The Man In The High CastleSeason 3 Recap: Viaggi, Fughe e Guerre Imminenti

Season Recap In questa terza stagione di The Man In The High Castle ci aspettano grandi sconvolgimenti e forti emozioni: i nostri protagonisti sono alle prese con drammi interiori e con lo strisciare della guerra fredda tra Giappone e Germania sul territorio martoriato di quel che resta degli Stati Uniti d'America.

8.0

L’attesa per questa terza stagione di The Man In The High Castle è durata due anni, ma possiamo tranquillamente affermare che ne è valsa la pena. Partita nel 2015 con pubblicità controverse – ricordate le svastiche nella metropolitana di New York della prima stagione? – e trattando un tema molto delicato ma sicuramente accattivante, questo prodotto di Amazon Prime Video è riuscito a evolversi, soprattutto con questi dieci episodi, per iniziare a sviluppare la sua vera natura Sci-Fi, approfondendo le tematiche del romanzo di Philip K. Dick a cui si ispira.

Fin dalle prime scene si percepisce un cambio di rotta (che è più un aggiustamento) rispetto alla seconda stagione, concentrandosi più sui personaggi principali ma esplorando anche i comprimari, alcuni dei quali estremamente interessanti e molto utili per lo sviluppo di una trama avvincente per quanto non facile da ghermire per uno spettatore distratto. Il punto di vista quasi in prima persona dei protagonisti ci emoziona e ci aiuta ad immedesimarci meglio nelle terribili vicende a cui noi stiamo assistendo e che loro stanno vivendo, trasmettendoci i loro turbamenti interiori.

Chelah Horsdal è una fantastica Helen Smith, la moglie dell’Obergruppenführer. La perdita del figlio ha avuto un impatto enorme sulla sua salute mentale e soprattutto sul rapporto con il marito, e nonostante la terapia psicanalitica a cui si sottopone non trova altra soluzione che fuggire con le due figlie rimaste. Aver trasformato il loro adorato figlio Thomas in un simbolo del Reich, spersonalizzandolo e mettendolo al servizio della propaganda politica è intollerabile per la madre, che abbandona un uomo che non riconosce più come il compagno che ha amato, e di cui ha paura.

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© Amazon Prime Video

Rufus Sewell ci regala un John Smith più cupo e insicuro, anch’egli ferito dalla perdita dell’amato Thomas, ma che è troppo concentrato a non farsi schiacciare dagli antagonisti politici e a far carriera per rendersi conto delle proprie emozioni, e soprattutto delle proprie esitazioni: ex militare degli Stati Uniti, l’uomo è fortemente combattuto per quanto riguarda il progetto della Germania di cancellare la storia americana per soppiantarla con la narrativa nazista, in un make-over che ci riporta a pensare ad un revisionismo storico purtroppo sempre attuale. L’integrità umana del nuovo Maresciallo degli Stati Uniti è quindi messa a dura prova, con il dubbio del fare la cosa giusta in luce delle sue vicende personali, lasciando per la quarta stagione di The Man In The High Castle la porta aperta per chissà quale sviluppo.

The Man In The High Castle Seson 3

© Amazon Prime Video

Assistiamo decisamente increduli all’esecuzione di Joe Blake da parte dell’amata Juliana, una delle scene più scioccanti non solo di tutta la stagione, ma anche di tutta la serie. Dopo una partenza esplosiva con l’uccisione del proprio padre nella Season Premiere, per coronare la “rieducazione nazista”, il suo quadro psicologico rimane incerto fino all’ultimo, e proprio adesso che Luke Keintank stava finalmente riuscendo a dare più profondità al suo personaggio, lo perdiamo. Ma c’è da scommetterci che rivedremo Joe Blake nella prossima stagione – già rinnovata – nei film dell’Uomo dell’Alto Castello, e in carne ed ossa in un altro universo.

