Quando un’emittente come la Fox decide di prendere un classico del cinema horror degli anni ’70, reinventarlo e adattarlo ai giorni nostri, il rischio che il prodotto finale si riveli un buco nell’acqua è sempre dietro l’angolo. In questo caso, poi, si tratta de L’Esorcista, vero e proprio capostipite del genere, che ha tormentato i sogni di un’intera generazione di appassionati e non, trascendendo quelli che sono i confini di un genere spesso considerato “di nicchia” e dandolo in pasto alle masse.
Questo The Exorcist può essere considerato un reboot contemporaneo, come già propostoci qualche anno fa da quel piccolo gioiello di Bates Motel, liberamente ispirato alle vicende di Psyco; la differenza sta nel fatto che in questo caso la storia narrata, pur con qualche piccola citazione al capolavoro di William Friedkin, ha in comune con quest’ultimo solo le tematiche dell’esorcismo e della lotta tra bene e male, e vede l’introduzione di personaggi completamente slegati dal plot originale.
It’s ok to have doubts
Questo è l’incipit dell’omelia che il (probabile) co-protagonista di The Exorcist, padre Tomas Ortega (interpretato da Alfonso Herrera), propone ai suoi fedeli durante la messa domenicale; il tema del dubbio, della messa in discussione della propria fede sembra già dalle prime sequenze del pilot un elemento fondante della caratterizzazione dei protagonisti, e viene sviluppato in modo molto esplicito – come del resto avvenne nella parte iniziale del film da cui la serie trae la propria linfa vitale.
Anche a livello di trama, confrontando l’incipit di queste due opere, le somiglianze sono lampanti, e la cosa non è assolutamente un male: entrambe si avviano nel momento in cui una madre, in questo caso cristiana e diffidente (interpretata da Geena Davis), decide di rivolgersi ad un prete per un consulto sulla figlia, che presenta strani comportamenti non spiegabili dalla medicina.
La cosa che, tuttavia, stupisce positivamente di questo pilot è la struttura della narrazione a più livelli, che conferisce a questo episodio una profondità in parte inaspettata: se da un lato abbiamo padre Tomas che rappresenta la parte più pragmatica della gerarchia ecclesiastica, dall’altro assistiamo alle vicende di padre Marcus (interpretato da Ben Daniels), esorcista ormai navigato con il particolare hobby di collezionare infrazioni di tutte le procedure previste dal Vaticano in tema di possessione demoniaca.
L’interazione tra questi due piani narrativi, che avviene almeno inizialmente mediante un sogno, diventerà sicuramente più preponderante nei prossimi episodi, e ha il lodevole merito di rendere il pilot estremamente variegato e mai noioso.
Horror patinato
Nella miglior tradizione delle tv generaliste però, quando si tratta di horror non sempre l’intento di ricreare delle atmosfere davvero inquietanti viene rispettato.
Purtroppo – a differenza del materiale di partenza che puntava sul realismo delle sequenze e su dialoghi molto forti, soprattutto per l’epoca – questo The Exorcist non fa eccezione: la buona impressione in merito alla messa in scena complessiva viene inevitabilmente minata, almeno in parte, da regia e fotografia estremamente pulite e didascaliche, oltre che da dialoghi troppo politicamente corretti che saltuariamente scadono nel banale, con il doppio effetto di togliere parte del fascino sia all’intera vicenda che alla caratterizzazione dei personaggi, che risulta un po’ macchiettistica e poco variegata.
La sensazione generale, quindi, è quella di un pilot che vuole trattare un tema scottante – anche se ormai abusato – ricadendo ora nel grottesco, ora nell’horror più classico, ma senza liberarsi dei fronzoli non necessari e degli esercizi stilistici fini a se stessi, con l’espressa volontà di rendere il prodotto il più politically correct possibile e, pertanto, appetibile a tutti.
Non manca anche una scena di esorcismo vera e propria, questa – bisogna ammetterlo – relativamente forte rispetto ai toni generali dell’episodio, che lascia ben sperare in qualche miglioramento significativo per il futuro, sotto questo punto di vista.
Un guilty pleasure un po’ patinato, insomma, che fortunatamente è accompagnato da performance di tutto rispetto da parte dei tre membri adulti del cast principale (Ben Daniels, in questo senso, spicca su tutti con la sua recitazione un po’ over the top ma efficace) e da una colonna sonora che nel gigantesco plot twist finale strizza l’occhio al film originale, riproponendo il tema principale.
Degna di nota la seconda citazione a L’Esorcista, nel momento in cui un articolo che padre Tomas trova su internet recita: “Two dead following Georgetown exorcism”; un evidente omaggio al finale del film originale che lascia piacevolmente stupiti.
La valutazione è, per ora, strettamente sufficiente, di tre porcamiseria su cinque. L’episodio, tutto sommato, sa intrattenere e sembra avere la giusta dose di fascino per interessare lo spettatore, inducendolo a proseguire la visione negli episodi successivi, pur per ora senza grosse aspettative. Trovando il coraggio di grattare via questa patina superficiale un po’ stilosa e mainstream che permea il pilot e approfondendo i personaggi rendendoli efficacemente più “reali” e variegati, la serie potrebbe avere tutte le premesse per ritagliarsi un proprio spazio nel panorama seriale di quest’anno.
Pilot molto carino, nulla di eclatante o spaventoso. Era comunque la prima puntata, ho grandi aspettative. #TheExorcist
— Marco. (@Hellentin) September 25, 2016
Appena finito di vedere #TheExorcist. Avrebbero potuto fare di meglio, ma è comunque soltanto il pilot. Vediamo come si sviluppa la trama.
— 𝙶𝙸𝙶𝙶𝙸𝙽𝚂 (@thatssogiggins) September 25, 2016
Sarà che non é tutto sto horror, ma a me il pilot di #TheExorcist non é dispiaciuto. E ho apprezzato l'omaggio nel finale #SerialUpdate
— ilaria* (@__Luthien) September 25, 2016