I viaggi nel tempo sono da sempre uno dei temi più stimolanti ed interessanti della narrativa, ma allo stesso tempo uno dei più inflazionati nonché difficili da padroneggiare. In molti ci hanno provato, anche ultimamente – basti pensare a The Flash e Legends of Tomorrow – e non sempre con risultati esaltanti, anzi, tutt’altro (valgono gli stessi due esempi di poco fa). Però il fascino dell’esplorazione di epoche diverse dalla nostra è innegabile, così periodicamente assistiamo all’arrivo di qualche nuova serie che tenta di lasciare il segno.
Timeless, in onda sulla NBC, è l’ultima ad inserirsi in questo filone, e lo fa presentandosi con una sinossi che più chiara e lineare non si può: quando un pericoloso criminale ruba una macchina del tempo, un team di recupero composto da una storica, un soldato e un programmatore viene inviato a sua volta nel passato per recuperarla. È quindi chiaro da subito che l’idea non è certo delle più originali e che ci troviamo di fronte, per certi versi, ad un procedurale: i protagonisti saranno in ogni puntata in un’epoca diversa per cercare di fermare il criminale di cui sopra, sull’onda di quello che accade nella già citata Legends of Tomorrow o in quel piccolo gioiellino dimenticato di Quantum Leap (seppure in quel caso le modalità del “viaggio” fossero differenti). Il pilot di Timeless però non convince, ma per una volta non si tratta di problemi legati direttamente alla questione time travel, quanto piuttosto alla gestione dei personaggi.
Il primo, grosso problema di questo pilot è la fretta: la sinossi che vi ho raccontato poco fa, che dovrebbe riassumere il plot dell’intera serie, riassume in realtà i primi dieci minuti. Una fretta indiavolata, che non ci dà tempo di conoscere né Lucy, una professoressa di storia molto appassionata al suo lavoro, né Wyatt, un soldato chiamato a farle da guardia del corpo, né tantomeno Rufus, programmatore al lavoro sulla fantomatica macchina del tempo: in pochissimi minuti li vediamo già proiettati nel 1937 sulle tracce di Flynn, il misterioso criminale che ha rubato la macchina. Ah, in questi 10 minuti assistiamo anche al furto, ovviamente.
Tutti questi avvenimenti avrebbero avuto bisogno di molto più spazio per poter essere gestiti con la dovuta attenzione, e il risultato è un sovrapporsi di informazioni che non danno tempo allo spettatore di empatizzare con i personaggi. Non solo, non dà nemmeno tempo ai personaggi stessi di metabolizzare la quantità infinita di novità con cui devono fare i conti: la convocazione da parte dei servizi segreti, la partenza immediata, l’esistenza stessa dei viaggi nel tempo. Siamo catapultati in men che non si dica al centro dell’azione, il che non è di per sé un male. Il resto dell’episodio, tutto sommato, scorre infatti via tranquillo: la parte ambientata nel 1937 è molto curata nei dettagli, nella ricostruzione delle scenografie, dell’abbigliamento e delle abitudini sociali ed è anche abbastanza avvincente (nonostante rimanga un po’ fumoso il piano di Flynn). Anche la ricostruzione del disastro dell’Hindenburg è avvincente, e questa ricostruzione degli eventi storici per gli Stati Uniti d’America potrebbe essere la carta vincente della serie. Ma se tutto ciò avviene in mancanza di una dovuta introduzione, senza possibilità di assimilare e di fare la conoscenza con questi personaggi, anche le sequenze più riuscite finiscono per sembrare vuote, senz’anima.
Per il resto, Timeless intrattiene e diverte, mettendo sul piatto anche svariati misteri – anche se alcuni fanno alzare gli occhi al cielo – e diversi paradossi temporali dovuti al viaggio dei protagonisti. La carne al fuoco c’è, ma la sensazione è che questa serie avrebbe potuto dare ed essere molto di più: manca l’originalità – non tanto nell’idea quanto nella realizzazione – manca la voglia di osare, manca quel guizzo in più che possa destare l’interesse anche dello spettatore più esigente. Al momento, Timeless si candida ad essere un mero passatempo senza pretese, destinato ad essere dimenticato molto presto.
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