere un indizio per quanto riguarda la trama orizzontale, ossia il piano di Flynn. Cos’abbia in realtà in mente il terrorista è ancora sconosciuto, ma gli episodi 2 e 3 ci danno diverse indicazioni in merito, tra cui appunto il fatto che Lucy sia sicuramente coinvolta in qualche modo, tanto che a dire dello stesso Flynn molto presto si troverà ad appoggiarne le azioni.
Lucy è sicuramente il personaggio meglio caratterizzato. Di lei conosciamo il rapporto talvolta conflittuale con la madre e l’attaccamento alla sorella scomparsa, ma anche le sue azioni in missione contribuiscono a delinearne un ritratto a tutto tondo: da una parte la curiosità, la voglia di conoscere e interagire con personaggi storici e di esplorare diverse epoche, tipiche di chi ha fatto della Storia la propria ragione di vita; dall’altra l’ostinazione nell’impedire qualunque sconvolgimento della timeline, da parte non solo di Flynn ma anche dei suoi stessi compagni di team. Il rapporto con Wyatt, nello specifico, evita per il momento la banalità del love interest e anzi si dà subito un carattere decisamente conflittuale: la volontà di Wyatt di intervenire sul passato per salvare la vita della moglie si scontra con la fermezza di Lucy nel preservare lo scorrere degli eventi; di nuovo, destino contro libero arbitrio.
Se però Lucy inizia ad acquistare spessore, lo stesso non si può dire di Wyatt e Rufus. Il primo, al di là del già citato tentativo di modifica della Storia, resta sempre il belloccio con la pistola pronta, mentre il secondo resta poco più che una spalla: i tentativi di definirne il personaggio attraverso le sue connessioni con il misterioso Mason e il collega/amico Anthony falliscono miseramente, e il povero Rufus rimane il personaggio meno sviluppato di tutti, nonostante le potenzialità interessanti. Anche il tema dell’essere di colore in epoche in cui esserlo non era decisamente facile, per quanto apprezzabile, rischia di condannare Rufus ad essere bidimensionale, quando invece sarebbe molto più interessante esplorarne altre sfaccettature.
Delle trame dei singoli episodi, ahinoi, c’è poco da dire. È interessantissimo rivisitare certi momenti della storia americana (specie per noi europei), e Timeless ha dalla sua la capacità di non essere mai banale. Anche momenti storici come l’assassinio di Abraham Lincoln vengono visti sotto una luce diversa, attraverso gli occhi – e le vicende – di personaggi storici di secondo piano, il che contribuisce a mantenere l’attenzione per tutta la durata dell’episodio. Il grosso problema, semmai, è che la natura di procedurale improntato all’azione impedisce alla serie di lasciare un’impronta duratura nella memoria dello spettatore, che passati i 40 minuti di leggerezza si dimentica di Timeless in favore di altre serie più strutturate.
Insomma, la natura di questa nuova serie si conferma così come gli autori l’hanno delineata fin dai primi minuti del pilot. Timeless è un procedurale fatto e finito, che ricorda per certi versi i primi episodi di Legends of Tomorrow: un team, perennemente in conflitto al suo interno, sulle tracce di un terrorista tra le pieghe dello spaziotempo, con ogni episodio ambientato in un’epoca diversa. Rispetto alla sua collega supereroistica, però, Timeless si preoccupa di definire delle regole: non è possibile, per esempio, tornare due volte nello stesso momento storico – incontrare se stessi avrebbe conseguenze irreparabili – e i viaggiatori sono gli unici ad avere ricordi della timeline prima di eventuali alterazioni. Sembrano piccolezze, ma sono quelle piccolezze a marcare il confine tra una storia di viaggi nel tempo ben confezionata e una che invece rimane preda dei suoi stessi paradossi temporali.
Il grande tema centrale è sempre lo stesso, il conflitto eterno tra destino e libero arbitrio, ma laddove le due serie (Timeless e Legends, appunto) sono allineate nella volontà di puntare sull’azione e di non prendersi troppo sul serio, si ritrovano invece agli antipodi come coerenza narrativa. Le regole che Timeless si dà le consentono di mantenere una certa autorità e di raccontare una storia sui viaggi nel tempo senza prendere in giro lo spettatore, obiettivo che invece Legends of Tomorrow ha deciso di abbandonare in favore dell’azione pura e semplice. Entrambe le serie non hanno la pretesa di cambiare il panorama televisivo – non ce la farebbero neanche sforzandosi – ma Timeless porta a casa il compitino con molta più maestria, grazie sia alle regole sopracitate sia a un cast decisamente ridotto.Timeless non rischia, non si prende responsabilità, ed è un peccato
Ecco, il problema forse sta tutto lì: Timeless non rischia, non si prende responsabilità, porta a casa ogni settimana i suoi 40 minuti di leggerezza e divertimento (pur confezionato con criterio) e si ferma lì, senza preoccuparsi di lasciare nulla allo spettatore. Ed è un peccato.
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Con tutti quei test nucleari mi meraviglio che nessuno in Nevada sia nato con tre occhi e una coda #Timeless
— ℛoвєятah ah ah no. (@ranyuu) October 20, 2016
#Timeless Bene ma non benissimo! Meglio della seconda puntata però il dubbio che scada sempre nella stessa solfa resta. #1×03
— Veronica (@VperVero) October 19, 2016
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