The Haunting of Hill HouseThe Haunting of Hill House: Ognuno ha i suoi Fantasmi

The Haunting of Hill House, tratto dall’omonimo romanzo di Shirley Jackson del ’59, ci ha spinto alla visione semplicemente in quanto horror dall’aspetto suggestivo e inquietante ma lasciandoci, alla fine di un viaggio lungo dieci episodi, più di quanto potessimo immaginare da un prodotto simile.

In un universo televisivo in cui la punta di diamante – almeno in senso di popolarità – del genere è American Horror Story, che pur con una ottava stagione interessante è talvolta incastrato in meccaniche parodistiche e prive di senso dell’horror, Hill House si pone al centro dell’attenzione, dando ambiziose linee guida a chiunque decidesse in futuro di tentare la creazione di un prodotto seriale dello stesso genere.

Dovendo trovare delle assonanze, This Is Us è la serie che più si avvicina a Hill House, in versione certamente più disturbata e nichilista, spogliata del romantico ottimismo della famiglia Pearson. Viviamo le storie della famiglia Crain – e marginalmente i loro contatti coi Dudley, vicini immuni dall’influenza della villa – su due linee temporali diverse, in cui ogni episodio è dedicato prevalentemente a uno dei suoi sette membri – con altri tre più corali – svelando con le giuste dosi l’intreccio narrativo e i suoi misteri.

I più danneggiati dalla casa da bambini sono stati i gemelli Nell e Luke, i due più fragili e assediati psicologicamente anche al di fuori dell’incubo della villa: Nell da bambina continua a vedere quella che chiamerà la Bent-Neck Lady, ha un grave lutto ed è in cura psichiatrica; Luke sviluppa dipendenza da eroina a causa anche di un’apparizione di un alto individuo col bastone che gli venne a far visita da bambino.

Theo, psicologa, è capace di captare sensazioni e sentimenti dall’ambiente circostante toccandolo ed è caratterialmente la più difficile. Erge attorno a sé muri per evitare che chiunque la conosca veramente, e le sue avventure amorose – la sua omosessualità nel libro è trattata per vie traverse, mai specificando il genere dell’amante – sono immediatamente spente dalla sua distanza emotiva.

Si ha la soffocante sensazione che non vi sia spazio per redenzione o felicità

Shirley è la sorella maggiore, tratta i cadaveri per la presentazione nella camera ardente, rimasta traumatizzata da una cucciolata di gattini morti durante l’infanzia. La sua professione è una barriera che le rende più complicato elaborare il lutto per la sorella Nell, mentre è in aperto disaccordo con Steve, il fratello maggiore scettico: fa lo scrittore, ha avuto successo grazie proprio al romanzo sulla loro esperienza di infanzia a Hill House in cui è morta la madre Olivia, ma la sorella rifiuta i suoi soldi.

Nell’arco dei dieci episodi emergono sempre più limpide le problematiche tra i membri della famiglia Crain. Hill House, sotto la superficie horror, è la cronaca di una perdita famigliare mai superata, un lutto che ha frammentato una famiglia, spargendone i membri lontano fisicamente ed emotivamente. Il racconto non scade mai nel grottesco, anzi mantiene un’incredibile, fredda compostezza nel racconto delle vite dei protagonisti.

Stilisticamente, è interessante notare come in più occasioni Hill House sovverta le aspettative del genere: in una scena agghiacciante, il cadavere di Nell nell’obitorio si rianima e afferra delle forbici e le usa non per ferire, ma per tagliare il filo che le chiude la bocca; ancora, l’apparizione dell’uomo col bastone nell’infanzia di Luke è creata solo per alimentare ansia e tensione, senza il reale intento di carpire la malcapitata vittima. Il focus non è su come finirà la particolare, angosciante sequenza, ma sulla tensione che essa crea mentre si svolge.

Il tono della serie è tendenzialmente pessimistico, si ha la soffocante sensazione che non vi sia spazio per redenzione o felicità: la morte di Olivia, per quanto avvenuta in giovanissima età per alcuni dei fratelli Crain, è il vero fantasma nella vita dei cinque fratelli, più della Bent-Neck Lady di Nell e della presenza spettrale col bastone da passeggio di Luke.

Disseminati per la stagione, elementi narrativi fanno sospettare che sia tutto frutto della mente dei protagonisti, come una malattia ereditaria passata da Olivia, vittima designata di allucinazioni e sensazioni paranormali, a figli poco equipaggiati per affrontarla. Tuttavia Hill House è presente, spaventa i Crain anche da adulti, e terrorizza anche noi – diversi i fermi immagine in cui appaiono fantasmi sullo sfondo e noi nemmeno ce ne accorgiamo.

Hill House è la sorpresa di ottobre nel panorama delle serie tv

Gli episodi più intensi, in termini sia di contenuto prettamente horror che di densità della trama, sono quelli dedicati a Nell e al suo funerale, e quello dedicato a Olivia, rivelatore di molti dei segreti di Hill House. Carla Gugino è impressionante, capace di comunicare il disagio di Olivia con impercettibili movimenti di mimica facciale, mentre Victoria Pedretti mostra tutta la fragilità di Nell con la sua interpretazione.

The Haunting of Hill House è la sorpresa di ottobre nel panorama delle serie tv, un horror di qualità che va oltre i cliché di genere e ci offre un dramma famigliare ben più dannoso dei fantasmi che infestano la villa. Non sappiamo se la serie potrà stabilirsi come archetipo per futuri prodotti seriali dello stesso stile, ma è certo che la storia della famiglia Crain sarà difficilmente imitabile in struttura, forma e contenuto.

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