The Romanoffs1×01 The Violet Hour – 1×02 The Royal We

Series Premiere L'attesa nuova serie antologica di Matthew Weiner, The Romanoffs, ci fa dare uno sguardo dall'interno alle vite dei discendenti, veri o presunti, della storica famiglia reale russa. Vite intense e complicate, e come tali, parecchio normali.

7.8

È difficile approcciare una produzione come The Romanoffs. Non perché sia particolarmente cervellotica o complicata – non è certo Westworld, per intenderci – ma perché è una di quelle serie che, ad un primo impatto, rende difficile rispondere alla domanda “ma di che cosa parla?”. Pensata, scritta e diretta da Matthew Weiner – il creatore di Mad Men, mica uno qualunque – e portata in scena da un cast decisamente importante, la serie si presenta al pubblico con un obiettivo piuttosto particolare: parlare di diverse persone il cui unico tratto in comune è l’essere, o quantomeno il credersi, discendenti della famiglia reale russa, i Romanoff appunto. Dopo la visione dei primi due episodi, però, il quadro si fa un po’ più chiaro: The Romanoffs parla di persone e di relazioni.

Ciò che colpisce e intriga è il netto contrasto tra la nobile discendenza dei protagonisti e le loro vite reali: tanto elitario il loro albero genealogico, tanto normali ed ordinarie le loro esistenze.

The Romanoffs è la quintessenza della serie antologica, un po’ come Black Mirror: ogni episodio racconta una storia diversa, con protagonisti diversi, persino con città, ambientazioni e lingue diverse; e ogni episodio è praticamente un film: un’ora e mezza di durata. Ma a rendere il tutto decisamente meritevole di esser visto – e altrettanto decisamente diverso da Black Mirror – è proprio il tocco di Weiner: la sua narrazione è intimista e riflessiva, si prende i propri tempi per indagare l’animo dei protagonisti e le loro motivazioni senza risultare per questo lenta o noiosa, spaziando tra diversi toni narrativi – dal drama alla comedy, con inaspettati momenti commoventi ed altri decisamente più leggeri – e supportata da interpretazioni di altissimo livello. Ciò che colpisce e intriga, va detto, è il netto contrasto tra la nobile discendenza che dà il titolo alla serie e le reali vite dei protagonisti: tanto elevato, aristocratico ed elitario il loro albero genealogico, tanto normali, ordinarie e complicate le loro esistenze.

The Romanoffs 1x01

Nel primo episodio The Violet Hour, ambientato a Parigi, facciamo la conoscenza di un’anziana signora (Marthe Keller, sublime nel ruolo), aristocratica, bigotta e razzista fino al midollo; una persona decisamente sgradevole, per cui la famiglia – o quel che ne resta – è tutto. Ma quando anche questa (nella persona del nipote, interpretato da Aaron Eckart, interessato più all’eredità che alla donna) si allontana, ecco che si vede costretta ad interagire con una nuova domestica (Ines Melab), una giovane ragazza musulmana e francese di seconda generazione, che la costringerà a rivedere un attimo le proprie priorità e le proprie convinzioni. O almeno a provarci.

Tutta la vicenda soffre di una certa prevedibilità, non lo nascondiamo, e viene viziata dagli ultimi minuti finali, eccessivamente teatrali e degni di una commedia dialettale. Ma tolti questi pochi difetti, emergono una regia sofisticata e una messinscena elegante e attenta ai dettagli, coadiuvate da una sceneggiatura che soprattutto nei dialoghi tra le due donne protagoniste riesce a non scadere mai nel cliché ma, anzi, contribuisce a immergere lo spettatore nelle vite reali, concrete e complicate dei protagonisti.

The Romanoffs 1x02

Gli stessi stilemi narrativi e registici – e gli stessi difetti – li possiamo ritrovare nel secondo episodio, The Royal We, che invece racconta la storia di una coppia in crisi che si prende un po’ di tempo (non propriamente di comune accordo) per capire cosa li renda davvero felici come individui e come parti di una relazione. Cambia il setting e cambiano i protagonisti (su tutti, Corey Stoll e Kerry Bishé), ma rimane la stessa attenzione ai dettagli, la stessa perfezione della rappresentazione, la stessa fotografia particolarmente ispirata. E, purtroppo, la stessa prevedibilità nello sviluppo della trama.

In entrambi gli episodi, quindi, manca un po’ quel senso di stupore che spinge lo spettatore a chiedersi come andrà a finire. Lo sappiamo già come andrà a finire, è evidente fin dalla prima metà di ogni episodio; eppure, chi guarda viene talmente immerso nelle vicende e soprattutto nelle emozioni dei (fantomatici) discendenti della famiglia Romanoff da non voler staccarsene e, anzi, viene spinto a chiedersi cosa accadrà, e a chi, nell’episodio successivo.

Difficile fare previsioni sulla serie nel suo complesso, dopo la visione di questi primi due episodi. Di sicuro, il buon Weiner punterà sulle emozioni e sulla diversità delle vicende raccontate di episodio in episodio. Di una cosa, però, possiamo essere certi: chi si aspetta un nuovo Mad Men, quasi sicuramente rimarrà deluso. Chi invece ama sedersi davanti alla tv e farsi raccontare una storia, nel più genuino e autentico dei modi possibili, altrettanto probabilmente amerà The Romanoffs.

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 8.5/10
    Tecnica - 8.5/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
7.8/10

Summary

I primi due episodi di The Romanoffs colpiscono per l’ottima fattura: una regia attenta ed elegante, un’ottima fotografia e un cast eccellente. Peccato per la generale prevedibilità delle trame portanti, che finisce per smorzare un po’ l’interesse dello spettatore, il quale però rimane grazie alla coinvolgente normalità delle vite dei protagonisti.

Porcamiseria

7.8

I primi due episodi di The Romanoffs colpiscono per l'ottima fattura: una regia attenta ed elegante, un'ottima fotografia e un cast eccellente. Peccato per la generale prevedibilità delle trame portanti, che finisce per smorzare un po' l'interesse dello spettatore, il quale però rimane grazie alla coinvolgente normalità delle vite dei protagonisti.

Storia 7 Tecnica 8.5 Emozione 8
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