This is Us2×02 A Manny-Splendored Thing

Questo episodio di This Is Us parte già con una referenza a Love is a Many-Splendored Thing, un famosissimo film degli anni ’50, tratto dal quasi omonimo romanzo di Han Suyin. Non si capisce però l’intenzione di richiamare un film che parla di una vedova cinese che si innamora di un americano sposato durante la guerra fredda, se non quella del simpatico, ma abbastanza inutile gioco di parole col titolo.

Fortunatamente il riferimento al vecchio impiego di Kevin va poco oltre, e la puntata ruota invece intorno al conflittuale rapporto di Rebecca e Kate. Già sapevamo delle difficoltà che legano madre e figlia: l’impronta psicoanalitica è la classica insormontabile ombra materna che oscura la bambina agli occhi del mondo, e specialmente agli occhi del padre. Peggio, Rebecca mette forse a repentaglio la stabilità della famiglia non riuscendo a capire la sofferenza di Jack, che invece la piccola Kate percepisce e cerca semplicisticamente di risolvere con un “andrà tutto bene”.

La scena tra padre e figlia nell’auto, durante la ricreazione, è una delle più emozionanti e struggenti della serie: Jack sta combattendo contro l’irrefrenabile desiderio di farsi un goccetto, e durante il lavoro va a cercare conforto dalla figlia, che è lì pronta a colmarlo d’amore. Superando però l’emozione del momento ci viene da dire che questo rapporto non sia esattamente molto salutare per Kate, ma anzi una probabile concausa del suo cattivo rapporto con Rebecca. La piccola deve infatti fare i conti con una madre che è molto bella, molto magra, e in grado di cantare molto meglio di lei, traguardi che sembrano inarrivabili per la figlia, e che non fanno altro che alimentare la sua frustrazione.

Rebecca – finalmente iniziamo ad avere qualche suo abbozzo psicologico – è molto determinata, tenace, forte, la vera capofamiglia Pearson. È Jack infatti il più vulnerabile della coppia, che cerca riparo nell’alcol per sopportare le pressioni al lavoro, che si rifugia dalla figlia – una bambina – per avere conforto, invece che con la propria moglie, forse nel timore di deluderla nuovamente. Sono qui le fragili fondamenta su cui si sono costruite le insicurezze di Kate, che l’hanno portata in età adulta ad avere problemi con il peso e il cibo.

Rebecca è molto determinata, tenace, forte, la vera capofamiglia Pearson

Il rapporto di Jack e Rebecca non è perfetto, e non solo per il litigio a cui ha assistito Randall, ma per ragioni più sottili, di quelle che iniziano come se non fossero nulla, ma alla lunga rischiano di ledere un rapporto, e su cui in seguito si sviluppano le personali problematiche caratteriali dei figli, che in questa situazione sono tre. Bellissima anche la conferma del rapporto di Randall e Beth, con quest’ultima che sembra avere un ruolo più presente rispetto alla passata stagione – anche perché senza William adesso c’è più tempo.

Randall è cresciuto per essere perfetto agli occhi del mondo, e quindi di intraprendere un’impresa solo ed esclusivamente se certo di portarla portare a termine da vincitore: i dubbi sull’adozione di un bambino problematico iniziano a farlo desistere, con quel suo modo un po’ nevrotico, e ancora una volta è la moglie a portarlo coi piedi per terra, alla realtà. I due non sono stati fortunati crescendo quei due gioielli che sono Tess e Annie: forse la base era buona, ma loro le hanno migliorate. Il più grande dono di un genitore è quello di far splendere i propri figli proprio come hanno fatto loro, e per Beth saranno sicuramente in grado di farlo anche con un bambino meno fortunato.

Alla luce di questo ragionamento c’è da chiedere quanto effettivamente Jack e Rebecca siano stati dei buoni genitori. La risposta è che hanno fatto del loro meglio, come cercano di fare i papà e le mamme di tutto il mondo che amano i propri figli. Ma sono esseri umani, con tutte le debolezze del caso, e lungo la via sbagliano, come tutti noi.

Con Kevin in effetti non c’era molto da fare: fin da piccolo il ragazzino ha sempre cercato di attirare l’attenzione delle persone a lui care, a cominciare da Sophie, che tutt’ora lo incoraggia ad essere sé stesso nonostante l’umiliante ritorno all’odiato telefilm del “Tato”. Detto questo, resta il personaggio con meno spessore e che convince meno di This Is Us, e riesce a farsi rubare la scena da Beth, mentre i due richiamano alla mente una memoria passata su Randall: e che altro? I due non hanno proprio nulla in comune.

Menzione d’onore per Toby, che come sempre cerca di mettere una pezza dove non dovrebbe, cioè nel rapporto tra madre e figlia: il dialogo tra Kate la madre mostra una figlia tutt’altro che risolta, che è stata in analisi ma è riuscita solo a tirare fuori il peggio di quel rapporto basato su insicurezze tutte sue, e facendoci apparire Rebecca in una luce sicuramente più positiva da come la vede in realtà Kate. Una signora ormai anziana, che si è risposata con un altro uomo, andando oltre, positivamente rassegnata e saggiamente in grado di rivelare candidamente quanto ami senza condizioni i propri figli, mentre questa figlia ancora non riesce a ricambiare nello stesso modo l’affetto materno. Un’altra ombra gettata sulle insicurezze di Kate.

This Is Us continua a farci consumare fazzoletti, com’è giusto che sia ad ogni accordo di chitarra, e lo fa emozionando delicatamente, mentre pian piano scava sempre più a fondo nella psicologia dei personaggi e nelle loro relazioni. Il gioco sull’empatia verso il pubblico – i problemi di alcolismo, i problemi di peso, i problemi in famiglia – si incrina solo nei confronti di Kevin, che oggettivamente è quello meno attraente dal punto di vista emotivo. Un altra piccola pecca è il modo in cui è trattato il problema di Jack: non tutti quelli che hanno avuto un padre alcolizzato lo diventano così automanticamente.

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