Con l’arrivo della rivoluzione sessuale, The Deuce prepara i suoi protagonisti a nuove dinamiche e si appresta ad un improvviso mutamento del suo panorama narrativo. Il senso del pudore di quegli anni non trova più terreno fertile nel sistema americano, che si ammorbidisce provvidenzialmente sia per il business di Rudy Pipilo, sia per le ambizioni di Candy/Eileen.
Why Me? ci mostra un sistema in evoluzione e in adattamento alle circostanze avverse, perché la cosa che più si nota, curiosamente, non è tanto l’emancipazione sessuale in atto nell’America dei primi anni ’70, quanto la reale immutabilità di un sistema pseudo-piramidale in cui i detentori del potere lo mantengono cambiando solo le condizioni di servizio, mentre chi vende il proprio corpo continua a farlo, ma in condizioni più claustrofobiche – emblematica in tal senso è la scena finale, con Darlene sventurata protagonista.
L’effetto domino parte dalla polizia, portata a “pulire le strade” in qualcosa più di un rituale natalizio, persuadendo Reggie, Rodney e tutta la compagine di papponi a cercare un altro luogo in cui sfruttare le loro prostitute. Vincent entra ufficialmente nel business, affittuario complice ancora a disagio nell’affrontare la questione sessuale, mentre Pipilo affila i suoi artigli da businessman tenendo d’occhio i peep show. Prima poco importava se i gestori facevano la cresta ma ora, con nudità integrali esposte, il profitto inizierà a essere ingente.
Il giogo della moralità si allenta anche per Candy, finalmente determinata a seguire la sua ambizione professionale. Interessanti le difficoltà per lei e per il suo datore di lavoro, che mostrano una situazione ancora acerba per poter essere economicamente fruttuosa, soprattutto nello scambio di battute finale tra i due, in un contesto scevro di sovrastrutture sessuali e improntato sull’empatia, manna dal cielo per chi è abituato all’atmosfera cruda di The Deuce.
Sarà interessante vedere Candy ritornare al vecchio lavoro, stavolta alle dipendenze di una donna, in un sacrificio che appare accettabile, se non benvenuto, vista la situazione di emergenza. Visto che l’unico rapporto professionale diretto tra prostituta e protettore che Candy ora osserva direttamente è quello tra C.C. e Lori, sarebbe stato out of character vederle accettare un pappone tra i tanti, e fortunatamente gli sceneggiatori sanno dove alterare la ricetta per renderla più appetitosa.
The Deuce non smette di convincere nonostante i legittimi dilemmi sul deus ex machina operato dalla sceneggiatura, muovendo la polizia del quartiere proprio al momento giusto per risolvere lo stallo nella narrazione. Il realismo che permea ogni respiro dei protagonisti ci fa tuttavia chiudere un occhio, nel nostro lavoro di poliziotti seriali corrotti da una serie di tanto elevata qualità; alla fine, l’unica cosa che ci ferisce – delusi ma ironici, non temete – è Vincent Martino, italiano fino al midollo che non sa nemmeno da che parte dello stivale è arrivato.
Porcamiseria
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Storia - 8/108/10
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Tecnica - 9/109/10
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Emozione - 8/108/10
In Breve
Il panorama morale della società americana si apre a libertà fino a quel momento impensabili. The Deuce coglie le sfumature della rivoluzione, mostrando con crudele realismo come il sistema si stia semplicemente adattando alle nuove regole, cambiando solo il giogo alle già soggiogate prostitute. L’eccellenza della serie è confermata, nonostante impercettibili sbavature.
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Il panorama morale della società americana si apre a libertà fino a quel momento impensabili. The Deuce coglie le sfumature della rivoluzione, mostrando con crudele realismo come il sistema si stia semplicemente adattando alle nuove regole, cambiando solo il giogo alle già soggiogate prostitute. L'eccellenza della serie è confermata, nonostante impercettibili sbavature.
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