I dieci episodi di The Man in The High Castle sono stati rilasciati tutti insieme su Amazon Prime lo scorso 20 novembre, e la serie è pericolosamente a rischio binge watching (ok fatelo, ma datemi tempo di scrivere le recensioni). Se il pilot ci ha introdotti a grandi ma ben definite linee i personaggi principali e l’ambientazione delle vicende, in questi due episodi si ha un’approfondimento notevole di quanto sta accadendo in questa America uscita sconfitta dalla Seconda Guerra Mondiale.
Sunrise
Joe è palesemente attratto da Juliana, complice il fatto di essere gli unici due nuovi ospiti di Canon City, e di non riuscire a dormire la notte. Le meravigliose atmosfere delle montagne rocciose incantano i nostri due protagonisti – e anche noi, complimenti alla fotografia mozzafiato – e i due entrano in una formale confidenza. Sappiamo che Joe è una spia nazista, agli ordini diretti dell’Obergruppenführer John Smith, e capisce che il corriere-spia dei ribelli che si aggira in città è proprio Juliana, e lo vediamo titubare. A che gioco starà giocando?
Per sdebitarsi con Joe, invece di dargliela, Juliana inizia a lavorare al diner gestito dal burbero Lemuel Washington, e mentre serve ai tavoli fa la conoscenza di un misteriose signore che legge la bibbia e crea origami. Juliana non ha mai letto la bibbia, perché il libro sacro è fuorilegge sia nei territori occupati dai giapponesi, sia nel nuovo Reich. Nella zona neutrale non è proprio vietata, ma nemmeno concessa: Juliana è intrigata dalla lettura, e l’uomo suggerisce di cercarla con discrezione nella libreria, e di consultare un certo passo, Ecclesiaste 12:5 che recita:
Also when they shall be afraid of that which is high, […] and the grasshopper shall be a burden, and desire shall fail
É sorprendente il modo in cui The Man in The High Castle tratta il tema della religione, pensando soprattutto a quanto gli americani della nostra realtà siano tanto legati alla bibbia e a Dio: la religione è stata proibita a favore della totale reverenza alla fede nazista. Una volta ottenuto il libro dal titubante libraio il riferimento al titolo del film è palese, e Juliana decide di andare incontro all’uomo degli origami, che è in realtà scopriamo essere un nazista infiltrato, con il compito di uccidere chi riesce a mettersi in contatto con lui. Joe lo viene a sapere proprio dall’Obergruppenführer, che gli ordina di non intervenire, ma decide ugualmente di andare a salvare Juliana, che non dimentichiamoci è cintura nera in aikido: al momento di difendersi dall’aggressore infatti Juliana scaraventa il nazista giù dalla diga. Scossa, si scioglie in un pianto fra le braccia di Joe, che da bravo gentiluomo la consola teneramente senza approfittarne.
Questo accade nella Zona Neutrale, ma con questo secondo episodio prendiamo atto di dover concentrare l’attenzione anche sulle due sponde opposte del continente. A New Berlin abbiamo un assaggio della vita familiare dell’Obergruppenführer, che assomiglia molto al sogno americano preconfezionato, con la villetta, la moglie premurosa, e tre figli educati e ubbidienti. Il nazista spietato però lo rivediamo subito durante un attentato alla sua persona, da cui si salva grazie al sangue freddo, uccidendo tutti gli assalitori: ancora sporco di sangue si dirige verso il quartier generale per indagare, sospettando un infiltrato interno.
A San Francisco Frank viene arrestato dall’infido ispettore Kido, il capo della Kenpeitai, con l’accusa formale di essere un ebreo, ma con la reale intenzione di ottenere informazioni sulla destinazione di Juliana. Frank viene torturato e umiliato, fino alla scene realmente agghiacciante in cui la sorella di Frank, insieme ai due figli, sono portati al commissariato, fotografati, e accompagnati in una stanza con una televisione e dei divanetti ricoperti di plastica trasparente, dove restano chiusi e lasciati in attesa. Il pensiero va subito alle camere a gas, e l’ispettore Kido è subito molto chiaro, mentre mostra la foto a Frank: se non rivelerà la destinazione la sua famiglia verrà passata al Zylon-B, il famigerato gas usato dai nazisti nei campi di concentramento.
Nonostante questo, Frank decide di dare ascolto al prigioniero accanto alla sua cella – il ribelle che ha consegnato il film a Trudy – e non rivela nulla: il risultato è la fucilazione, che viene scongiurata all’ultimo momento, grazie all’arresto della ladra che aveva rubato la valigia di Juliana nel pilot. Ma è solo Frank a sopravvivere, la sorella e i nipoti sono già stati giustiziati con il gas, e lo scontro verbale tra Kido e Frank non lascia presagire nulla di buono.
