Negli Stati Uniti i Career Days sono molto comuni: in determinati periodi dell’anno i genitori dei bambini vanno a scuola a parlare del proprio lavoro, davanti a tutti quanti. Agli occhi dei bambini alcuni lavori sono molto interessanti, come potrebbero essere ad esempio il pilota o il poliziotto, mentre altri lavori sono più “normali”, banali o noiosi. Questo episodio di This Is Us ruota intorno alle professioni dei nostri protagonisti, raccontandoci i retroscena dei rapporti che legano i componenti della famiglia Pearson.
Kate
Tre figli sono impegnativi, soprattutto da un punto di vista economico. Jack è l’unico che lavora in famiglia, ma il suo desiderio sarebbe quello di trascorrere più tempo coi propri bambini: siamo nel passato, ma a quanto pare i problemi sono attualissimi, ed è facile empatizzare con Jack, che prova ad essere il papà migliore del mondo. La stessa cosa non si può dire di Rebecca, soprattutto nei riguardi del suo rapporto con Kate: la scena dove la piccola confronta la taglia S del vestito della madre con quella del suo cardigan XL è impietosa, e il litigio su cosa indossare per un’occasione speciale ci introduce alla confessione finale di Kate adulta.
Il segmento di Kate ci dice molto di come viene vista dall’esterno: anche senza malizia resta una “cicciona”, cosa che forse riesce a procurarle velocemente un lavoro da assistente, ma di sicuro non la gratifica. Il confronto con la giovane e “rotondetta” Jemma è abbastanza scontato, ma il dialogo finale ci rivela appunto che Kate e Rebecca non hanno mai avuto un buon rapporto madre-figlia, e tuttora non vanno d’accordo. Detto questo, standing ovation quando l’odiosa ragazzina viene lasciata a piedi in mezzo alla strada.
Kevin
Kevin da bambino era fastidiosamente desideroso di attenzioni, e questo tratto purtroppo persiste anche nel Kevin adulto. Anche se non è intelligente come il fratello Randall, non si può dire sia completamente stupido: lo stratagemma di comprare modellini sempre più complessi di modo da poter passare più tempo col padre gli fa teneramente onore. L’egocentrismo però si schianta con l’incompetenza recitativa, e la bella Olivia lo aiuta nel modo più sadico pensabile: prima lo trascina ad una cerimonia commemorativa per un defunto, in casa di sconosciuti, riuscendo a farlo empatizzare con la moglie del caro estinto, stratagemma che ci racconta un po’ di più del rapporto di Kevin col padre Jack e dell’elaborazione del lutto; poi ci fa sesso, ma una volta sola, perché così potrà meglio immedesimarsi nella sua parte da attore. Insomma, Olivia sei un’antipatica stronza fatta e finita, ma ti amiamo tantissimo per questo.
Randall
La parte più interessante di questo episodio di This Is Us è quella di Randall, anche perché i suddetti Career Days riguardano proprio lui. Randall fino ad ora è sempre apparso come un padre amorevole, un marito devoto ed innamoratissimo – e ricambiato, il rapporto con Beth è veramente ben congegnato – ma con sempre con qualcosa che manca all’appello. L’essere stato adottato da una famiglia bianca lo ha segnato fin dalla più tenera età, tanto da indurlo a peggiorare apposta le proprie prestazioni scolastiche, mentendo al padre Jack. Il confronto con le capacità artistiche di William – poeta, pianista, musicista – è inglorioso, ma Randall sembra quasi dimenticare con quanto amore lo abbia cresciuto il padre Jack, accettando le differenze dei propri figli e anzi amandoli incondizionatamente proprio per questo motivo. Randall si smarrisce nell’idea di non aver sfruttato il proprio lato artistico – ma quale? – anche perché il suo lavoro è veramente noioso, e incomprensibile, tanto che nemmeno la sua famiglia sa bene cosa fa.
Cosa manca a Randall? Fin da bambino si è sentito escluso, dal colore della sua pelle ma anche dalle proprie capacità: i timori di dover andare in una scuola dove sono tutti dei piccoli geni lo spaventa più di quanto spaventi Jack, che è un gran lavoratore ma non è proprio un cervello brillantissimo. Di nuovo ci vengono presentati i piccoli conflitti tra moglie e marito che si risolvono con due bacetti e un chiarimento verbale abbastanza scontato.
Dov’è l’alcolismo? Dove sono i turbamenti della coppia? E come influisce il loro rapporto a tratti turbolento sui figli? Fino ad ora This Is Us ha mantenuto distaccati la coppia come entità duale dai figli, che con i genitori interagiscono quasi sempre singolarmente. Career Days è il primo timido tentativo di mettere a confronto il rapporto tra i due genitori con il proprio figlio, ma purtroppo viene tutto polarizzato sulla dicotomia Jack-Randall, mentre la narrazione di Rebecca resta più concentrata alla figlia Kate e ai problemi di peso, e nel mezzo Kevin che strilla perché vuole più attenzioni da entrambi.
Il compito degli sceneggiatori di This Is Us è molto più complicato di quanto possa sembrare, e per adesso è un errore perdonabile quello di mantenere fuori dalla narrazione i rapporti complessi, ma solo se ciò è propedeutico all’inserimento di dettagli più profondi in un immediato futuro. Non è solo il padre o solo la madre ad occuparsi del singolo figlio, ma la coppia unita che deve gestire un continuo minestrone di relazioni interpersonali all’interno e all’esterno della famiglia.
I Pearson al momento sono raccontati come chiusi in un guscio protettivo che però isola e rischia di rendere sempre più finte le dinamiche familiari all’interno. Nel presente invece è totalmente il contrario, con i tre fratelli che vivono separatamente la propria vita interagendo con l’esterno, e con il solo Randall a mostrarci una famiglia completa, la sua, e i suoi tentativi di dimostrare quanto ami la moglie e le due bambine. Ma lo sappiamo anche senza fare figuracce al pianoforte.
Il giudizio finale per questo episodio di This Is Us è comunque di 4 porcamiseria su 5: sono finite le presentazioni, ed è giunto il momento di scavare nel passato dei legami, non solo dei singoli, un po’ come è stato fatto superficialmente in The Pool. Il rischio di annoiare è in agguato, o peggio ancora di restare indifferenti alle vicende di questi personaggi così ben congegnati, ma per fortuna ancora non ci siamo arrivati.
Quando ha visto la S sulla camicia della mamma e poi XL sulla sua maglia ho dovuto bloccare perché mi veniva da piangere. #ThisIsUs
— Marco. (@Hellentin) November 4, 2016
Basta allentarsi la cravatta per farmi commuovere. Io dico fermateve ve prego. #ThisIsUs
— laura (@__valfoy) November 2, 2016
Con tutte le serie improbabili che guardo, è bello vederne una dove persone normali fanno cose normali. #ThisIsUs
— Erika. (@EryCorona90) November 2, 2016