Soppesando gli episodi 12 e 13 sull’apposito bilancino qualitativo, potremmo quasi dire che gli ups and downs si equivalgono reciprocamente. Diciamo che alcune scelte narrative azzardate, o per meglio dire talmente viste e rivisitate che inserirle anche in questo contesto è da considerarsi un azzardo troppo grande, stanno facendo storcere naso, bocca, occhi e pure orecchie agli appassionati della serie. C’è da dire però che questo scomodo scivolone non è sufficiente a sgretolare le certezze che ci ha regalato The Originals fino a questo momento, tanto che la Plec ci sforna colpi di scena sempre nuovi e freschi, puntuali come la rosetta dal panettiere alle sette del mattino.
Il vero problema, che permane da ormai quattro episodi a questa parte, è la trasformazione di Camille. Non soddisfa, non convince e sembra quasi snaturare quel rapporto così bello e profondo che la ragazza condivideva con Klaus, nato quasi spontaneamente e sviluppatosi poi di stagione in stagione. La dolcezza, l’infinita capacità di comprendere ed ascoltare e la sua umana fragilità, erano le caratteristiche di Camille che più affascinavano Klaus, ma allo stesso tempo sembrano essere l’arto in cancrena da cui lei stessa si vuole liberare.
Camille è stanca di scappare, è stanca di vivere sempre nella paura che qualche essere sovrannaturale (soprattutto Aurora in questo particolare momento della stagione) spunti all’angolo di una buia stradina di New Orleans facendole saltare il cuore in gola, chiedendosi, dopo centinaia di morti innocenti, quando sarà il proprio turno.
Proprio per questo ha deciso di prendere il coltello dalla parte del manico appena avuta l’occasione, raggirando Klaus con scaltrezza ed estrema furbizia: avendogli sottratto di nascosto il soldatino di quercia bianca, unica arma in grado di uccidere un Original, Camille lo ricatta per farsi restituire gli oggetti oscuri ereditati dalla sua famiglia.
Ma ecco che, come da manuale, la nostra bella bionda incappa in quello che a definirsi problemuccio non è altro che puro eufemismo. Curiosamente, in questo caso il termine “bionda” casca quanto mai a pennello: se gigioneggi con fare spavaldo tra le cripte del cimitero, poi non ti stupire se pure una strega di seconda categoria a cui non hanno manco dato la patente per guidare una scopa da ripostiglio, ti tende un agguato sottraendoti il pregiato bottino dalla mani con la stessa velocità con cui Bolt brucia gli avversari nei cento metri.
Se la Plec ha deciso di lapidare un personaggio già non particolarmente accattivante, che almeno lo faccia con un pizzico in più di stile.
Per chiudere il cerchio già di per se piuttosto catastrofico, veniamo a scoprire che la strega stava lavorando in segreto per Aurora, ricomparsa dopo un paio di puntate relegata dietro le quinte. Così facendo, il prezioso quanto letale manufatto entra in possesso di una pazza squilibrata con manie di protagonismo che fa appositamente smembrare il soldatino di legno per poi intagliarlo sotto forma di micidiali proiettili pronti all’uso: questo a conti fatti non fa altro che rendere la situazione ancora più kafkiana di quanto non fosse già.
Le devianze di Aurora sembrano aver raggiunto picchi ancora più elevati del consueto, ma applicando un metodo analitico più accurato, possiamo scorgere una parvenza di umanità nella moltitudine di sentimenti che la pervadono: da un lato la gelosia nei confronti di Camille e il profondo disprezzo per Klaus per non aver scelto lei, la sua bramosia di potere nel voler distruggere i Mikaeslon e soprattutto la sete di vendetta per la scomparsa del fratello.
Ecco perchè architetta il macchinoso stratagemma che vediamo poi messo in atto nel tredicesimo episodio: dopo aver rapito Freya, che in questa stagione è utile quanto un condizionatore in un igloo, spinge Klaus ed Elijah nel bosco dove la tiene prigioniera per poter finalmente eliminare non uno, non due ma ben tre fratelli Mikaelson in un colpo solo. E’ proprio in questa manciata di minuti però, che ci viene riproposta ancora una volta l’importanza fondamentale che viene data in questa serie ai valori della famiglia e dei legami di sangue.
L’abnegazione per il proprio clan è forse l’unico vero momento in cui Klaus smette i panni dell’egocentrico individualista per vestire quelli del fratello iperprotettivo, pronto a sacrificare qualunque cosa per salvare la vita dei suoi fratelli. Ed è proprio per questo che, nonostante il suo ardente desiderio di staccare la testa ad Aurora per metterla come decorazione da muro sopra il caminetto di casa, preferisce rinunciare al suo inseguimento per salvare Elijah il quale, nel frattempo, era stato colpito da un proiettile di Aurora che fortunatamente non aveva ancora perforato il cuore.
