The Good Doctor1×02 Mount Rushmore

Continua il viaggio dello specializzando Murphy, arrivato al suo primo giorno di tirocinio nell'equipe del malfidato dottor Melendez e, tra ramanzine ed eccessivo sarcasmo, si delinea un contrasto che potrebbe arricchire molto le figure di entrambi i chirurghi.

7.3

Con la tipica routine mattutina, scandita meticolosamente dai puntuali allarmi delle sveglie, prende avvio il primo giorno di tirocinio dell’ultimo acquisto dell’Ospedale San Jose St. Bonaventure, il brillante chirurgo specializzando Shawn Murphy, in un episodio di The Good Doctor che, pur aggiungendo davvero poco rispetto a quanto visto nel pilot, riesce a catalizzare sempre di più l’attenzione e l’affetto del pubblico nei confronti del protagonista.

Vuoi per il carattere ingenuo, umile ed estremamente intuitivo del ragazzo, vuoi per la straordinaria interpretazione di un fuoriclasse come Freddie Highmore, che insieme ai problemi relazionali dovuti all’autismo potrebbero far pensare che a David Shore ed ABC piaccia vincere facile, guardando la serie è davvero difficile non tifare per ogni sua piccola, grande conquista. Rispetto a quell’aura di angelo custode che veglia sui suoi pazienti, se non addirittura sui suoi colleghi, che ci viene fatta intuire ogni volta che Shawn mette in campo le proprie deduzioni, spinto da nient’altro che un nobile senso del dovere e una bontà spassionata, in Mount Rushmore scopriamo anche la grande tenacia del chirurgo, grazie ad un ottimo contrasto con la figura del suo capo.

Il fastidioso e fin troppo malizioso dottor Melendez si dimostra essere il necessario antagonista dello specializzando, quel personaggio senza il quale la storia risulterebbe eccessivamente banale: costringendo Shawn al “lavoro sporco”, allo stesso tempo gli dà l’occasione per dimostrarci quanto effettivamente sia determinato e in grado di raggiungere da solo i propri obiettivi, a dispetto di quanto qualche raccomandazione di troppo da parte del dottor Glassman potrebbe lasciarci intuire. Allo stesso tempo, proprio quest’ultimo è al centro di un interessante conflitto per certi versi parallelo a quello tra il capo-chirurgo e il suo sottoposto, ossia quello con il capo-dipartimento Marcus Andrews, il quale ambisce viscidamente alla dirigenza dell’ospedale.

Un minimo di introspezione e approfondimento, per quanto da prendere con il contagocce, lo vedono anche Claire e Jared, gli altri due membri dell’equipe del dottor Melendez e dunque colleghi di Shawn. Nonostante la possibilità di mostrare sin da subito una certa chimica all’interno del trio di giovani chirurghi, sembra che per ora si sia scelto per i tre giovani un percorso più individuale, che in questo episodio porta i due amanti a scontrarsi su diverse questioni etiche: una sotto-trama che, quantomeno, ci fa sperare in un ridimensionamento della tensione dovuta alla loro storia d’amore instabile e immatura, che comunque pesa in più di un’occasione anche questa settimana.

A beneficiare di qualche ulteriore progresso è anche l’utilizzo dei flashback, decisamente più contenuto e comprensibile rispetto al pilot. Nonostante l’apparente inutilità di questi segmenti, i confronti tra lo Shawn del presente e quello del passato sono ben contestualizzati ed interessanti, soprattutto per conoscere ulteriori dettagli sul percorso di vita compiuto dal ragazzo finora e l’importanza della figura del fratello nell’uomo che è diventato. Ancora una volta, infatti, è il piccolo Steve ad insegnare a Shawn l’importanza dell’affrontare le proprie paure e non arrendersi davanti alla presunta potenza di altri individui, dandogli una lezione che non a caso tornerà utile al chirurgo di oggi per salvare la vita di una bambina.

Il difetto forse più immediato, ma al quale si potrebbe rimediare nei prossimi episodi, resta l’eccessiva proceduralità che la serie sembra aver ereditato dal genere medical, e che se da un lato permette a questo tipo di prodotti di andare avanti pressoché all’infinito – Grey’s Anatomy, ti fischiano le orecchie? – dall’altro tende a far risultare eccessivamente debole il collegamento tra le vicende e la trama orizzontale. Che sia da cercare questo fil rouge proprio nei flashback? Non sarebbe la scelta più creativa, ma ciò non significa che non se ne possa tirar fuori un bel prodotto, attraverso un salto di qualità che ci auguriamo avvenga il prima possibile.

Porcamiseria
  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 6.5/10
    Tecnica - 6.5/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
7.3/10

In breve

Poche emozioni e tanto approfondimento nel secondo episodio di The Good Doctor, che si concentra sull’ambiguità del rapporto tra il protagonista e il suo superiore. Le basi per una buona serie ci sono tutte, come dimostrato anche dalla godibilità dei flashback, ma il rischio di lasciarsi prendere dalla scusa del “paziente della settimana” incombe su questo nuovo prodotto medical.

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Porcamiseria

7.3

Poche emozioni e tanto approfondimento nel secondo episodio di The Good Doctor, che si concentra sull'ambiguità del rapporto tra il protagonista e il suo superiore. Le basi per una buona serie ci sono tutte, come dimostrato anche dalla godibilità dei flashback, ma il rischio di lasciarsi prendere dalla scusa del "paziente della settimana" incombe su questo nuovo prodotto medical.

Storia 7.5 Tecnica 6.5 Emozione 8
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