The Illustrated Woman
Il terzo episodio si discosta ulteriormente dai due protagonisti principali, approfondendo e introducendo altri personaggi. Il focus è concentrato su Frank, che torna distrutto dalla prigionia e soprattutto dalla perdita dei familiari innocenti; la scena in cui deve riconoscere i corpi è straziante, soprattutto quando l’operatore dell’obitorio gli comunica freddamente che i corpi non hanno diritto alla sepoltura e saranno cremati – l’interpretazione di Rupert Evans puzza tantissimo di Emmy.
Frank deve affrontare anche il cognato, di ritorno da un viaggio di lavoro, che scopre di non aver più una famiglia: onestamente le due scene non servono a molto, sono abbastanza ridondanti nel ricordare il dolore di un uomo che ha perso la moglie e i figli – prima la negazione, mentre caccia Frank, poi la rabbia, quando gli piomba in casa per dirgli che è tutta colpa sua. Frank sembra deciso ad un gesto estremo, e la sua rabbia sembra essere rivolta verso il principe imperiale Daisuke, in visita insieme alla moglie a San Francisco.
Di nuovo la trama verte sul piano storico-fantastico, facendoci intendere che anche la famiglia imperiale è usata come una pedina nel pericoloso gioco conflittuale tra Giappone e Germania. Notiamo anche certi sguardi languidi tra la principessa Mayumi e il Ministro del Commercio, che sembra essere molto devoto ai principi imperiali e alla loro permanenza sul suolo americano, mentre però complotta con l’alto ufficiale Rudolph Wegener per scambiare segreti. Il supremo comandante John Smith, nel frattempo, indaga sulla possibile spia interna, e la serie ci presenta un altro stereotipo classico: il medico nazista, usato per somministrare una potente droga allucinogena ad uno dei ribelli prigionieri.
Si aggiunge un altro personaggio, se possibile ancora più inquietante di John Smith: conosciuto solo con il soprannome, the Marshal (il maresciallo) incontra Joe alla pompa di benzina, e subito capiamo che è pazzo. Le cose si complicano improvvisamente: oltre ad essere un cacciatore di teste, the Marshal è amico proprio dell’uomo degli origami, quindi Joe e Juliana – ancora scossa per il suo primo omicidio – vanno a ripescare il cadavere dell’uomo, e frugano nelle tasche per avere indizi sulla sua identità. Trovano una mappa, che li porta ad una miniera abbandonata, dove fanno una macabra scoperta: il cadavere di in decomposizione di una donna, e una lista con dei nomi, tra cui Trudy, la sorella di Juliana, e Lemuel Washington, il proprietario del diner.
Il personaggio del Marshal è una specie di giustiziere all’americana, con una vena sadica e spietata, e lo scopriamo a spese del libraio, che viene riconosciuto come fuggitivo di un campo di sterminio e impiccato in pieno centro città: il particolare della valigetta con le dita dei suoi trofei è semplicemente raccapricciante. Marshal, grazie alla confessione del libraio e al disegno perduto con il ritratto di Juliana, si mette sulle tracce dei due fuggitivi, arrivando troppo tardi al diner di Lemuel, che scopriamo essere musulmano.
Joe ha deciso di aiutare Juliana, in seguito alla visione del film proibito, forse perché innamorato, o forse per altri motivi ancora non noti; di sicuro è da approfondire il motivo che lo ha spinto a diventare una spia nazista, gettando così più luce nel suo passato, sicuramente più complesso rispetto a quello della donna.
The Man in the High Castle riesce a mantenere altissima la tensione, giocando con gli intrecci che lentamente si complicano e ci fanno pensare a chissà quali possibili evoluzioni. Se abbiamo capito che Frank, contrariamente a quanto pensato nel pilot, è anch’egli un personaggio chiave, anche i “cattivi” trovano grande risalto: Obergruppenführer nel secondo episodio, dove incarna totalmente il prototipo del gerarca nazista, e il Marshal nel terzo, scheggia impazzita di una società basata sulla violenza in un territorio senza legge, proprio come il vecchio West.
Per maggiori info o curiosità sulla serie, vi rimandiamo anche alla pagina di The Man In The High Castle Italia!
#TheManInTheHighCastle parte da un capolavoro di libro, cambia il giusto e riesce a non deludere. Non era facile. pic.twitter.com/Tx0H2qmflh
— daniel ucciardo (@daniel1981_) November 24, 2015
Provate a immaginare un mondo in cui gli stati uniti non esistono se non come possedimenti di germania e giappone #themaninthehighcastle
— fren 🎃🕸️🍂 (@sidusleonis) November 25, 2015
Avete già urlato al capolavoro per #themaninthehighcastle?
— V_side (@V_Side) November 22, 2015
Dubbio amletico terribile: binge-watcho prima #JessicaJones o #TheManInTheHighCastle (??) #thestruggleisreal #SerialUpdate
— four alarm fire ~ (@whofflepuff) November 22, 2015
…eh no, non sei la sola ad avere avuto questo dubbio <3
Ti è piaciuto l'episodio?