Anche Juliana infatti può viaggiare tra mondi, e ci riesce proprio nell’ultimissima scena dell’ultimo episodio. Questa terza stagione insieme ruota molto sul suo personaggio (insieme a John Smith), e la bellissima Alexa Davalos migliora la sua recitazione, rendendola più coesa e donando sfumature emotive più efficaci che erano state talvolta carenti. Più determinata e spietata che mai, la sua missione è di condividere la visione dei film con più persone possibili, diventando così il cardine della rivoluzione, continuando il lavoro di Hawthorne Abendsen. È plausibile pensare che seppur colpita da John Smith, Juliana si sia materializzata nello stesso mondo dove la sorella è ancora viva, visto che lì la sua alternate è invece deceduta. Usiamo il termine coniato da Fringe proprio per evidenziare la crescente attenzione allo sviluppo della trama Sci-Fi, che avrà sempre più peso nello sviluppo di The Man In The High Castle.

The Man In The High Castle Seson 3

© Amazon Prime Video

Anche i personaggi comprimari e secondari hanno uno sviluppo più coerente con la narrazione principale, incastrandosi bene e senza forzature (o quasi). Lo sviluppo della Guerra Fredda tra Giappone e Germania è avvincente, soprattutto nelle trame politiche che cercano di togliere di mezzo John Smith, e i tentativi di Tagomi per scongiurare un conflitto, arrivando a collaborare proprio con il neo Reichmarschall americano. Tagomi – il sempre intenso Cary-Hiroyuki Tagawa – è meno presente rispetto alla seconda stagione, ma comunque un personaggio cardine soprattutto per il suo legame con “Juriana Curain”. Pure l’Ispettore Kido (Joel de la Fuente) ci regala attimi da brivido, specialmente nella terribile ma allo stesso tempo poetica esecuzione di Frank Frink (Rupert Evans).

The Man In The High Castle Seson 3

© Amazon Prime Video

Frank infatti non è morto nell’attentato, ma ne è “solo” rimasto orrendamente sfigurato, ed è riuscito a rifugiarsi in un villaggio nella Zona Neutrale: finalmente una serie che parla di nazisti approfondisce la condizione degli ebrei scampati allo sterminio. Nascosti in un villaggio nelle montagne, fingendosi cristiani, gli ebrei cercano di mantenere vive la loro storia millenaria e le loro tradizioni, terrorizzati da cacciatori di taglie senza scrupoli. Personaggio marginale nelle passate stagioni, Mark Sampson (Michael Gaston) acquisisce più peso, soprattutto per come tutte le vicende si riallacciano in qualche modo nella Zona Neutrale e nel villaggio ebraico.

The Man In The High Castle Seson 3

© Amazon Prime Video

Anche lo sviluppo narrativo di Ed McCarthy e Robert Childan (rispettivamente DJ Qualls e Brennan Brown), due improbabili compagni di sventura, è coadiuvante alla narrazione senza essere eccessivamente forzato, a differenza della figura di Wyatt Price (Jason O’Mara), nuova entrata della rivoluzione il cui personaggio però non convince appieno. L’inserimento di personaggi realmente esistiti come Himmler e il raccapricciante Dottor Josef Mengele danno una sinistra profondità a quanto sarebbe potuto accadere all’umanità se i nazisti avessero vinto il secondo conflitto mondiale: l’orrore degli esperimenti eseguiti per ottenere il potere su altri mondi è di sicuro impatto, e rende bene l’idea sul delirio di onnipotenza di chi persegue la guerra e la purezza della razza. Detto questo, l’ultima parte in cui la resistenza si infila in una galleria è un po’ traballante, mentre le altre scene d’azione della resistenza (quella iniziale, o la sparatoria al posto di blocco) sono state più curate rispetto alla seconda stagione.

Questa stagione di The Man In The High Castle ci ha visto soddisfatti, per come sono stati studiati gli episodi per il coinvolgimento emotivo intenso e travolgente delle scene. Il lento ritmo che ammanta questa serie è propedeutico a creare le tetre atmosfere che raccontano le vicende dei suoi protagonisti: i cambi di luci e i colori aiutano subito a immedesimarci in quale ambientazione siamo, per una fotografia sempre impeccabile. Menzione d’onore anche per i costumi e le scenografie, più autentiche che mai, e all’uso di musiche degli anni ’60.

  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8/10

Summary

The Man In The High Castle torna e non delude, con dieci episodi strutturati per tenerci col fiato sospeso ed emozionarci con momenti ad alta tensione.

Porcamiseria

8

The Man In The High Castle torna e non delude, con dieci episodi strutturati per tenerci col fiato sospeso ed emozionarci con momenti ad alta tensione.

Storia 7.5 Tecnica 7.5 Emozione 9
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