The Walking Dead7×06 Swear

Tra le tante storyline parallele in The Walking Dead, questa volta tocca a Tara e Heath, separati dal gruppo dopo l'assalto alla torre di trasmissione dei Saviors. Uno spaccato di quella parte della famiglia di Rick ancora ignara della sottomissione di Alexandria, in cui capiamo che il dominio di Negan si estende più di quanto si possa immaginare.

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Sì, è un episodio filler. Sì, non ne sentivamo strettamente il bisogno in The Walking Dead, vista la già elevata frammentazione delle storyline, un rischio deliberatamente preso dagli sceneggiatori assieme alla scelta di fare puntate “monografiche”. È tuttavia pur vero che, similmente all’episodio dedicato a Morgan della scorsa stagione, “Swear” riesce dove altri episodi di maggior progresso nella trama orizzontale hanno fallito, ossia dare profondità a personaggi altrimenti bidimensionali a prescindere dalla loro rilevanza nel cast (citofonare Rick Grimes).

La storia di Tara presenta un personaggio interessante e significativo, e lo racconta con la giusta dose di particolari: la schiettezza, l’apparente impulsività e l’ingenuità, nonostante siano accompagnate da impressionanti doti di combattimento, sono i suoi tratti distintivi, perfettamente marcati e accentuati nei dialoghi con il nuovo gruppo di superstiti. Quello di Tara è un candore senza filtri, fatto di bugie dette per salvarsi la vita, subito ammesse una volta messa alle strette, e contribuisce a far salire il personaggio piuttosto in alto nella nostra classifica di gradimento – o, per l’esattezza, a farla scendere nella classifica di “sgradimento”. L’ultima stretta al cuore arriva quando, nel negozio di souvenir, raccoglie dalla mensola il bobblehead della dottoressa, in un sorriso malinconico e ignaro del destino della sua fidanzata.

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A contribuire all’ottima resa stilistica è l’accavallarsi di due linee temporali adiacenti, che fino a metà dell’episodio non riusciamo a mettere con certezza nel giusto ordine, sospettando di trovarci davanti ad un flashback avvenuto prima dello scontro con gli erranti assieme a Heath, ora missing in action. In congiunzione col racconto dettagliato di Tara, del suo profilo psicologico e delle sue corse frenetiche ostacolate da un seno che definire prosperoso è riduttivo, questa scelta di montaggio è il secondo dei tre punti forti dell’episodio, in un armonioso alternarsi di azione frenetica e dialoghi tattici col gruppo di sole donne vittime dei Saviors.

L’ombra minacciosa dei Saviors è peraltro il terzo punto a favore dell’episodio: la voce grossa di Negan è efficace, ma laddove persino la sua presenza non arriva direttamente, le ferite nell’anima delle donne del villaggio sono testimonianza di questa forza apparentemente imbattibile. Il fulcro del messaggio, ripetuto allo sfinimento dagli autori, tanto che stiamo davvero iniziando a crederci, è che questa volta non è come le altre: i Saviors sono ovunque, la loro egemonia è completa e totalizzante, e non ammette trasgressioni; l’estrema conseguenza di atti di disobbedienza è la trucidazione, senza farsi mancare quella punta di machismo già suggerita in “The Cell” dallo stesso capobranco.

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L’unica nota davvero dolente, sapendo che tanto impegno potrebbe essere tranquillamente profuso per episodi più significativi, è l’assoluta inutilità di questo sviluppo parallelo per l’economia della stagione: Tara ha giurato di non parlare a nessuno della sua avventura – così pare abbia fatto – quindi, tolto il suo ritorno ad Alexandria, gli strascichi di “Swear” sugli sviluppi futuri di The Walking Dead saranno pressoché nulli – speriamo che il cartellino con la dicitura PPP possa smentirci. Si apprezza la resa e la storia raccontata, ma si constata con rammarico che si tratta di un semplice episodio filler. A voler essere in buona fede si potrebbe pensare che gli sceneggiatori abbiano in mente un disegno più grande per Tara, e abbiano voluto dare spazio al suo personaggio; a voler pensar male – e quasi mai ci si sbaglia – si potrebbe pensare che abbiano voluto semplicemente allungare il brodo.

The Walking Dead in questa occasione mostra un ottimo potenziale nel comparto scrittura e sceneggiatura, peccato che questo potenziale sia male allocato, dedicato a episodi meno significativi per la battaglia contro i Saviors. Tanto amore per Tara, ma il tempo stringe e dalla notte della dipartita di Abraham e Glenn si sono visti ben pochi passi avanti. 3.5 Porcamiseria su 5.

3.5

 

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