Parallelamente a tutto questo, grandi mobilitazioni sono in atto sul fronte Strix/Davina Claire. In quest’ottica possiamo dire che un grande protagonista ritrovato proprio a ridosso delle ultime due puntate, è Marcel Gerard. Per distrarre Aya dalla ricerca del manufatto, Elijah ha inscenato un siparietto niente male: le regole degli Strix, che lui stesso ha scritto di suo pugno portano, tra una clausola e l’altra, ad uno scontro di potere tra lui ed Aya.
Nella furiosa lotta in stile Rocky Balboa che aveva come fine ultimo la conquista del trattato degli Strix, Marcel riesce ad impadronirsene e a nascondersi fino allo scadere della mezzanotte: questo gli varrà di conseguenza, il titolo di nuovo capo della società. Il suo discorso in pompa magna, che pronuncia erigendosi sul cofano della macchina, ricorda molto il Marcel dei bei vecchi tempi, quello che si prodigava per la sua gente e la sua città, conquistata con il sudore e la fatica in tanti anni. Bravo Marcel, bravo!
Ricollegandoci a questo discorso, prosegue senza sosta la ricerca di Davina di un incantesimo che permetta ad Aya e a tutti gli Strix, di slegarsi dal vincolo degli Originals in quanto, in caso della morte di un qualsiasi membro della famiglia Mikaelson, tutti i discendenti diretti (o indiretti) della linea di sangue, morirebbero insieme al proprio “Sire“.
Tutto questo, fatto con la promessa da parte dell’infima bellezza con l’accento tanto sensuale quanto mellifluo, di rivelare alla talentuosa streghetta il modo per riportare in vita il suo ormai defunto fidanzato Kol Mikaelson. Molto bello e toccante il fugace momento che gli autori hanno ritagliato per questa sfortunata coppia: lui dolce, affascinante e con quel delizioso charme che ricorda molto suo fratello maggiore Elijah, ma con un pizzico di irriverenza tipica invece di Klaus. Lei persa, andata, talmente innamorata di questo ragazzo, che farebbe di tutto pur di resuscitarlo, persino aiutare la congrega degli Strix.
Il vero problema sorge quando Kol le rivela ciò che è necessario fare per compiere questo incantesimo: l’ingrediente essenziale per completare la scissione dagli Originals, è il cuore appartenente ad un vampiro slegato dal vincolo di sangue dei Mikaelson. Sfortunatamente, l’unico succhia sangue che risponde a queste caratteristiche è Hayley.
A questo punto scoppia il putiferio: Davina che cerca in tutti i modi di aiutare Hayley, Marcel che viene steso da Aya a colpi di kung fu, le streghe della congrega che cercano di strappare il cuore dal petto della ragazza indossando dei costumi che ricordano molto il periodo della santa inquisizione e Camille, che prova a difenderla con i suoi ninnoli da quattro soldi.
Sembrava che tutto si fosse risolto per il meglio, quand’ecco che Marcel è folgorato da una brillante idea: il cuore di Jackson, durante il matrimonio con Hayley, si è trasformato ad immagine e somiglianza di quello della ragazza (una piccola ispirazione biblica che non guasta mai). Quando Klaus e compagnia realizzano questo fatto, ormai è troppo tardi: il cuore di Jackson è già stato sottratto dall’urna interrata nella quale Hayley aveva riposto la sola parte rimasta del suo defunto marito.
A questo punto non sembra essere chiaro da che parte stia effettivamente Marcel: forse sta cercando di tenere il piede in due scarpe, ma sta di fatto che presto o tardi si vedranno i frutti delle sue macchinazioni.
Questi minuti finali, uniti alla nuova piega che sta prendendo la narrazione dalla seconda metà di questa terzo capitolo della serie, hanno davvero dato un grosso calcio nel deretano al mastodontico errore compiuto dalla Plec con il personaggio di Camille, perchè sviano completamente l’attenzione dal suo rapporto con Klaus, per focalizzarsi invece su un discorso più generale che va a toccare i punti più salienti della trama andando così ad inglobare tutti i personaggi della storia, anche quelli che sembravano diventati più marginali ai fini della trama. Gli attori che interpretano i villains sono come sempre magistrali nelle loro interpretazioni, e Joseph Morgan non ha certo bisogno di ulteriori elogi. Gli episodi 12 e 13 si meritano complessivamente 3 porca miseria e mezzo.
Vi sono piaciuti questi due episodi? Come interpretate la scelta narrativa di trasformare Camille in un vampiro? Come si evolveranno le faccende di “cuore” tra i Mikaelson e gli Strix? Diteci la vostra opinione lasciando un commento qua sotto oppure sulle nostre pagine social facebook e twitter!
La voglia di schiaffeggiare Cami ogni volta che apre la bocca. #TheOriginals
— Rose (@heyitsrosie_) February 22, 2016
e ditemi che Kol tornerà tra i vivi entro fine stagione altrimenti tutta questa pagliacciata di Davina non ha alcun senso. #TheOriginals
— silvia. (@Believe__) February 21, 2016
https://twitter.com/perfectderavin/status/701384580776009729
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