This is Us2×06 The 20’s

Come ogni serie americana TV che si rispetti, anche quest’anno This Is Us ambienta una puntata nella notte di Halloween, lasciando però la festività in secondo piano, e dedicandosi a scavare nella storia della famiglia Pearson.

Abbandonando gli incredibili cliffhanger degli scorsi episodi, The 20’s si concentra su un tema che strizza l’occhio praticamente a tutti i telespettatori, e cioè le aspettative che si hanno durante i vent’anni. Il salto nel passato è dedicato alle attenzioni parentali di Jack e Rebecca che rischiano di modificare negativamente la personalità di Kate e Randall, lasciando quindi Kevin involontariamente in secondo piano.

Kate è la preferita di papà, e abbiamo visto anche nei precedenti episodi come il loro rapporto sia veramente profondo. Complimenti a volte eccessivi, anche se dolcissimi, e un’arrendevolezza al viso paffutello della figlia richiamano le critiche di Rebecca, che cerca di imporre un certo grado di disciplina a una famiglia che si trova comunque a dover gestire tre gemelli.

Randall è invece il cocco di mamma, da cui deriva l’apprensione di dover sempre eccellere in tutto, senza mai sbagliare. Mentre il comportamento di Kate è comunque nei limiti del capriccio, Randall ha da affrontare un giudizio esterno a quello del nucleo familiare: nonostante infatti sia ovvio che è stato adottato, Randall ancora non conosce la dinamica dell’abbandono, situazione che gli viene spettegolata dalla classica famiglia di vicini borghesi e antipatici.

Nobody looks like me.

This Is Us mantiene sempre presente la tematica razziale attraverso gli occhi innocenti di un bambino che cresce circondato da facce che non gli somigliano, rivelando il disagio e il desiderio che abbiamo già visto nel piccolo Randall quando fissa altre persone di colore, mentre cerca di riconoscere i tratti del proprio viso, o del teenager che indaga sulla madre biologica, quasi vergognandosene.

L’episodio però si concentra sui vent’anni dei protagonisti, e ci mostra per la prima volta i tre gemelli alla fine di questo decennio. Mentre Randall è già sposato con Beth, con cui sta per avere la prima figlia, e ha una carriera invidiabile, gli altri due sono abbastanza disgraziati, sia lavorativamente sia emotivamente. Kate, sempre obesa, è una cameriera in un diner, alle prese con le avances di un uomo che si rivelerà sposato. Kevin invece per arrotondare fa lo shampista, mentre il suo sogno di diventare attore ce ne rivela un lato oscuro e spregevole.

Il fatto che il desiderio di diventare attore sia così forte da provare a rubare la parte all’amico e coinquilino mette Kevin sotto una luce sinistra, non del tutto nuova: in effetti la promessa fatta a Sophie di restare a New York è durata quanto un gatto in tangenziale, appena arrivata la proposta di Ron Howard, e questo indica l’intento della produzione di dare a questo personaggio un carattere più profondo rispetto alla stagione passata, anche se in negativo.

Le emozioni sono sempre le protagoniste di This Is Us e anche in questo episodio ne veniamo letteralmente investiti. La scena di Kate che mangia patatine in auto, piangendo di fronte alla vecchia casa di famiglia, è una cartolina di disperazione e di smarrimento, soprattutto per quell’età in cui si smette di “crescere” e si comincia ad avere la consapevolezza di “invecchiare”: è facile empatizzare con la solitudine che traspare dai comportamenti distruttivi della ragazza che si strafoga e che va a letto con un uomo sposato solo perché si sente sola e ha bisogno di abbandonarsi all’abbraccio fisico, anche se non sincero, anche se solo per una mezz’ora. Atteggiamenti autodistruttivi in cui possiamo purtroppo a volte riconoscerci, con la conseguenza di riuscire a strapparci i consueti singhiozzi a cui ormai siamo abituati.

Anche il segmento di Randall è molto intenso: da poco ripresosi da un esaurimento nervoso, è alle prese con l’imminente nascita della prima figlia, con Beth e Rebecca più preoccupate per lui che per il parto. Randall al contrario di Kevin non fa fatica ad aprirsi agli altri, forse esagerando nel momento in cui ha un altro mezzo break down con il commesso del negozio, che però ha quattro figli e riesce a rassicurarlo. L’ansia deriva dal non deludere le aspettative di nessuno, a scapito della propria salute, e per fortuna Beth è già conscia di questo. La scena del parto in casa è forse un po’ troppo artificiosa, e francamente inutile: Tess poteva benissimo nascere in una sala parto, visto che il messaggio finale arriva proprio nella nursery dell’ospedale.

In un toccante monologo, Rebecca ricorda la nascita dei propri gemelli, con il fantasma di Jack che ricompare nei ricordi della vedova, e riallacciandosi all’emozionante dialogo con Randall bambino, la morte di Kyle e la conseguente adozione. I momenti di gioia saranno sempre un po’ tristi, è quello che Rebecca rivela al figlio mentre tiene tra le braccia la primogenita, perché Jack non è più con lei. Un’indelebile macchia sul cuore, che Rebecca è brava a mascherare, persino quando si iscrive a Facebook – è il 2008 del resto – e il primo a contattarla “casualmente” è Miguel, a cui scrive che va tutto bene, mentre non è proprio così.

This Is Us gioca ancora con l’empatia, e lo fa su vari livelli, facendoci immedesimare con almeno uno dei protagonisti, e in almeno una delle loro fasi evolutive. Non è necessario dover sempre stupire con colpi di scena talvolta prematuri o anche inutili – e ci riferiamo più ad altre serie –  quando un episodio è scritto così bene da chiudere elegantemente la narrazione su se stessa, riuscendo ad arricchire la storia comunque mai banale, come quella raccontata da This Is Us.

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